La tragedia dei bambini di Gaza raccontata in una foto

da | 19 Apr 2025 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi, Persone e Carriere

World Press Photo 2025, vince l’immagine che ritrae un bambino ferito mentre fuggiva da un attacco israeliano a Gaza

World Press Photo annuncia la vincitrice della Photo of the Year e le due finaliste del Contest 2025, che celebra una selezione tra il meglio del fotogiornalismo e della fotografia documentaria a livello mondiale. La vincitrice del premio Photo of the Year 2025 è la fotografa palestinese Samar Abu Elouf, per uno scatto realizzato per The New York Times che ritrae Mahmoud Ajjour, un bambino gravemente ferito mentre fuggiva da un attacco israeliano a Gaza.

La tragedia dei bambini di Gaza in una foto

World Press Photo, l’organizzazione no-profit con sede ad Amsterdam e che fra le altre cose si occupa del più prestigioso concorso di fotogiornalismo mondiale, ha scelto come foto dell’anno uno scatto fotografico di Samar Abu Elouf, realizzata per il New York Times, che racconta la tragedia dei bambini della Striscia di Gaza, ‘Mahmoud Ajjour, Aged Nine’.

La fotografia vincitrice

La fotografia ritrae Mahmoud Ajjour, un bambino gravemente ferito mentre fuggiva da un attacco israeliano a Gaza. Samar Abu Elouf è stata evacuata da Gaza nel dicembre 2023. Ora vive nello stesso complesso residenziale di Mahmoud, a Doha, dove ha documentato le storie di alcuni dei pochi palestinesi gravemente feriti che, come lui, sono riusciti a uscire dalla Striscia per ricevere cure mediche.

La storia di un bambino che sogna di poter tornare alla normalità

Mahmoud Ajjour è rimasto gravemente ferito nel marzo 2024, mentre fuggiva da un attacco israeliano a Gaza City. Si era voltato per incitare la famiglia a proseguire, quando un’esplosione gli ha amputato un braccio e devastato l’altro. L’intera famiglia è stata evacuata in Qatar dove, dopo un intervento medico, Mahmoud sta imparando a giocare con il telefono, scrivere e aprire le porte usando i piedi. Il sogno di Mahmoud? Avere delle protesi e vivere la propria vita come qualunque altro bambino.

La tragedia dei bambini di Gaza

La guerra a Gaza ha colpito in modo sproporzionato i minori: secondo le stime delle Nazioni Unite, a dicembre 2024 Gaza contava il più alto numero pro capite di bambini amputati al mondo. Racconta Elouf in parole riportate sul ‘Corriere della Sera’ online: “Una delle cose più difficili che la madre di Mahmoud mi ha spiegato è stata che quando Mahmoud si è reso conto per la prima volta di avere le braccia amputate, la prima frase che le ha detto è stata: Come farò ad abbracciarti?”.

Joumana El Zein Khoury: “Una foto silenziosa che parla con forza”

La direttrice esecutiva di World Press Photo, Joumana El Zein Khoury, commenta: “Questa è una foto silenziosa che parla con forza. Racconta la storia di un singolo bambino, ma anche di una guerra più ampia, le cui conseguenze si estenderanno per generazioni. Scorrendo il nostro archivio, nel 70° anno di World Press Photo, mi trovo davanti a troppe immagini come questa. Sono profondamente grata ai fotografi che, nonostante i rischi personali e il peso emotivo, scelgono di documentare queste storie, permettendoci di comprendere, sentire empatia e trovare la motivazione per agire. Guardando ai prossimi 70 anni, World Press Photo continuerà a stare al fianco dei fotografi che rischiano tutto per mostrarci la verità”.

Lucy Conticello: “La vita di questo bambino merita di essere compresa”

La presidente della giuria globale, Lucy Conticello, direttrice della fotografia per M, il magazine del weekend di Le Monde, dichiara: “La Photo of the Year è un ritratto di un bambino con una canottiera; è rivolto verso una finestra, su di lui cade una luce calda che disegna un’ombra morbida su un lato del volto. La sua giovane età e i lineamenti delicati contrastano profondamente con l’espressione malinconica. Poi, in un momento di shock, ci si accorge che non ha le braccia. La vita di questo bambino merita di essere compresa e questa immagine riesce in ciò che il grande fotogiornalismo sa fare: offrire un punto d’accesso stratificato a una storia complessa, e spingere chi la osserva a soffermarsi su quella storia più a lungo. A mio parere, questa immagine di Samar Abu Elouf era chiaramente vincitrice fin dall’inizio”.

L’annuncio della vincitrice

Giovedì 17 aprile 2025, la vincitrice della Photo of the Year 2025 e i due finalisti sono stati annunciati in occasione dell’opening stampa alla Flagship World Press Photo Exhibition 2025, presso De Nieuwe Kerk ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, e contemporaneamente online attraverso i media di tutto il mondo.

Le altre fotografie finaliste

Due sono le fotografie che sono state selezionate come finaliste, accanto alla vincitrice della Photo of the Year: ‘Night Crossing’ – di John Moore, United States, Getty Images – nella quale alcuni migranti cinesi si scaldano sotto la pioggia fredda dopo aver attraversato il confine tra Stati Uniti e Messico. Questa immagine, al tempo stesso sospesa e intima, restituisce la complessità della migrazione lungo il confine, una realtà spesso semplificata e politicizzata nel dibattito pubblico statunitense.

L’altra fotografia finalista è un’immagine di Musuk Nolte, che rappresenta un ragazzo che porta del cibo a sua madre, che vive nel villaggio di Manacapuru. Il villaggio, un tempo raggiungibile in barca, oggi – a causa della siccità – può essere raggiunto solo a piedi, percorrendo due chilometri lungo il letto asciutto di un fiume amazzonico. Il netto contrasto tra scenari aridi e la più grande foresta pluviale del mondo rende visibile, in modo perturbante, l’assenza d’acqua.

Una mostra itinerante

Le storie premiate saranno presentate a milioni di persone nell’ambito della mostra itinerante annuale di World Press Photo, che farà tappa in oltre 60 città in tutto il mondo. Molti altri milioni di persone le vedranno online. Fra le tappe, compaiono Amsterdam, presso De Nieuwe Kerk, dove si terrà la prima mondiale (18 aprile – 21 settembre); seguita da Londra (23 maggio – 25 agosto); Roma (6 maggio – 8 giugno), Berlino (6 giugno – 29 giugno); Vienna (12 settembre – 9 novembre); Budapest (10 settembre – 9 novembre); Città del Messico (18 luglio – 28 settembre); Rio de Janeiro (27 maggio – 20 luglio); Montréal (27 agosto – 11 ottobre); Jakarta (12 settembre – 11 ottobre) e Sydney (24 maggio – 6 luglio). In Italia la tappa di Lodi sarà l’unica in Lombardia, al Festival della Fotografia Etica.

Le storie dietro le notizie

Da 70 anni, il concorso annuale World Press Photo riconosce il miglior lavoro fotografico prodotto nell’anno precedente. I vincitori di quest’anno rappresentano il meglio tra le 59.320 immagini presentate da 3.778 fotografi provenienti da 141 Paesi per il Contest 2025. Tra queste fotografie ci sono immagini di lotta e resistenza, ma anche di calore umano e coraggio: lavori visivamente potenti che invitano ad approfondire le storie dietro le notizie. Nel 2025, i progetti e i fotografi premiati sono stati più numerosi: si passa da 33 vincitori nel 2024 a 42 quest’anno. Negli ultimi tre anni, ogni regione ha avuto un vincitore per la categoria Scatto singolo e uno per Storia fotografica. A partire da questa edizione, ci sono tre vincitori per categoria per ciascuna regione. Resta confermato anche un vincitore per regione nella categoria Progetto a lungo termine.

I temi principali dell’edizione 2025: conflitto, migrazione e cambiamento climatico

Lucy Conticello commenta: “Quando la giuria globale ha iniziato il processo di selezione per la Photo of the Year, siamo partiti da un’ampia selezione di scatti provenienti da ciascuna delle sei regioni. Da questo insieme sono emersi tre temi che definiscono l’edizione 2025 di World Press Photo: conflitto, migrazione e cambiamento climatico. Un altro modo per interpretarli è come storie di resilienza, famiglia e comunità”.

Il mondo raccontato da più prospettive

I temi chiave di quest’anno spaziano dalla politica al genere, dalla migrazione ai conflitti, fino alla crisi climatica. Alle immagini di proteste e rivolte in Kenya, Myanmar, Haiti, El Salvador e Georgia si affiancano ritratti inaspettati di figure di potere politico negli Stati Uniti e in Germania. Il mondo è raccontato da molteplici prospettive: quella di un ragazzo transgender di 21 anni nei Paesi Bassi; di un bambino palestinese che affronta un’amputazione a Gaza; di una giovane ucraina traumatizzata dalla guerra; di un ragazzo sudanese assorto nel giorno del suo matrimonio. C’è anche Tamale Safalu, il primo atleta disabile in Uganda a gareggiare in competizioni miste. Ancora una volta, vengono incluse immagini provenienti dai conflitti in corso, come quelli in Libano e Palestina. La relazione delicata – e spesso complessa – tra esseri umani e animali è al centro di scatti che raccontano diversi tipi di interazione con gli elefanti in Zambia e le scimmie in Thailandia. L’impatto della crisi climatica emerge con forza in progetti che indagano disastri ambientali in Paesi come Perù, Brasile e Filippine. E altrove, una celebrazione del Pride si svolge in un luogo segreto di Lagos, in Nigeria, dove le persone LGBTQI+ rischiano di essere perseguite legalmente.

I fotografi

I fotografi premiati provengono da: Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, El Salvador, Francia, Germania, Haiti, Indonesia, Iran, Iran/Canada, Italia, Myanmar, Paesi Bassi, Nigeria, Palestina, Perù/Messico, Filippine, Portogallo, Russia, Russia/Germania, Corea del Sud, Spagna, Sudan, Thailandia, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Venezuela.

Una nota sulla libertà di stampa

Nel comunicato a disposizione per la stampa si legge una nota a proposito della libertà di stampa: secondo il Committee to Protect Journalists, “La guerra tra Israele e Gaza ha causato la morte di più giornalisti, nell’arco di un anno, rispetto a qualsiasi altro conflitto il CPJ abbia mai documentato”. Si legge inoltre che “al 4 aprile, risultano uccisi 165 giornalisti palestinesi, due israeliani e sei libanesi, inclusi alcuni casi in cui giornalisti palestinesi sarebbero stati deliberatamente presi di mira. Anche altri Paesi da cui provengono le storie selezionate dalla giuria si collocano in posizioni basse nel World Press Freedom Index 2024 stilato da Reporters Without Borders, tra cui: Myanmar, Bangladesh, Sudan, Venezuela e Russia”.

 

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