Colosseo, termina il monopolio Coopculture: il Cns si aggiudica la gestione della biglietteria

da | 28 Gen 2023 | Arte e Cultura, Bandi e finanziamenti

Il Consorzio nazionale dei Servizi (Cns) si aggiudica la gestione dei servizi di biglietteria del Parco archeologico del Colosseo. È quanto emerge dai primi risultati, giunti in esclusiva al Sole 24 Ore.
Qualora ciò dovesse essere confermato, si tratterebbe di una svolta importante, perché il servizio era in gestione a Coopculture fin dal 1997. Il cambio di rotta è dovuto anche alla modifica dell’istituto giuridico che non prevede più un concessionario, ma una prestazione di servizi, per cui il bando è vinto da chi fa l’offerta più conveniente. Lo Stato, dunque, guadagna dalla quota fissa risultante dall’offerta e non dall’aggio della vendita dei biglietti.

I risultati

Il Cns che, stando ai primi risultati ha ottenuto un punteggio di 65.2, non è nuovo nella gestione dei servizi museali. Con circa 6 miliardi di euro fatturati nel 2020, per il complesso delle attività, il Consorzio è, infatti, attivo nei servizi di biglietteria, nel facility management, nella sorveglianza e sicurezza, nell’organizzazione di mostre, nella ristorazione e nei servizi promozionali. Quarto posto, invece, per Coopculture, a quota 47.7, con un distacco di quasi 10 punti rispetto al primo classificato, anche se è possibile che ci sia un ricorso. Sorprende, poi, l’ultimo posto occupato da Vivaticket, tra i più importanti operatori mondiali nel settore della creazione e gestione dei sistemi di biglietteria.

La fine del monopolio

Il servizio biglietteria del Colosseo era affidato a Coopculture dal 1997 e in regime di proroga dal 2001 con ben tre gare annullate (una prima procedura di gara nel 2010, seguita da altre due, nel febbraio 2017 e nell’ottobre 2019) perché il TAR o il Consiglio di Stato avevano dato ragione alle società che avevano fatto ricorso contro le formulazioni, viziate da errori, dei numerosi bandi preparati da Consip per conto del MiC.
La vittoria del CnS potrebbe, dunque segnare la fine di un mercato che dal 1992, dopo l’approvazione della Legge n. 433/92 (Legge  Ronchey ) che aveva  istituito la figura del concessionario, permettendo ai privati di gestire i beni culturali, ha determinato l’avvio di un oligopolio di poche imprese attive in ambito museale che ottengono i maggiori introiti. Incassi non da poco se si considera che il Parco archeologico del Colosseo comprende, oltre all’Anfiteatro Flavio, anche il Foro Romano, il Palatino e la Domus Aurea, per un totale di 9.812.113 di visitatori e 62.871.209,50 euro di introiti solo nel 2022. Inoltre, secondo uno studio condotto da Deloitte il Colosseo “contribuisce per 1,4 miliardi di euro all’anno all’economia italiana (in termini di contributo al Pil) come attrazione turistico-culturale e ha un valore sociale pari a circa 77 miliardi di euro”.

L’avvertimento di Coopculture

Tuttavia, le nuove norme di gara, già messe in discussione da Federculture per l’inadeguatezza in un settore tanto peculiare in Italia come quello dei beni culturali, sono state criticate anche da Adriano Rizzi, presidente di Coopculture: «Valuterei con prudenza il risultato: non si tratta di una sconfitta di Coopculture ma di una perdita per tutto il sistema dell’impresa culturale. Da una collaborazione ampia e articolata si passa ad una mera fornitura di manodopera e attrezzature, e non è dunque un caso che le imprese culturali siano tutte ultime e che abbia vinto un raggruppamento generalista. Un segnale molto triste per il Paese, la sconfitta del lavoro culturale; questo modello di gara taglierà fuori dal mercato del lavoro centinaia di lavoratori specializzati e di nuove professioni create grazie ad uno sviluppo continuo di nuove attività e competenze».

La vigilanza dell’Anac

Sullo svolgimento della gara ha vigilato l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Con una delibera dell’8 settembre 2021, l’Anac aveva, infatti, evidenziato che l’affidamento in gestione dei servizi del Colosseo in regime di monopolio non fosse coerente ai principi del diritto euro-unitario in materia di contratti pubblici, invitando il Ministero della Cultura ad adottare ogni iniziativa necessaria per pervenire sollecitamente all’aggiudicazione delle procedure di evidenza pubblica. Così, il 28 gennaio 2022, Anac, MIC e Consip, avevano firmato un protocollo di azione di vigilanza collaborativa chiesto dallo stesso Ministero.

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