Salta la data del 16 gennaio come inizio delle visite a Venezia su prenotazione e a pagamento. L’applicazione del Contributo d’accesso è destinata a slittare di almeno sei mesi: all’inizio dell’estate o in concomitanza con la festa del Redentore a metà luglio. È stato lo stesso sindaco Brugnaro a comunicarlo, in via “riservata”, alla maggioranza (la sua civica, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia). La conferma è poi arrivata dall’assessore al Bilancio e ai Tributi, Michele Zuin. “La data del 16 gennaio aveva senso con il Regolamento approvato entro la pausa di agosto – ha spiegato – noi eravamo pronti ad andare in consiglio già a luglio. Poi si è deciso di aprire alle associazioni e ad altri soggetti da sentire in commissione. Poi ci sono stati agosto e le elezioni e non se ne è fatto più nulla. Dall’approvazione ci vogliono dei mesi, circa sei, per organizzare la gestione, tenendo conto che la piattaforma informatica è pronta e sperimentata da tempo, che era la cosa più complessa. Però bisogna acquistare le obliteratrici per i controlli, consentire ad alcuni vettori di modificare il loro software di bigliettazione per introdurre la voce del Contributo e, soprattutto, serve il tempo per una massiccia campagna globale di comunicazione, visto che a Venezia vengono da tutto il mondo».
Nel dettaglio, la legge che ha istituito la nuova tassa (già rinviata alla prossima estate) prevede, un range tra 3 e 10 euro e il Comune provvederà a modulare l’importo secondo il grado di affollamento previsto della città, dal momento che dal 2022 ci sono dati puntuali ed estremamente precisi per ogni giorno dell’anno. Il calendario turistico sarà contrassegnato con i bollini verde, giallo, rosso e nero (come per le autostrade) secondo il grado di folla prevedibile e la cifra da pagare sarà conseguenza diretta del colore.
Che il contributo di accesso sarebbe slittato era nell’aria, poiché, a oggi non è stata avviata nessuna campagna di comunicazione, né spiegata nel dettaglio la modalità. Tra le cause del ritardo del regolamento, tra l’altro non ancora votato in consiglio comunale, ci sono diverse difficoltà che fin da subito sono apparse nella loro complessità: trovare un accordo per il pagamento della tassa con i vettori (dai treni alle compagnie di volo); modificare i software delle società che si occupano di prenotazione alberghiere e avviare una campagna di comunicazione a 360°, tenendo conto del fatto che Venezia attrae turisti da ogni parte del mondo. La Smart control room, infatti, ha registrato mediamente 70mila persone nei giorni dei fine settimana e il 90 per cento di questi sono stranieri, provenienti da decine di Paesi differenti. Nel ponte di Ognissanti sono complessivamente arrivate 450mi1a persone. Quindi è chiaro che non basta annunciarlo in Italia o in Europa, ma servirà una campagna a livello globale.
E così quando si è capito che il sistema di controllo dei flussi non sarebbe stato pronto nella data stabilita, chi aveva avanzato perplessità (consiglieri comunali e regionali e associazioni cittadine) ha ripreso con forza la propria posizione. I Cinque Stelle hanno rilanciato così la proposta di coinvolgere i cittadini considerando anche il problema della gestione dei residenti e dell’ingresso dei veneti costretti, secondo quanto stabilito, al pagamento del tributo in determinate condizioni di affollamento della città. Non è una questione da poco, quest’ultima, se si pensa che nei fine settimana buona parte dei visitatori di giornata arriva proprio dall’immediato entroterra. “Brugnaro ha trovato l’intesa con la sua maggioranza e con la Regione? Buon per lui – ha ammonito la consigliera regionale Erika Baldin – ma non pensi che basti un accordo di palazzo a mettere la parola fine sulla vicenda”.
Nelle ultime settimane, a ridosso della discussione in consiglio comunale che si sarebbe dovuta svolgere i primi di ottobre, anche le associazioni cittadine si sono mobilitate con un primo incontro e l’annuncio di una manifestazione in programma per il 19 novembre. I consiglieri municipali Pd, Verdi Progressisti e Venezia è Tua hanno predisposto una proposta di mozione in cui riconoscono la necessità di attuare una politica di riduzione della pressione turistica e ribadiscono come il ticket non sia la soluzione ai problemi di Venezia. Nella mozione ritengono che la proposta di Regolamento non possa essere valutata in assenza di una chiara politica che governi veramente i flussi turistici, considerando inoltre le ricadute negative sulla vita dei veneziani. “Venezia è una città e in quanto tale deve restare aperta. I suoi cittadini non devono vivere con un QR code al petto”, ha dichiarato Franco Schenkel della Municipalità di Venezia – Murano – Burano. “Che il consiglio comunale dia avvio a una consultazione ampia con i suoi cittadini, le imprese, le associazioni, gli operatori del turismo e garantisca ai cittadini del centro storico e delle Isole la normale vita di relazione nella città che abitano», si legge nella proposta. Tra gli interventi del pubblico un membro del comitato No Grandi Navi che ha ribadito come, ancora una volta, al centro del dibattito politico ci siano i turisti e non i cittadini. «Questa proposta serve a fare cassa, non affronta il problema del turismo perché qui non c’è un’idea di come amministrare la città. Non si parla di noi nel regolamento. Del fatto che non abbiamo casa, che gli studenti scappano. Quando parliamo di noi? Il ticket è sbagliato perché non mette al centro i nostri bisogni».
Sulla questione è intervenuto anche il neo ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha detto che studierà il problema del sovraffollamento nelle città d’arte per poi esprimere una posizione definitiva. “Io studio, approfondisco le questioni e poi esprimo un punto di vista definito. In generale dico che il tema del sovraffollamento delle città d’arte, che mette a rischio le città stesse, va affrontato”. Il ministro, tuttavia, non si è espresso sulle modalità con cui, secondo lui, bisognerebbe intervenire: “Potrò dirlo solo quando avrò studiato in maniera approfondita il dossier. Qualcosa, di certo, va fatto per garantire un alleggerimento e una compatibilità dell’accesso alle città, considerando anche i problemi giuridici legati alla mobilità internazionale delle persone”.