Foto: Emilio Vedova Trittico della libertà, 1950. Olio su tela, 135 x 186,5 cm. Foto: Luigi Baldin, Treviso
In concomitanza con le giornate di ArtVerona, la Fondazione Cariverona apre al pubblico, lo storico Palazzo Pellegrini in via Achille Forti a Verona, con la mostra Un nuovo gesto, una nuova materia dedicata alle opere della sua collezione che più rappresentano la stagione informale:. Lesposizione è allestista al piano terra dellatrio di Palazzo Pellegrini, in uno spazio appositamente restaurato e visitabile per la prima volta in questa rinnovata veste nella nuova sala espositiva, che insieme al cortile monumentale ospiterà esempi della più vasta raccolta conservata dallistituzione.
La rassegna Un nuovo gesto, una nuova materia raggruppa una serie di 15 opere emblematiche realizzate tra il 1945 e il 1961 e selezionate da Luca Massimo Barbero direttore artistico della collezione. I lavori appartengono ad artisti aderenti ai movimenti del Fronte Nuovo delle Arti (1946-1950) e del Gruppo degli Otto (1952-1954) che rappresentano la forza della tendenza avanguardistica post-bellica dellarte italiana: opere che evidenziano il sorgere di nuove sensibilità artistiche e di una nuova dimensione compositiva e materica.
Apre la rassegna il raro gesso di Alberto Viani (1906 1989) Nudo Seduto (1949), che rappresenta la nascita di una scultura innovativa nella sua estrema sintesi, fatta di contrapposizione tra linee rette e sinuose curve che interpretano il corpo per sottrazione, come nellolio su tela Il guerriero (1959) di Marino Marini (1901 1980).
Tra le opere più rappresentative due tele di Emilio Vedova (1919 2006): il Trittico della libertà (1950), una delle opere capitali degli esordi astratti di questo protagonista del periodo informale, e limponente Varsavia n.2 (1960) che rimanda alla distruzione e ricostruzione della capitale polacca come metafora dello sgretolamento di un vecchio ordine e la rigenerazione culturale e artistica di cui il pittore veneziano si fa portavoce attraverso il suo gesto libero ed energico.
Nelle opere di Afro Basaldella (19121976), Giuseppe Santomaso (19071990) e Renato Birolli (19051959) si evidenzia quellintreccio intenso e sensuale tra materia e colore. Le cromie accese e vive delle opere di Afro, ben rappresentate in La scheggia (1956) fanno da contrappunto al Racconto (1961) di Santomaso con il suo uso atmosferico e stemperato della materia; la presenza di Birolli è di particolare interesse: da un lato perché veronese e quindi legato alla città e alla sua atmosfera culturale, dallaltro perché considerato il pittore più incisivo nella ricerca artistica astratta italiana, come evidenzia la forza intensa di Incendio alle Cinque Terre (1957).
Lo spazialismo, tra i più significativi percorsi artistici del dopoguerra, è qui rappresentato dal suo più grande esponente: Lucio Fontana (1899 1968) esprime attraverso il suo Concetto Spaziale (1959) stretta correlazione tra spazio, materia e segno, quel legame che ha reso unica la stagione dellarte italiana tra il 1945 e il 1960 e che oggi è, a tutti gli effetti, una pietra miliare nella storia dellarte internazionale. Questopera è oltremodo importante perché rappresenta quel momento di transizione tra i buchi e i tagli, simboleggiando una sofferenza e un travaglio unici che lo rendono un importante documento di ricerca.
Allavventura dello spazialismo Tancredi Parmeggiani (19271964) contrappone il colore nella sua potenza espressiva più intensa: dallesplosione luminosa di Materia-Luce (1959) allimpronta grafica di Untitled (Grafia) (1960) fino alle geometrie distorte di Natura vergine (1950-58). Le orditure pittoriche di Nascita di una forma (1960) di recente acquisizione da parte della Fondazione di Emilio Scanavino (19221986), invece, riportano allimportanza della materia, del segno e del gesto in un dialogo con lo spazialismo e attraverso una modalità espressiva profonda e drammatica.
Aprire la nostra sede al pubblico è motivo di grande orgoglio, afferma Alessandro Mazzucco, presidente di Fondazione Cariverona. Siamo fermamente convinti che condividere la nostra collezione con la città di Verona e con le migliaia di visitatori che ogni anno la scelgono come meta turistica sia cruciale per valorizzare il lavoro che questa istituzione ha intrapreso negli anni. Crediamo che una politica mirata alla valorizzazione del nostro patrimonio sia uno strumento imprescindibile per legare ancora di più la Fondazione ai suoi territori di riferimento e a un pubblico attento e appassionato.
13 ottobre 9 dicembre 2018. Apertura al pubblico durante ArtVerona:
Sabato 13 ottobre e domenica 14 ottobre dalle 11 alle 20
Fino a fine mostra: Sabato e domenica dalle 11 alle 20