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Il restauro del patrimonio Estense è anche multimediale

da | 5 Lug 2018 | Arte e Cultura, Promozione e valorizzazione

Foto: Rocca di Vignola

La casata d’Este, i cui membri sono noti anche come Estensi, fu l’antica signoria italiana di Ferrara discendente dalla Casata degli Obertenghi che ha dominato dal 1208 fino al 1859 i territori che si estendono tra Ferrara, Modena e Reggio Emilia; prese il nome dalla città di Este, loro feudo tra il 1056 e il 1239.

Signori e poi duchi di Ferrara, città unita da vincoli di vassallaggio allo Stato Pontificio, estesero in seguito i loro domini anche su Modena, Reggio Emilia, Fanano, Garfagnana, Carpi, Correggio, Mirandola, Novellara, Massa e Carrara. Ora i disegni, i decori, i colori che ornavano palazzi, rocche e castelli dei centri urbani e dei borghi legati alla Casa d’Este sono stati riportati alla “luce” e di nuovo fruibili integri e nei loro colori originali grazie a una proiezione luminosa digitale realizzata fedelmente con tecniche di ricostruzione virtuale d’avanguardia realizzata nell’ambito del progetto “SOGNO O SON DESTE”. Tutto questo sarà possibile dal 13 luglio al 12 dicembre nelle città e nei borghi dell’antico dominio estense di Modena, Ferrarae Vignola.

Il progetto mette in luce – letteralmente – le residenze e le architetture della casata d’Este, La Chiesa di Sant’Agostino a Modena, Casa Romei a Ferrarae la Rocca di Vignola (Mo) che saranno le prime importanti residenze e architetture “messe in luce”, ma ne seguiranno molte altre. Per ciascun apparato decorativo che si andrà a proporre nell’ambito del progetto – ancora in espansione e dal potenziale illimitato – sono in corso da anni rilievi con l’ausilio della tecnologia laser scanner, grazie alla collaborazione con l’Università di Ferrara, per ottenere una griglia tridimensionale con margine di errore inferiore a un centimetro, generata da una nuvola accuratissima di punti, e utilizzabile come modello 3D degli edifici. A questa scansione tridimensionale sono state poi abbinate specifiche fotografie aeree di dettaglio, ottenute con la tecnica gigapixel, e architettoniche, realizzate con droni, essenziali per avere un prospetto esatto degli edifici e per studiare le tracce ancora esistenti delle decorazioni. Gli scatti realizzati, elaborati con specifici e sofisticatissimi software, hanno generato fotografie geometricamente corrette, in cui sono state eliminate le piccole imperfezioni dovute ad esempio alla posizione dei punti di ripresa o ai dislivelli delle aree rilevate o, ancora, dall’inclinazione delle macchine fotografiche. Tutto questo in modo che le foto possano essere considerate una reale “mappa” da seguire. Al lavoro di rilievo è stato affiancato quello di un’equipe di esperti in tecniche di restauro, che ha individuato con estrema precisione le tracce delle decorazioni, i relativi disegni e colori, nelle tonalità perfettamente identiche a quelle originali. Infine sono state ricostruite digitalmente le parti mancanti andando a produrre i file definitivi per le proiezioni che, su ciascun edificio, verranno trasposte su vetri ottici, detti “gobos”, tramite serigrafie.

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