Dalla Galleria Borghese, la Dama col Liocorno arriva a Napoli

da | 29 Mar 2025 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

La “Dama col liocorno”, opera giovanile di Raffaello, da Galleria Borghese di Roma arriva a Napoli. L’esposizione dell’opera, promossa da Intesa Sanpaolo, sarà visitabile fino al 22 giugno 2025.

La rassegna ‘L’ospite illustre’, curata e promossa da Intesa Sanpaolo, dal 2015 espone nei suoi musei delle Gallerie d’Italia e al grattacielo di Torino opere di rilievo in prestito temporaneo da prestigiosi musei italiani e internazionali. Così come esplicita Michele Coppola, executive director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo: accogliere la ‘Dama col liocorno’ conferma il solido legame di amicizia e la collaborazione con la Galleria Borghese, simbolo della bellezza e del valore del patrimonio culturale italiano. Il dipinto è allestito nella sala dedicata al Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio (Gallerie d’Italia – Napoli, via Toledo 177) che è in prestito a Roma presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini per la mostra Caravaggio 2025, e sarà visitabile fino al 22 giugno 2025.

La storia dell’opera

La “Dama col liocorno” è un dipinto a olio su tavola trasportata su tela databile all’inizio del 1505. L’aspetto dell’opera, quale si presenta oggi ai nostri occhi, è il risultato di uno storico intervento di restauro seguito a una fitta vicenda critica sviluppatasi a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Fino al 1936 infatti il personaggio ritratto era raffigurato come Santa Caterina d’Alessandria, caratterizzata dal consueto attributo della ruota dentata visibile al posto dell’attuale unicorno; sulle sue spalle un pesante manto modificava il profilo della figura, coprendo parte della veduta sul paesaggio retrostante. L’opera fu restituita a Raffaello dallo storico dell’arte Roberto Longhi nel 1927, prima del restauro che la liberò dagli interventi successivi. 
 Le indagini radiografiche compiute sul dipinto hanno mostrato che prima dell’unicorno, emblema di castità, Raffaello aveva dipinto un cagnolino, simbolo di fedeltà: si tratta dunque plausibilmente di un ritratto eseguito in occasione di un matrimonio. La Dama col liocorno deriva la sua impostazione dalla Gioconda, che si ritiene generalmente conosciuta per la prima volta da Raffaello poco dopo il trasferimento a Firenze della fine del 1504, ma che si può supporre egli vide in lavorazione già l’anno precedente, nel corso di un primo breve soggiorno nella città. Il ritratto di Raffaello, collocabile per stile all’inizio del 1505, è dunque il frutto di un nuovo confronto con l’opera di Leonardo.

I legami con la Gioconda

Ci sono tracce indiscutibili di aggiornamenti di Raffaello su Leonardo. Lo si vede per esempio dalle colonne, che sono il ‘nuovo’. Leonardo nella Gioconda vi allude, per dare consapevolezza che la figura è collocata su una loggia con la luce dell’esterno alle sue spalle. Anche la dama di Raffaello è in quella condizione, il volto ha conservato ombre e le colonne pure mostrano due fonti di luce, una esterna, dietro la donna, e una interna. Il quadro ci dice qualcosa del vertiginoso sviluppo che avrà l’arte di Raffaello”. Proprio il rapporto con la Gioconda, “fortissimo”, fa supporre un soggiorno di Raffaello a Firenze più breve rispetto a quello accertato (1504-08) e con una datazione proposta verso il 1503. ‘La dama col liocorno’ deriva la sua impostazione dalla Gioconda, che si ritiene generalmente conosciuta per la prima volta da Raffaello poco dopo il trasferimento a Firenze della fine del 1504 , ma che si può supporre egli vide in lavorazione già l’anno precedente, nel corso di un primo breve soggiorno nella città. Tornare a studiarla in occasione della mostra napoletana ha permesso di riflettere sulla sequenza esecutiva della stessa Monna Lisa, di cui Raffaello fu il primo e, a più riprese nel tempo, il più attento spettatore.

Le parole degli esperti

Queste le parole di Michele Coppola, executive director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo: “Accogliere la Dama col liocorno conferma il solido legame di amicizia e collaborazione con la Galleria Borghese, simbolo della bellezza e del valore del patrimonio culturale italiano. La rassegna ‘L’ Ospite illustre’ e la collana editoriale curata da Allemandi testimoniano l’impegno delle Gallerie d’Italia nel promuovere la conoscenza, lo studio e la condivisione di grandi capolavori, offrendo a un pubblico sempre più ampio di studiosi e appassionati anche occasioni di scoperta”. Francesca Cappelletti, direttore di Galleria Borghese, ha spiegato: Le mostre sono e devono sempre essere occasione di ricerca e studio per la ‘Dama’ ci siamo concentrati sulla storia conservativa dell’opera, comprese le radiografie degli anni ’30 e le analisi successive, che l’hanno fatta diventare un caso importante di storia del restauro. Resta ancora da capire da dove arriva”. Silvia Ginzburg, docente di storia dell’arte nell’ateneo Roma Tre, ha infine aggiunto: ” L’opera ha faticato a essere riconosciuta come di Raffaello, attribuzione proposta da Longhi, perché sta sul crinale” del passaggio del pittore urbinate dallo stile giovanile a quello più maturo e più ‘moderno’. Raffaello non fu allievo di nessuno, traendo sempre esempio da molti e combinando spunti diversi rielaborati autonomamente; tuttavia il corpo a corpo che imbastì con Leonardo e segnatamente con la Gioconda non ha paragoni nel suo intero cammino”.

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