USA, aumentano viaggiatori bloccati o respinti alla dogana

da | 26 Mar 2025 | Turismo

Alle frontiere statunitensi si stanno moltiplicando i casi di turisti in arrivo respinti o portati in centri di permanenza. Gli agenti di dogana hanno intensificato i controlli, fermando, trattenendo o espellendo turisti per irregolarità nei documenti o dichiarazioni considerate imprecise. Una situazione che preoccupa sia i governi europei che gli operatori turistici i quali temono un calo delle prenotazioni verso gli USA.

Cosa sta succedendo: casi di blocco alle dogane USA

Il ministero degli Esteri tedesco ha aggiornato le raccomandazioni di viaggio, segnalando il rischio di arresto, detenzione ed espulsione anche per piccoli errori nei documenti o dichiarazioni poco chiare sul motivo del soggiorno. Si sono moltiplicati i casi di cittadini europei respinti alla frontiera. Alcune testimonianze riportate dal Corriere della Sera, evidenziano la severità dei controlli. Come la tedesca Jessica Brösche che ha trascorso 46 giorni in un centro di detenzione in California dopo essere entrata dal Messico. Un’esperienza simile per il connazionale Lucas Sielaff, detenuto per oltre due settimane prima del rimpatrio. Anche l’inglese Rebecca Burke ha subito un trattamento particolarmente duro: al confine con il Canada, gli agenti le hanno chiesto di correggere il modulo per il visto. Al suo ritorno negli USA, però, l’hanno ammanettata e trattenuta per 21 giorni. Lo stesso trattamento per un ricercatore francese respinto perché sul suo telefono erano presenti critiche all’amministrazione Trump.

L’impatto sul turismo internazionale

Episodi che spingono sempre più viaggiatori europei a rivedere i loro itinerari. Tourism Economics prevede che nel 2025, il numero di visitatori internazionali negli USA diminuirà del 5%. Una perdita di 64 miliardi di dollari per il settore turistico. I dati del Dipartimento della sicurezza interna confermano questa tendenza: gli arrivi dall’Italia sono calati del 9,5%, quelli dalla Francia del 6% e quelli dalla Germania del 7%.

Nonostante le dichiarazioni ottimistiche delle compagnie aeree, alcuni segnali indicano un cambiamento nelle abitudini di viaggio. Swiss Airlines ha registrato un aumento di richieste per destinazioni alternative. I prezzi dei voli verso gli Stati Uniti rimangono più bassi rispetto alla media dello scorso anno, segno di una domanda in calo.

I rischi per chi viaggia negli Stati Uniti

Ottenere un visto o un’autorizzazione ESTA non garantisce l’ingresso negli Stati Uniti. Gli agenti di frontiera valutano caso per caso e possono negare l’accesso se ritengono che il viaggiatore non soddisfi i requisiti richiesti. Inoltre, possono controllare telefoni e computer senza bisogno di un mandato. Secondo l’American Civil Liberties Union, chi utilizza l’ESTA rinuncia al diritto di contestare una deportazione e, in caso di respingimento, rischia fino a 90 giorni di detenzione prima dell’espulsione, seguita da un divieto di ingresso negli USA per cinque anni.

Un cambio di rotta nelle politiche migratorie USA

Questi eventi stanno influenzando le scelte dei viaggiatori europei. L’amministrazione Trump ha imposto una linea più dura sugli ingressi internazionali, rendendo i controlli alle frontiere più rigidi. I turisti quindi si vedono costretti a scegliere altre destinazioni, evitando gli Stati Uniti per ridurre i rischi burocratici e le incertezze legate ai controlli di frontiera. Una tendenza che se continuerà potrebbe portare grandi ripercussioni economiche nel settore.

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