Ercolano, dopo 25 anni spalancano le porte due residenze dell’antica città

da | 21 Mar 2025 | Archeologia, Arte e Cultura, Conservazione e Tutela

Via anche a una nuova App, tra tradizione e innovazione tecnologica

 

Ercolano, al Parco archeologico spalancano le porte – dopo oltre venticinque anni – due tra le più belle residenze dell’antica città. Via anche a una nuova App. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli: “A un quarto di secolo dalla loro chiusura, le dimore della Casa del Colonnato Tuscanico e della Casa del Sacello di legno riaprono i battenti, restaurate con sapiente maestria”.

Spalancano le porte due residenze dell’antica città

Si è conclusa la prima fase del progetto Domus, presentata nei giorni scorsi alla presenza del Ministro della Cultura – Alessandro Giuli – e del Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Onorevole Edmondo Cirielli. Il primo step si è concluso con l’apertura dopo oltre venticinque anni di due tra le più affascinanti residenze dell’antica città: la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di legno, simbolicamente rappresentative dell’origine dell’antica Ercolano. Nella prima è infatti presente un dipinto dove è raffigurato il sacrificio di fondazione della città da parte di Ercole; nella seconda è stata ritrovata una statuetta dello stesso eroe  nel  larario da cui prende il nome l’antica residenza.

Un percorso di continua crescita

Durante la visita del ministro Giuli lo scorso 19 marzo, sono state presentate sia le due domus restaurate, sia la nuova veste della Stanza del custode del Sacello degli Augustali, ma anche i lavori in corso alle Terme Suburbane e le manutenzioni straordinarie su scala urbana.

Il restauro delle due residenze

Nel progetto Domus, alcune delle lavorazioni più complesse sono state realizzate nella Domus del Colonnato tuscanico, dove è stato effettuato un intervento di parziale sollevamento delle colonne del peristilio con annessa trabeazione, riportandolo allo stato originario di epoca romana e rafforzando la struttura statica della casa, resa finalmente visitabile. Nelle Domus del Colonnato tuscanico e del Sacello di legno, grande attenzione è stata rivolta alle delicate pavimentazioni – in particolare quelle in battuto di cocciopesto – e al ripristino delle condizioni conservative per garantirne la stabilità in funzione della riapertura. Sono state testate nuove tipologie di malte di ripristino per verificarne la durabilità in un contesto all’aperto e soggetto a notevoli sollecitazioni meccaniche. Le superfici decorative parietali quali dipinti murali e intonaci sono state consolidate, garantendone la protezione e assicurando una corretta gestione dell’acqua piovana. In questo modo, nell’arco di qualche anno, gli indici di umidità nelle murature saranno di molto ridimensionati rendendo possibile una ulteriore, nuova fase di interventi, volta al recupero estetico delle superfici, operazione al momento già effettuata su alcuni affreschi in idonee condizioni delle domus coinvolte.

La Casa del Colonnato Tuscanico

La Casa del Colonnato Tuscanico si trova al centro della città antica con ingresso principale dal Decumano Massimo. Il nome deriva dal tipo di colonne utilizzate nel peristilio che racchiudeva il giardino domestico. domestico. La casa fu scavata negli ultimi anni della direzione Maiuri tra 1959 e 1960 e i restauri completati nei primi anni 70 del Novecento. Scavi archeologici condotti durante questo restauro hanno confermato che l’attuale planimetria, a forma di L rovesciata, deriva dalla fusione di due unità abitative del II secolo a.C. unificate soltanto nella prima età imperiale a seguito di una complessiva riorganizzazione dell’intero settore nord-occidentale dell’Insula in cui venne edificato anche il cd. Collegio degli Augustali. Le fauces (ingresso) sono affiancate da due botteghe aperte sul Decumano Massimo ma comunicanti con l’abitazione, segno che veniva gestita da chi abitava la casa. La bottega, con ingresso al civico 16, era in origine un cubicolo aperto sull’atrio, dipinta in III Stile con una scena di sacrificio alla presenza di Ercole.

Sull’atrio, con originale impluvio di tufo rivestito di marmo in età imperiale e trasformato in fontana, si apre un altro corridoio dal quale si accede al peristilio con colonne che dà il nome alla casa. Su questo corridoio fu trovato un soppalco con un deposito di venti anfore. A destra nel peristilio si apre il triclinio, la grande stanza conviviale con una coppia di semicolonne sull’ingresso volutamente più largo per avere una migliore vista sul giardino le cui pareti sono decorate con immagini di Bacco e di Apollo. Sul lato ovest del peristilio si aprono gli ambienti di servizio: la cucina – con bancone e pittura di larario con serpenti agatodemoni – e i ripostigli. In una stanza al primo piano furono trovate 14 monete d’oro e un sigillo di M(arco) Co(minio) Fru(gi) probabile nome dell’ultimo abitante o proprietario della casa.

La Casa del Sacello di legno

La casa deve il suo nome a un bellissimo armadio con larario in legno a forma di tempietto con capitelli corinzi, ritrovato carbonizzato in un cubicolo al piano terra a destra dell’ingresso. La domus, seppur con piccole trasformazioni avvenute nel corso del tempo, ha conservato fino alla sua ultima fase di vita il tipico aspetto delle dimore ercolanesi di II secolo a.C. Ne è dimostrazione la disposizione planimetrica delle stanze con la canonica successione di ingresso, fauces, atrio, tablino. Addirittura nell’atrio sono visibili le tracce di un antico loggiato (cenaculum) che si doveva sviluppare sul tablino e sulle stanze affacciate sul V Cardo, secondo un modello che ad Ercolano è ben rappresentato dalla Casa Sannitica. All’interno del larario furono trovati, tra l’altro, una statuetta di Ercole e un sigillo di Lucio Autronio Euthimione, ultimo proprietario della domus. Oggi la casa ci appare spoglia con pochi avanzi di decorazioni riferibili alla sua ultima fase di vita ma in antico doveva avere una certa dignità nonostante il modesto sviluppo planimetrico.

Il progetto complessivo di restauro

Il progetto di restauro prevede complessivamente interventi su sei domus, di cui quattro ora in avanzato stato di lavorazione (Casa a Graticcio, Casa del Mobilio Carbonizzato, Casa dell’Apollo Citaredo e Casa dell’Atrio a Mosaico) e rientra nel processo di programmazione congiunta e pluridisciplinare per la conservazione del sito archeologico sul modello di governance di partenariato pubblico-privato attivo da più di vent’anni tra il Parco archeologico di Ercolano ed il Packard Humanities Institute. Il risultato sul lungo periodo porterà ad attuare cicli manutentivi continui, e all’ampliamento dell’offerta di fruizione per il pubblico, con conseguente beneficio anche per le aree che attualmente soffrono di una rilevante pressione antropica.

Via a una nuova App

A disposizione anche una nuova App mobile per sistemi Android e IOs, parte integrante di Ercolano Digitale, un vero e proprio ecosistema di risorse online fruibili attraverso il nuovo portale istituzionale del Parco, ricco di molteplici servizi e contenuti 3D, la  piattaforma dedicata alla catalogazione dei reperti (già on line attraverso il collegamento dinamico con Il Catalogo Nazionale dei Beni Culturali) e il portale Open Data, presto on line per l’intera comunità scientifica di riferimento e non solo.  L’App Ercolano digitale è disponibile in nove lingue e può essere scaricata liberamente dai principali stores; sfrutta l’innovativa connessione WIFI e LiFi del Parco attraverso cui le informazioni arrivano automaticamente sui device fornendo contenuti contestuali rispetto alla posizione del visitatore grazie a una capillare rete di beacon bluetooth, unica nel suo genere nei siti archeologici italiani. I visitatori possono scegliere tra cinque percorsi in base ai contenuti tematici, all’età e ai tempi di percorrenza per una visita a misura di tutti.

Ercolano in rete con il Packard Humanities Institute

A fare gli onori di casa sono stati il Direttore del Parco Francesco Sirano, insieme ai rappresentati del Packard Humanities Institute (prof. Richard Hodges, arch. Jaime Garcia e arch. Jane Thompson), l’Ente filantropico che affianca Ercolano in un partenariato pubblico privato che dura da ben 24 anni. Il Direttore ha sottolineato l’estrema complessità e innovazione tecnologica degli interventi sulle domus appena riaperte e si è soffermato sul complessivo approccio strategico ai temi della conservazione e della fruizione del patrimonio. Nuove entusiasmanti prospettive si aprono grazie alla sottoscrizione (luglio 2024) del protocollo d’Intesa con il Packard Humanities Institute con la realizzazione di nuovi depositi, laboratori, uffici e la storica ripresa, a quasi cento anni dall’inizio degli scavi Maiuri, delle ricerche archeologiche su vasta scala nell’area est della città antica.

Riprendono gli scavi archeologici

Commenta il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli: “A un quarto di secolo dalla loro chiusura, le dimore della Casa del Colonnato Tuscanico e della Casa del Sacello di legno riaprono i battenti, restaurate con sapiente maestria, segnando il compimento della prima fase del Progetto Domus. L’ultraventennale alleanza con il Packard Humanities Institute si conferma feconda e lungimirante. Un sodalizio che proseguirà con un investimento di circa 45 milioni di euro, consentendo la ripresa degli scavi archeologici nel sito, lo studio e l’applicazione delle nuove tecnologie alla ricerca e alla fruizione del patrimonio, la costruzione di depositi e laboratori”.

Dialogo tra Italia e USA

Il Vice Ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, dichiara: “La riapertura di due domus e la realizzazione della App Ercolano, frutto della più che ventennale collaborazione con la Fondazione Packard testimonia quanto lo straordinario patrimonio culturale campano possa attivare importanti canali di diplomazia culturale, capaci di innescare lo sviluppo armonioso del territorio portando crescita, conoscenza e occupazione di qualità. La valorizzazione di Ercolano continua così ad aprire a importanti prospettive nel dialogo transatlantico tra Italia e USA, contribuendo al contempo alla tutela di un sito archeologico di grande importanza”.

Tra tradizione e tecnologia

Francesco Sirano, Direttore del Parco archeologico di Ercolano, commenta: “Il nostro obiettivo è quello di rendere il Parco archeologico di Ercolano un luogo dove storia, cultura, tecnologia, ma anche familiarità con le nostre origini che definirei quasi sentimentale, si intrecciano per offrire ai visitatori un’esperienza senza precedenti. La sfida principale che ha caratterizzato l’intero intervento sulle domus ha riguardato la necessità di contemperare esigenze tecniche e di conservazione (come ad esempio ripristinare la stabilità strutturale) con una presentazione al pubblico che ne esaltasse le caratteristiche che le rendevano spazi del buon vivere, di vita raffinata e operosa della quale esse sono testimonianza di grandissimo valore storico e monumentale. L’ampliamento dell’area di fruizione grazie all’apertura delle domus in cui si è intervenuti è parte integrante di una visione del sito rivolta al futuro che comunica valori universali”.

Prosegue Sirano: “Per farlo ci si è avvalsi delle nuove tecnologie che contribuiscono a far conoscere al mondo la ricchezza storica di questo patrimonio dell’Umanità in modo innovativo e accessibile a tutti. Con la nuova App, ogni visitatore potrà non solo esplorare i nostri siti, ma anche entrare in contatto con il nostro archivio digitale, un patrimonio che cresce ogni giorno grazie al lavoro di conservazione e ricerca che portiamo avanti con passione. Siamo pronti a proiettare nel futuro il nostro straordinario passato, e siamo pronti anche al l’avvio di nuovi scavi nell’area est della città antica: una ripresa storica delle ricerche resa possibile, come tanti altri importanti progetti, dall’eccellente partenariato pubblico privato con l’ente filantropico americano Packard Humanities Institute. L’approccio multidisciplinare e l’adozione di un piano di gestione del sito, a partire dal 2017, ha portato alla definizione di programmi di manutenzione a scala urbana che hanno disinnescato le emergenze, hanno permesso la riduzione delle aree di degrado e hanno garantito la tutela del patrimonio UNESCO”.

Una rete lunga 24 anni

L’architetto Jane Thompson, manager incaricato della gestione del partenariato-pubblico su incarico delle fondazioni Packard, dichiara: “Oggi festeggiamo gli ultimi esiti di un lungo cammino a Ercolano nella prospettiva e corresponsabilità della strada da percorrere nel prossimo, immediato futuro.  Forte di 24 anni, a partire dal 2001, le azioni congiunte per la conservazione e valorizzazione della città antica insieme a progetti mirati a ripensare il suo rapporto con la città moderna attraverso la riqualificazione del quartiere confinante di via Mare, oggi il partenariato pubblico-privato sta entrando in una nuova fase, ancora più importante”.

Ercolano come punto di riferimento per gli studi umanistici

Prosegue Thompson: “La realizzazione di un nuovo complesso di edifici, arretrati verso sud rispetto al sito archeologico, consentirà l’eliminazione delle infrastrutture moderne esistenti a bordo scavo e l’arretramento degli attuali limiti di scavo verso est e sud. Questa ‘rivoluzione’ crea le condizioni per due svolte epocali: la ripresa degli scavi archeologici verso est a una scala paragonabile solamente a quella dell’epoca di Amedeo Maiuri; la creazione di un paesaggio verde per chi esplora la città antica, luogo accogliente sia la per la comunità locale quanto per i visitatori del sito archeologico. L’azione combinata di questi progetti farà del Parco archeologico di Ercolano e del suo territorio, nel medio e lungo periodo, un importantissimo punto di riferimento internazionale per gli studi umanistici”.

Importo di 5 milioni di euro

L’intervento Restauro conservativo delle strutture e delle superfici decorate delle domus più importanti di Ercolano è finanziato con i Fondi del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) ‘Vesuvio – Pompei – Napoli’. Piano Sviluppo e Coesione del Ministero della Cultura – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2014-2020, gestiti, per il Ministero della Cultura, dall’Autorità Responsabile del Piano Sviluppo e Coesione del Dipartimento per l’Amministrazione Generale, per il tramite dell’Unità Grande Pompei, per l’importo complessivo di 5 milioni di euro.

Immagine in evidenza, crediti: Foto di A. Sbaffi e E. A. Minerva – Ministero della Cultura

Clicca sul Banner per leggere Territori della Cultura n° 59