Over turismo, la ‘banda di Robin Hood’ torna a colpire in tutta Italia

da | 14 Gen 2025 | Leggi e regolamenti, Turismo

Su 577.496 strutture registrate, sono state rilasciati 465.192 CIN, per un totale di 80,55 per cento

La ‘banda di Robin Hood’ torna a colpire in tutta Italia contro gli affitti brevi in segno di protesta verso l’emergenza casa e l’over turismo. Il Ministro del Turismo, Daniela  Santanchè, esprime la condanna verso le azioni di vandalismo, mentre il sindaco di Firenze, Sara Funaro, già ha dichiarato battaglia alle key box. Intanto, è entrato in vigore il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del CIN, cioè del Codice Identificativo Nazionale. I dati del ministero del Turismo aggiornati al 13 gennaio 2025 rilevano che su 577.496 strutture registrate, sono state rilasciati 465.192 CIN, per un totale di 80,55 per cento di CIN su strutture registrate.

La ‘banda di Robin Hood’ torna a colpire

La ‘banda di Robin Hood’ torna a colpire diverse città in Italia e agisce contro la key box a Torino, Bologna, Reggio Emilia, Napoli, Palermo e Catania. Striscione a Roma: “Stop affitti brevi, Santanchè vogliamo risposte”. Proseguono, dunque, le azioni contro gli affitti brevi e l’over turismo. Sabotati lucchetti e key box con sticker e colla, presente addirittura un manuale che chiude un manifesto che accompagna i blitz: “Compra la colla dal ferramenta; sabota i lucchetti in modo tale da bloccarne il funzionamento; appiccia l’adesivo e lascia sul posto un simbolo di Robin Hood”. Quali simboli? Per esempio “il cappello o una piuma”. Nel manifesto gli attivisti evidenziano i motivi per i quali sabotano i lucchetti: “I lucchetti che sabotiamo non sono altro che uno dei sintomi di un business del turismo che è degenerato sotto tutti i fronti. Per questo continuiamo a sabotare i lucchetti, così come continueremo a sabotare tutti gli altri sintomi del diritto alla casa negato in Italia. Questo cappello deve apparire su ogni casa che al posto di una famiglia in difficoltà ospita un turista a prezzi che falsano tutto il mercato immobiliare”.

Le motivazioni

La ‘banda’ sottolinea in una nota a proposito dell’emergenza casa: “È  nazionale e necessita soluzioni messe in campo dal governo. Gli effetti negativi del turismo non sono che una diramazione di un sistema che non garantisce il diritto alla casa ai suoi cittadini. Ministra Santanchè, saboteremo il vostro turismo fino a che non ci saranno risposte concrete al disagio che questo settore causa”. Ancora sui vari manifesti si legge: “Non è una questione di sicurezza. Non è una questione di decoro. La casa è un diritto, non una gallina dalle uova d’oro”. E precisano: “A Roma il Giubileo è iniziato, e una celebrazione che dovrebbe alleviare le disuguaglianze, redistribuire le ricchezze e condonare i debiti, non è altro che un catalizzatore dell’avidità dei proprietari immobiliari che sfruttano i flussi turistici per appesantirsi le tasche. Robin Hood non è interessato a prendere da quelle tasche, ma è intenzionato a interferire con questo meccanismo di ingiustizia. Serve una vera moratoria agli sfratti. Le famiglie, gli studenti, gli anziani non possono più permettersi gli affitti che raggiungono picchi di crescita dell’80 per cento. Gli sfratti in vista del Giubileo sono alle stelle. I quartieri cambiano volto per lasciare spazio a consumo, beni di lusso, fast food”.

La condanna agli atti di vandalismo da parte della Santanchè

Il Ministro del Turismo, Daniela  Santanchè, esprime la condanna verso le azioni di vandalismo: “Condanniamo con fermezza gli atti vandalici delle ultime ore contro i gestori degli affitti brevi. Rimaniamo, come sempre, aperti al dialogo e siamo pronti a una riflessione comune, purché si svolga in un clima di confronto costruttivo, volto a valutare un eventuale miglioramento delle norme attualmente in vigore”. E in merito ad affitti brevi e alle key box dichiara in un’intervista a ‘Il Tirreno’, a cura di Francesca Ferri: “È un problema (quello degli affitti brevi) che c’è da anni. Mai un governo ha messo mano alla regolamentazione. Noi siamo il primo governo ad averlo fatto. Ma qualcuno dimentica che la proprietà privata è sacra. Qui bisogna tenere insieme due pilastri: la proprietà privata e l’emersione della concorrenza sleale e del sommerso. Per le key box, ho preso un impegno al G7, anche parlando con il presidente della Regione Toscana, Giani e con il sindaco di Firenze, Funaro. Il ministro degli Interni è stato molto bravo e molto veloce e ha fatto una circolare. Andava applicata”. Continua il Ministro: “Se uno va a dormire in una struttura con affitto breve comunque ci deve essere una identificazione. Non lo dico io, ma una legge dello Stato. Vediamo se la tecnologia ci viene incontro, se si può fare qualcosa di diverso. Perché anche secondo me, obiettivamente, queste key box non sono la migliore delle soluzioni. Individuiamone altre. Vediamo, lavoriamo insieme. Non è una contrapposizione. Tutti vogliamo che ci sia il meglio per Firenze, per Milano, per Roma, per Venezia”.

La battaglia di Firenze contro le key box

Il sindaco di Firenze, Sara Funaro, già ha dichiarato battaglia alle key box: “La battaglia sulle key box è iniziata a Firenze, il loro stop è un primo punto importante, perché ci dà la possibilità di intervenire sia sul decoro che sulla sicurezza in città. È un primo punto fermo messo alla partita degli affitti brevi”. La Funaro esprime soddisfazione dopo il Cosp convocato in prefettura. La prefetta, Francesca Ferrandino, che ha dato il via libera alla delibera dell’Amministrazione fiorentina che ha messo al bando le cassette di sicurezza per le chiavi per i turisti che usufruiscono degli affitti brevi. La prefetta sottolinea le “esigenze ineludibili di sicurezza dettate dalla normativa nazionali e dalla circolare recente firmata dal capo della Polizia. E queste esigenze impongono una revisione delle key box coi turisti che devono essere identificati ‘de visu’ quindi solo attraverso il rapporto tra persone. L’esigenza di sicurezza, inoltre, richiede un’altra cosa: che i controlli sulle effettive presenze delle persone che affittano le case siano stringenti. E anche in questo caso, da un punto di vista della sicurezza, le key box ci danno da pensare”. Una volta che la decisione entrerà in vigore con l’approvazione in Consiglio comunale e la modifica al regolamento di Polizia urbana, le key box dovranno essere rimosse. Probabilmente entro la fine del mese di febbraio.

Su 577.496 strutture registrate, sono state rilasciati 465.192 CIN

Intanto, è entrato in vigore il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del CIN, cioè del Codice Identificativo Nazionale, ma anche di specifici dispositivi di sicurezza presentare al Comune di appartenenza la Segnalazione Certificato di Inizio Attività (Scia).  I dati del ministero del Turismo aggiornati al 13 gennaio 2025 rilevano che su 577.496 strutture registrate, sono state rilasciati 465.192 CIN, dei quali 6.053 in verifica amministrativa, per un totale di 80,55 per cento di CIN su strutture registrate.

La situazione sui CIN regione per regione

Facendo un focus sulle varie Regioni, si nota come in Abruzzo sia stato rilasciato il 75,88 per cento di CIN, in Basilicata il 93,18 per cento, in Calabria il 77,20 per cento, in Campania l’85,55 per cento, in Emilia-Romagna l’84,96 per cento, in Friuli-Venezia Giulia il 58,60 per cento, nel Lazio il 77,98 per cento, in Liguria il 76,64 per cento, in Lombardia l’81,86 per cento, nelle Marche il 75,82 per cento, nel Molise l’83,09 per cento, nella Provincia autonoma di Bolzano il 93,63 per cento, nella Provincia autonoma di Trento l’84,28 per cento, in Piemonte il 78,51 per cento, in Puglia il 76,12 per cento, in Sardegna l’83,97 per cento, in Sicilia l’81,88 per cento, in Toscana l’81,03 per cento, in Umbria il 58,65 per cento, in Valle d’Aosta il 90,96 per cento e in Veneto l’86,96 per cento.

Le considerazioni della Santanchè

Sulla situazione dei CIN in Italia, sottolinea la Santanchè: “Leggo in questi giorni alcuni messaggi allarmistici e disfattisti sulla situazione dei CIN in Italia. Invitando alla ponderazione, vorrei innanzitutto ricordare che quella realizzata dal Ministero del Turismo è una riforma enorme, davvero senza precedenti, che ha richiesto e continua a richiedere un grande lavoro collettivo. A oggi, stiamo processando, ogni giorno, oltre 2000 richieste di registrazione alla BDSR e il dialogo con le Regioni è costante. Parliamo di un processo molto complesso e delicato, che stiamo cercando di gestire nel migliore dei modi, e quindi – tra l’altro – anche evitando un inutile, quando non nocivo, terrorismo sul tema sanzioni: siamo consapevoli che ci sono strutture che hanno fatto richiesta e si stanno regolarizzando. C’è anche da dire, poi, che tra le strutture che non hanno ancora preso il CIN ce ne possono essere alcune in anagrafica ma che non esercitano l’attività. La percentuale di aziende ancora non inserite nella BDSR rientra quindi in un fisiologico processo di assestamento del nuovo quadro normativo definito dalla riforma. Direi, perciò, che il dato di strutture non ancora registrate non mi sembra così preoccupante, anche considerando il fatto che la BDSR è entrata in vigore da soli quattro mesi. Una riforma epocale, quindi, che in poco tempo sta già dando i primi risultati”.

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