Il 31 ottobre, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha proclamato la città vincitrice del titolo di Capitale dell’Arte Contemporanea 2026. La scelta è ricaduta su Gibellina, comune di Trapani.
Lo scorso 31 ottobre, nel corso di una cerimonia svolta a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha decretato Gibellina come la città vincitrice del titolo di Capitale dell’Arte Contemporanea 2026. La cerimonia si è svolta in presenza dei rappresentanti delle cinque città finaliste, ovvero Carrara, Gallarate, Gibellina, Pescara e Todi, e sono intervenuti il Direttore Generale Creatività Contemporanea, Angelo Piero Cappello, e la Presidente della Giuria, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Questo riconoscimento è un’opportunità preziosa per Gibellina per mettere in mostra al pubblico di visitatori progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea. Il tutto per una buona parte dell’anno. Il riconoscimento di Gibellina come Capitale dell’Arte Contemporanea 2026 risulta un segno di pieno riscatto per la città. Al momento della proclamazione della vittoria, un urlo di gioia si è alzato dall’aula consiliare, nel quale era installato un maxischermo per seguire l’evento. Si parla di riscatto perchè il terremoto del Belìce del 1968 aveva distrutto l’intero zona, tanto che ad oggi il centro abitato attuale, noto anche come Gibellina Nuova, dista circa 11 km dal precedente. Il terremoto fu un violento evento sismico, di magnitudo momento 6,4[1], che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale, la Valle del Belìce, compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo.
La procedura di selezione
Alla base di “Portami il Futuro” c’è un progetto ambizioso che si sviluppa attraverso iniziative legate all’arte e alla creatività contemporanea, a partire dalla progettazione culturale fino alla rigenerazione urbana, al restauro e soprattutto alla costruzione di una visione concreta sul futuro dell’arte contemporanea. In questo senso, la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura il 15 aprile 2024 aveva lanciato il bando per la designazione della prima “Capitale italiana dell’Arte contemporanea” per l’anno 2026. Sono state 23 le città italiane che hanno presentato il dossier di candidatura alla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Ad ottobre sono stati resi noti i nomi delle cinque città finaliste, che la Giuria, presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e composta da Sofia Gnoli, Walter Guadagnini, Renata Cristina Mazzantini e Vincenzo Santoro, ha scelto dopo aver esaminato le candidature pervenute. Le singole delegazioni hanno successivamente presentato alla Giuria i progetti elaborati per ciascuna nel corso di audizioni pubbliche, che si sono svolte il 25 ottobre a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura.
Le motivazioni della scelta di Gibellina
La collezione d’arte contemporanea della cittadina è copiosa e risale al 1980. Tra i principali autori delle opere presenti, troviamo Mario Schifano, Giulio Turcato, Arnaldo Pomodoro, Gino Severini, Alighiero Boetti, Fausto Melotti, Giuseppe Uncini, Pietro Consagra, Carla Accardi. Nello specifico, le motivazioni della scelta ricaduta su Gibellina sono state esposte dalla giuria del premio, formata da professionisti del settore che, autonomamente, hanno votato e scelto la località vincitrice Tra le varie ragioni espresse, che hanno portato a decidere per Gibellina, troviamo le seguenti: la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando nel presente memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale; la sua capacità di coinvolgimento delle nuove generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali; il fatto di essere Città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana, e per la capacità di essere insieme una città-opera e una città da abitare: per il suo progetto, con il quale la città diventerà un grande laboratorio dove le pratiche e le energie dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità e del capiente concetto di eredità. A tal proposito, queste sono state le parole del ministro Giuli: “L’istituzione del titolo di ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea’ vuole rendere un nuovo, doveroso tributo alla creatività e al genio italiani, ed è la conferma dell’impegno fattivo del Governo per restituire all’Italia, alle sue città, ai suoi territori e ai suoi abitanti, la consapevolezza di essere l’Italia”.