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William Kentridge è protagonista a Venezia

da | 6 Apr 2024 | Appuntamenti, Arte e Cultura, Mostre ed Eventi, Persone e Carriere

Una serie di video in nove episodi all’Arsenale Institute for Politics of Representation

William Kentridge è protagonista di una mostra a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, ‘Self-portrait as a coffee-pot’. L’innovativo percorso è presentato all’Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia dal 17 aprile al 24 novembre 2024 ed è costituito da una serie di video in nove episodi che rispecchiano il reale nell’era del digitale e accompagnano i visitatori in una suggestiva riflessione.

La serie
La serie video ‘Self-portrait as a coffee-pot’ è costituita da nove episodi da trenta minuti. In origine la serie è stata pensata per essere fruita online, in televisione o sui dispositivi mobili. Poi però la scommessa: portare la serie davanti a un pubblico in carne e ossa, dando vita a una riflessione sul rapporto tra reale e digitale, mostrando cosa potrebbe accadere nel cervello e nello studio di un artista che prima di tutto è un uomo che vive in un’epoca dominata dalla tecnologia e che rivendica la libertà del processo creativo umano.

Il processo creativo in mostra
Così William Kentridge ha dato vita a uno spettacolo suggestivo e in grado di stimolare la riflessione. Un esempio? In una clip l’artista sudafricano – noto per i suoi cortometraggi animati, le sue sculture e le sue produzioni di teatro e opera – si mostra di spalle, impegnato a realizzare un’opera mentre racconta in modo conciso e ironico il suo essere artista. Gli episodi costituiscono una vera e propria narrazione di vite, in collaborazione con la curatrice Carolyn Christov-Bakargiev, amica e autrice della fondamentale monografia sui suoi lavori pubblicata nel 1998.

Un’esperienza unica
Girate nel suo studio durante e dopo la pandemia di Covid-19 che ha colpito il mondo tra il 2020 e 2022 e completate nel 2023, queste opere saranno visibili in un ambiente unico, che ricrea parzialmente lo studio di Johannesburg (Sudafrica) in cui sono stati realizzati.

I significati delle opere spiegati da William Kentridge
Spiega William Kentridge: “Le riprese sono iniziate durante il primo lockdown e lo studio imitava gli spazi chiusi del Covid” ma “è anche una testa espansa, una camera di pensieri e riflessioni dove tutti i disegni, le foto e i residui sulle pareti dello studio diventano questi stessi pensieri”. Lo studio, dunque, come spazio chiuso ma anche come cervello, pensiero critico e creativo.

La riflessione privata si intreccia con la condivisione
In uno spazio espositivo delle stesse dimensioni dello studio dell’artista, la dimensione pubblica e privata si intersecano, risaltando sia lo spazio dedicato alla riflessione, sia fisico sia mentale, ma anche lo spazio inteso come luogo, sempre fisico e mentale, di collaborazione e condivisione con gli altri.

Valorizzata l’intelligenza umana
Queste opere rappresentano un inno alla libertà artistica ma al tempo stesso rilevano la mancanza di libertà tipica degli spazi chiusi nell’era digitale. In un’epoca in cui l’uso eccessivo della tecnologia rischia di atrofizzare relazioni e capacità sociali, questi brevi episodi valorizzano il processo di creazione e l’intelligenza umana rispetto all’Intelligenza Artificiale.

La rete attorno alla serie
La serie di nove episodi è stata creata e diretta da William Kentridge, prodotta da Rachel Chanoff e Noah Bashevkindi di The Office Performing Arts + Film, da Joslyn Barnes di Louverture Films e dal William Kentridge Studio ed è a cura di Walter Murch, Janus Fouché e Žana Marović. La casa di distribuzione di cinema d’essai MUBI ha acquisito i diritti di streaming globali per la serie. La mostra è sostenuta da Goodman Gallery, Lia Rumma Gallery e Hauser & Wirth.

Dialoghi filosofici con William Kentridge
Oltre al percorso espositivo, c’è anche una sorpresa speciale. Durante la settimana di apertura della Biennale di Venezia, da lunedì 15 a venerdì 19 aprile, William Kentridge e Christov-Bakargiev converseranno davanti a un whisky a tarda notte dalle 23:00 a mezzanotte con ospiti speciali.

Questa serie di Midnight Whiskey Talks presenta dialoghi filosofici improvvisati che si svolgono fisicamente al piano superiore dell’Istituto Arsenale, la cui biblioteca presenta opere artistiche dei primi giorni dell’Internationale Situationniste negli anni Cinquanta e Sessanta. I Midnight Whiskey Talks si svolgeranno ogni giorno e saranno trasmessi in live streaming alle 23:00 CET su IG @williamkentridgestudio. Le informazioni su come partecipare dal vivo a Venezia verranno diffuse successivamente.

William Kentridge alla Ca’ Foscari
William Kentridge interverrà anche all’Università Ca’ Foscari di Venezia venerdì 19 aprile dalle ore 11:00 alle 13:00. L’incontro si svolgerà nella storica Aula Magna Silvio Trentin a Ca’ Dolfin (Calle Larga Foscari Dorsoduro 3839/A), dove un tempo era collocata una serie di dipinti del Tiepolo che rappresentano teatralmente battaglie e scene dell’espansione dell’Impero Romano, compresa la Guerra Punica, prima che venissero rimossi alla fine dell’Ottocento. Il tema coglie la poetica dell’artista rispetto al senso della perdita e della storia.

Tra emozioni e memoria
Carolyn Christov-Bakargiev sottolinea: “L’arte di Kentridge affonda le proprie radici in Sudafrica – dove l’artista continua a vivere e a creare la maggior parte dei suoi lavori – e nasce dal tentativo di affrontare la natura delle emozioni e della memoria umana, nonché il rapporto tra conoscenza, desiderio, etica, pratica e responsabilità.

Kentridge indaga su come le nostre identità vengono modellate attraverso le nostre mutevoli idee di storia e luogo, osservando come costruiamo le nostre storie come forme di collage e cosa ne facciamo, sia a livello individuale che nella collettività”.

Riflessione sulla nostra società
Prosegue Carolyn Christov-Bakargiev: “La sua è un’arte elegiaca ma allo stesso tempo beffarda, che esplora le possibilità della poesia nella società contemporanea – anche in assenza di visioni utopiche per il futuro – e fornisce un acerbo commento satirico sulla nostra società, proponendo al contempo un modo di vedere la vita come un continuo processo di cambiamento e incertezza piuttosto che come un mondo controllato dai fatti.

In questa nuova serie, gli alter ego e i doppelgänger di Kentridge dibattono su una serie di questioni: come funziona la memoria? Cosa crea il sé? Perché la storia va sempre storta? Si potrebbero interpretare le opere come un’inversione dell’ossessiva divisione narcisistica delle personalità della nostra epoca di avatar sui social media in forme di tranquilla psicoanalisi”.

Le influenze
Sebbene interessato alle traiettorie del Situazionismo, il vocabolario visivo, i costumi e i design di William Kentridge sono stati spesso ispirati da un periodo precedente, in particolare da Dada, Bauhaus e precursori costruttivisti, tra cui il Ballet Triadique (1916-1922) di Oskar Schlemmer; alcuni di questi costumi compaiono nell’episodio 8 della serie, ‘Oh to Believe in Another World’, che fa riferimento alla caduta in disgrazia degli intellettuali utopisti in generale attraverso la storia di Dmitri Shoshtakovic ed è anche il titolo di una performance e di un’installazione di Kentridge del 2022–2023.

L’Arsenale Institute for Politics of Representation
L’Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia, diretto dal filosofo Wolfgang Scheppe, è uno spazio dedicato a ricerche e mostre che si occupano di critica dello spettacolo e indagano la politica della rappresentazione nello spirito del Situazionismo, di cui Scheppe è esperto.

Info. Orari di apertura: da mercoledì a domenica dalle ore 10:00 alle ore 19:30.

 

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