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La Pinacoteca Nazionale di Bologna cambia look

da | 3 Apr 2024 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi, Promozione e valorizzazione

Nuovo percorso espositivo alle sale del Seicento e del Settecento. Al Guercino è dedicata la sala centrale

Le sale della Pinacoteca Nazionale di Bologna che ospitano le opere del Seicento e del Settecento hanno riaperto al pubblico sabato 30 marzo 2024, inaugurando un nuovo percorso espositivo e un nuovo allestimento. Al Guercino è stata dedicata interamente la sala centrale, dopo che all’artista era stata da poco dedicata la mostra ‘Guercino nello studio’. Ad aprile, percorsi tematici di approfondimento sul Seicento e Settecento, in occasione della riapertura delle sale dedicate.

Nuovo look alla Pinacoteca Nazionale di Bologna

Il nuovo look di questa parte del museo si inserisce nel generale lavoro di ripensamento dei percorsi iniziato nel 2023 dalla sezione della Pinacoteca dedicata al Rinascimento. Il nuovo percorso ideato per le sale del Seicento e del Settecento della Pinacoteca è a cura di Mirella Cavalli e Maria Luisa Pacelli. È stato realizzato con la collaborazione di Carmen Santi e Federica Chiura, dell’Ufficio comunicazione del museo.

Nove sezioni che seguono criteri cronologici e tematici
Il percorso è suddiviso in nove sezioni che seguono un ordine cronologico, comune all’intera galleria, ma anche tematico, con un focus su generi come la pala d’altare, il ritratto e il paesaggio.

Opere a confronto tra vecchie e nuove generazioni
Grande attenzione è posta sul confronto tra le opere degli artisti che hanno condizionato lo sviluppo dell’arte bolognese di questo periodo – come Ludovico, Annibale Carracci e Guido Reni – e quelle delle nuove generazioni, che si spingono oltre la seconda metà del XVII secolo.

Al Guercino è dedicata la sala centrale
Al Guercino è stata dedicata interamente la sala centrale, la più grande di questa zona del museo. La medesima sala aveva ospitato la mostra ‘Guercino nello studio’, aperta il 5 ottobre 2023 e terminata il 25 febbraio 2024.
L’esposizione dedicata alla figura di Giovanni Francesco Barbieri si era focalizzata sulle diverse fasi dell’attività del Guercino e sulla sua vita da artista, spiegando al tempo stesso quella che era la professione del pittore nel periodo storico considerato, chiarendo le dinamiche professionali, artistiche e imprenditoriali.

Il focus sul Settecento
Per il Settecento ampio spazio è stato dedicato a Giuseppe Maria Crespi, tra le figure più originali del suo tempo; spazio anche alla famiglia Gandolfi e a Donato Creti. Il percorso termina con la sala dedicata all’“imperturbabile quiete dei paesaggi d’Arcadia”, che si contrappone al registro popolare delle opere di Crespi.

Campagna di monitoraggio e manutenzione conservativa
Il progetto di riallestimento è stato l’occasione per una campagna di monitoraggio e manutenzione conservativa straordinaria sulle opere coinvolte. Il risultato è stato possibile grazie al lavoro di Elisabetta Polidori e Gisella Pollastro, dell’Ufficio gestione tecnica delle collezioni, restauro, conservazione preventiva e mostre della Pinacoteca, che sono state coadiuvate da Monica Vezzani della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

Allestimento all’insegna della continuità
L’allestimento è stato curato da Silvia Gaiba, architetto responsabile dell’Ufficio tecnico della Pinacoteca, che ha sviluppato un progetto in continuità con quello realizzato dallo Studio Bettini Architetti in occasione del riallestimento della sezione del Rinascimento. La grafica si inserisce nella più generale revisione dell’immagine coordinata della Pinacoteca, curata da Studio Eremo.

Pacelli: “Lettura lineare ed eloquente dello sviluppo della pittura bolognese del Seicento e del Settecento”
La direttrice Maria Luisa Pacelli spiega che il nuovo percorso narrativo: “è stato progettato per venire incontro a esigenze di chiarezza nella comunicazione dei contenuti, di una migliore contestualizzazione delle opere e per offrire una lettura il più possibile lineare ed eloquente dello sviluppo della grande pittura bolognese del Seicento e del Settecento”.

Il ritratto moderno
Ad aprile la Pinacoteca nazionale di Bologna propone percorsi tematici di approfondimento che accompagneranno la riapertura delle sale dedicate al Seicento e al Settecento.
Venerdì 5 e venerdì 19 aprile alle ore 17:00 andrà in scena ‘Il ritratto moderno’. Fra le sale della sezione appena riaperta si cercherà di capire come gli artisti di questo periodo abbiano reinterpretato un genere pittorico di grande fascino. Dal tardo Cinquecento dei Carracci, con le loro innovazioni, alla ritrattistica settecentesca di Giuseppe Maria Crespi e dei Gandolfi.

Il paesaggio tra Seicento e Settecento
Venerdì 12 e venerdì 26 aprile alle ore 17:00 sarà invece la volta di indagare ‘Il paesaggio tra Seicento e Settecento’. Il percorso si focalizzerà sul rapporto tra uomo e natura come è stato interpretato dai pittori della stagione del Barocco.
Dal rinnovamento operato già a fine Cinquecento da Annibale Carracci, che prepara allo sviluppo del paesaggio come genere autonomo, attraverso le scene boschive e fluviali di Domenichino, i paesaggi idilliaci e arcadici di Donato Creti, le vedute agresti popolate di villaggi, fino alle cascine di campagna di Vincenzo Martinelli, esponente di spicco del paesaggismo bolognese del tardo Settecento.

Un anno fa, il rinnovo delle sale dedicate al Quattrocento e Cinquecento
Solo l’anno scorso, anche le sale della Pinacoteca dedicate alle opere del Quattrocento e del Cinquecento hanno riaperto al pubblico con un nuovo allestimento e un nuovo percorso espositivo, sempre seguendo criteri cronologici e tematici. Il percorso copre un periodo che dal 1450 arriva fino alla metà del Cinquecento.

La nascita della Pinacoteca
La Pinacoteca Nazionale di Bologna nasce nel 1808 come quadreria dell’Accademia di Belle Arti, l’istituto d’istruzione sorto dalle ceneri della settecentesca Accademia Clementina. L’antico nucleo è proveniente dall’Istituto delle Scienze e fu in seguito arricchito dalla raccolta di quasi mille dipinti, frutto delle soppressioni di chiese e conventi compiute dopo l’ingresso delle truppe napoleoniche a Bologna, tra il 1797 e il 1810  ma anche a seguito delle soppressioni del 1866 attuate dal nuovo stato italiano.

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