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Il ‘Guerriero con scudo’ di Moore trova casa a Palazzo Vecchio, a Firenze

da | 1 Mar 2024 | Arte e Cultura, Promozione e valorizzazione

La scultura è collocata alla Terrazza di Saturno, dopo un restauro dell’Opificio delle Pietre Dure

 

Il ‘Guerriero con scudo’ di Henry Moore trova casa alla Terrazza di Saturno di Palazzo Vecchio a Firenze, grazie al sostegno finanziario del Ministero del Turismo ‘Fondo siti Unesco e città creative’, dopo più di 50 anni dalla mostra dedicata a Henry Moore al Forte di Belvedere. Di proprietà del British Institute of Florence, l’opera è stata restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed è stata presentata lo scorso 27 febbraio.

Una scultura senza tempo

Il ‘Guerriero con scudo’ di Henry Moore evoca la figura mutila di un giovane combattente, fiero e fragile al tempo stesso. Un’opera che sprona a resistere di fronte alle battaglie della storia e della vita, senza tempo e senza appartenenza geografica. Non passa inosservata in questa scultura la principale fonte di ispirazione per l’artista che fin dalla sua prima visita a Firenze fu Michelangelo Buonarroti.

I segni lasciati dall’ambiente esterno

Il restauro dell’opera di Moore è stato affrontato con meticolosità, Spiega Renata Pintus, Direttrice Servizio Arte Contemporanea dell’Opificio delle Pietre Dure: “Le nuove ferite del Guerriero che le restauratrici Stefania Agnoletti, Maria Baruffetti, Merj Nesi si sono trovate a dover curare erano soprattutto dovute a una combinazione tra la tecnica di fusione della scultura (un metallo microporoso e la presenza rilevante di residui delle terre di fusione e dell’armatura in ferro) e la sua permanenza per diversi anni in ambiente esterno, che aveva causato l’alterazione cromatica della patina –  il colore del bronzo – e l’emergere di efflorescenze biancastre”.

Il restauro

Prosegue la Pintus: “I materiali ferrosi e le terre sono stati rimossi dall’interno e la superficie è stata sottoposta a una attenta pulitura: considerando una sostanziale disponibilità dello sculture al cambiamento nel tempo dell’aspetto dell’opera e il trasferimento del Guerriero in un ambiente semi-confinato, ci siamo limitati a  smorzare certe disomogeneità cromatiche corrispondenti alle zone di saldatura o conseguenti al generale viraggio verso il verde della patinatura, applicando poi una protezione costituita da una miscela di cere”.

Conferenza ad aprile, in occasione del workshop internazionale di Unesco

L’istallazione sarà accompagnata da una pubblicazione volta ad approfondire l’intervento di restauro. In occasione del workshop internazionale sulle buone pratiche legate al turismo sostenibile organizzato da Unesco nel mese di aprile 2024, la scultura sarà inoltre spunto di riflessione per una conferenza dal titolo ‘Città d’arte, Patrimonio mondiale e Arte pubblica’, che approfondirà la relazione tra turismo locale e di massa e ipotizzare nuovi sguardi e nuovi flussi.

La donazione di Moore

Dopo la mostra organizzata al Forte di Belvedere nel 1972, Henry Moore decise di donare alla città di Firenze la scultura in bronzo ‘Guerriero con scudo’, realizzata per la prima volta nel 1953-54 e poi presentata proprio in occasione della retrospettiva fiorentina. L’opera avrebbe dovuto essere collocata nella Loggia di Saturno, a Palazzo Vecchio, ma per una serie di vicissitudini non ci arrivò mai. Nel 1974 la scultura venne collocata nel terzo cortile del Palazzo, mettendo a rischio la patina in metallo dell’opera, pensata per un’esposizione al coperto.

La decisione dell’artista

Nel 1984, Henry Moore ricevette una fotografia scattata da David Finn che mostrava la scultura nel cortile di Palazzo Vecchio. L’artista venne inoltre a conoscenza dell’epiteto ‘monumento al monco’, con cui i fiorentini goliardicamente la nominavano. Moore chiese la restituzione dell’opera e il ‘Guerriero con scudo’ tornò in Inghilterra.

Il ritorno del ‘Guerriero con scudo’ a Firenze

Dopo la morte di Moore, nel 1986, il Comune di Firenze si impegnò a far tornare l’opera a Firenze attraverso lettere alla figlia Mary Moore e alla vedova Irina, toccando le corde della stima e dell’affetto che legava Moore a Firenze. Alla fine, Irina Moore decise di donare il Guerriero al British Institute of Florence e il ‘Guerriero con scudo’ tornò a Firenze. In seguito all’accordo fra l’amministrazione comunale fiorentina e lo stesso British Institute, venne raggiunta la formula del comodato d’uso a lungo termine e si scelse di collocare il bronzo nel primo chiostro del complesso monumentale di Santa Croce, dove è rimasta fino al 2021.

L’esposizione temporanea

Quello stesso anno, in occasione di uno dei progetti dal titolo ‘Relocated’, a cura di Sergio Risaliti, l’opera fu temporaneamente esposta in Palazzo Vecchio, nella Sala di Leone X. Al termine di questa esposizione eccezionale, l’opera è stata oggetto di un articolato intervento di restauro realizzato presso il Settore Bronzi e armi antiche dell’Opificio delle Pietre Dure, con il coordinamento del Servizio Arte contemporanea.

Oggi

Oggi la scultura torna finalmente nel luogo in cui Moore l’aveva immaginata: il loggiato d’angolo che sovrasta via dei Leoni e la Loggia del Grano e offre una meravigliosa panoramica su Santa Croce, San Niccolò, Piazzale Michelangelo, Forte di Belvedere e la collina di San Miniato.

Il sindaco Nardella: “Moore continua a sorprenderci”

Commenta con soddisfazione il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Il guerriero mutilato di Moore torna finalmente a Palazzo Vecchio, nella collocazione prediletta dal suo autore, e sembra ammonirci di fronte a nuove guerre contemporanee. A cinquant’anni dalla retrospettiva che la città dedicò al grande artista inglese al Forte di Belvedere, Moore continua a sorprenderci e noi continuiamo a omaggiarlo e a trovare nuove vie per mostrare le sue opere. Ora accogliamo il suo guerriero nel cuore civico, storico e artistico della città, una scelta che ci farà riscoprire un legame con lo scultore mai sopito e che si inserisce nella continua ricerca di sperimentazione e congiunzione tra antico e contemporaneo che la città porta avanti da alcuni anni con successo”.

La vicesindaca Bettini: “Simbolo di forza e resilienza”

La vicesindaca e assessora alla Cultura di Firenze, Alessia Bettini, commenta: “L’arrivo del Guerriero con Scudo di Henry Moore nella Terrazza di Saturno è un evento straordinario, che suggella il legame artistico lungo e affascinante tra l’opera e la città di Firenze, portando a compimento il desiderio dell’artista britannico. Un percorso segnato da vicissitudini e riposizionamenti, che aggiunge ulteriore profondità e significato alla storia dell’opera, ora finalmente a ‘casa’. Un simbolo di forza e resilienza che sarà qui non solo a testimoniare la grandezza di un maestro indiscusso che ha influenzato profondamente la scultura moderna, ma anche a rappresentare il dialogo costante dell’artista con la storia di Firenze e i suoi capolavori, in una fusione emozionante tra arte, storia e paesaggio con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte e il futuro”.

Gammell: “Simbolo dell’amicizia tra Firenze e i suoi numerosi residenti e visitatori britannici”

Simon Gammell, direttore del British Institute of Florence, afferma: “Il British Institute of Florence è lieto di rinnovare il prestito della nostra importante scultura di Henry Moore al Comune, per l’esposizione sulla Terrazza di Saturno. Questo è un altro importante simbolo della duratura amicizia speciale tra la città di Firenze e i suoi numerosi residenti e visitatori britannici, tra cui Henry Moore, uno dei nostri più grandi artisti, che amava questo luogo”.

Il rapporto tra Moore e l’Unesco

Carlo Francini, Responsabile dell’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e Rapporti con Unesco, dichiara: “Henry Moore è tra gli artisti più apprezzati dall’Unesco; infatti fu uno dei pochi scultori selezionati dal Comitato per l’architettura e le opere d’arte dell’Unesco, in collaborazione con il Comitato dei consulenti artistici, per la decorazione artistica della sede permanente di Parigi, inaugurata nel 1958. In questo contesto, l’Unesco commissionò a Henry Moore un’opera da collocare al centro della piazza antistante il nuovo edificio, la ‘Silhouette at Rest’, scultura alla quale Moore lavorò in Toscana per quasi un anno e che fu poi trasportata a Parigi”.

Spanò: “Gioco di squadra che ha funzionato in modo eccellente”

Il presidente di MUS.E, Matteo Spanò, commenta: “Una grande soddisfazione aver contribuito come MUS.E alla realizzazione di questo progetto che conclude un itinerario scientifico e espositivo iniziato qualche anno fa con la grande mostra di disegni al Museo Novecento. Finalmente possiamo ammirare il ‘Guerriero con scudo’ in quella Terrazza di Saturno immaginata da Moore come sede ideale per esporre la sua scultura. Progetti espositivi come questo, realizzati in più tappe e con una simile conclusione, costituiscono uno dei risultati migliori a cui puntare. Non sempre infatti può accadere di veder restare a Firenze opere che sono state oggetto di ammirazione solo per un breve periodo, in occasione di importanti mostre: è già accaduto con il Leone di Francesco Vezzoli, adesso si ripete con il Guerriero di Henry Moore. Un gioco di squadra che in questi dieci anni ha funzionato in modo eccellente, portando a risultati importanti. Ringrazio l’amministrazione, tutto lo staff del Museo Novecento e di MUS.E, il curatore e le istituzioni che hanno condiviso questa iniziativa”.

Risaliti: “La scultura di Henry Moore è stata un dolce shock”

Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, dichiara: “È stato un lungo viaggio quello di Henry Moore iniziato nel 1970. La sua apparizione al Forte Belvedere ha cambiato radicalmente il rapporto tra il mondo culturale fiorentino e l’arte moderna contemporanea. La scultura di Henry Moore è stata un ‘dolce shock’, perché ha fatto cadere molte resistenze e perplessità con il suo linguaggio assolutamente all’avanguardia eppure classico, direi anzi neoumanistico. In più, ai più accorti, ha fatto capire il forte legame dell’arte del Novecento con il mondo arcaico e primordiale. Infine, le sue ricercate forme non sono vuote di significato perché tendono sempre a rappresentare il mistero della natura e la grandezza drammatica della storia e dell’esistenza umana”.

Lavoro in rete

Prosegue Risaliti: “Finalmente siamo riusciti a soddisfare il sogno di Moore grazie alla perfetta collaborazione tra tante istituzioni. Siamo ancora grati a Mary Moore per aver approvato questo itinerario, agli amici del British Institute of Florence, a Sebastiano Barassi della Henry Moore Foundation e un vivo ringraziamento a tutta l’équipe dell’Opificio delle Pietre Dure che ha condotto un restauro perfetto. Sono personalmente grato al Sindaco Nardella che ci ha sostenuto fino a oggi, a tutti gli uffici del comune, allo staff del Museo Novecento e a MUS.E. Questo è un traguardo alla fine di un decennio di sfide culturali che hanno avuto anche in Henry Moore un punto di riferimento. Non è una fine, ma solo l’inizio”.

Daffra: “Immagine di questo Guerriero appare ancora più forte ed evocativa”

Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, dichiara: “Moore era un convinto pacifista e l’immagine di questo Guerriero insieme fragile e monumentale appare ancora più forte ed evocativa in questo momento così segnato da conflitti, che rafforza il senso di una collocazione in un luogo così ricco di valori civili come Palazzo Vecchio. Per l’Opificio, che già aveva avuto occasione di lavorare su altre opere di questo maestro del Novecento, è stato un prezioso momento di ricerca: siamo quindi particolarmente lieti di aver contribuito a questo percorso”.

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