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Claterna la Pompei del Nord, rinvenute 3mila monete e 50 gemme

da | 13 Nov 2023 | Archeologia

Nell’area archeologica di Claterna, sulla via Emilia, sono stati rinvenuti importanti reperti, tra cui monete e gemme. Una ricca Pompei del Nord Italia.

Il 10 novembre ha avuto luogo la presentazione dei reperti rinvenuti negli scavi compiuti, e ancora in corso, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara nell’area archeologica di Claterna. Claterna è una località che si trova tra la frazione Maggio di Ozzano dell’Emilia ed il torrente Quaderna (affluente dell’Idice), da cui la città prendeva il nome. Come molte altre città dell’Impero Romano, Claterna cominciò il suo declino durante la crisi del III secolo, colpita dalla crisi economica e politica delle istituzioni Romane e dalle invasioni barbariche. La città si impoverì e la popolazione diminuì, fino al definitivo declino avvenuto in seguito alla vera e propria caduta dell’Impero romano d’Occidente, tra il V e VI secolo. È un raro esempio di città scomparsa in Emilia-Romagna.

Grazie al lavoro di scavo, sono state rinvenute ben 3mila monete in argento e bronzo, raccolte da scavi che occupano circa un decimo dell’insediamento. Oltre ai danari, parecchi in ottima conservazione, sono state rinvenute 50 gemme di vario tipo. Pietre colorate, con sopra incisioni dedicate a divinità, che fanno supporre, visto l’elevato numero rinvenuto, che ci fosse proprio una bottega in città che le producesse. Ma il più importante ritrovamento è sicuramente un Quinario, ovvero la moneta d’argento della Repubblica Romana, scoperta in un corridoio della cavea del teatro. Si tratta di una moneta raffigurante una ‘vittoria alata’ che scrive su uno scudo, appoggiato a un trofeo. Un simbolo chiaro, secondo gli esperti, dei nemici vinti in battaglia. Visibile, nitidamente, c’è anche la scritta ‘ROMA’. Sull’anno del conio gli studiosi sono concordi: 97 avanti Cristo. Si può, dunque, dedurre da queste scoperte che Claterna non era solo una città di passaggio (era infatti sorta come tappa nel tragitto fra le due colonie maggiori), ma anzi un centro di commercio con contatti diretti con Roma. All’incontro hanno partecipato la Soprintendente di Bologna Francesca Tomba, il Direttore del Segretariato Regionale MiC per l’Emilia-Romagna Corrado Azzollini e il Sindaco di Ozzano dell’Emilia Luca Lelli. Queste le parole di Francesca Tomba: “C’è un aspetto molto importante da considerare e cioè che gran parte dell’area resta da scoprire. Possiamo quindi progettare una grande fase di conoscenza e di valorizzazione ad ampio raggio di un sito che ha ancora tanto da raccontare. Un’area non compromessa, visto che siamo in piena campagna, altro aspetto da sottolineare che caratterizza il sito”.

Alla presentazione è intervenuta anche Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura, che così si è espressa a riguardo: “Per importanza e quantità di reperti finora riportati alla luce probabilmente si può parlare di una Pompei del Nord”. E ancora: ““Ci troviamo davanti all’area archeologica non stratificata più grande del Nord Italia. Per importanza e quantità di reperti finora riportati alla luce probabilmente si può parlare di una Pompei del Nord. Ed è un’area, quella dell’antica città romana di Claterna, che è una continua scoperta. Dopo il foro, le strade, domus con mosaici policromi, impianti termali, ma anche tremila monete in argento e in bronzo, circa cinquanta gemme colorate con incisioni dedicate a varie divinità e numerose strutture tra cui il teatro, dai più recenti scavi relativi proprio al teatro sono infatti affiorati ulteriori materiali preziosi a testimonianza dell’importante passato della città e del suo rapporto con Roma, ma anche e soprattutto dell’immenso potenziale che abbiamo motivo di ritenere ci sia ancora da scoprire. Le ricerche hanno infatti finora riguardato soltanto un decimo del sito, un’area di ben 18 ettari”. Ha inoltre aggiunto: ““Massimo impegno da parte del Ministero, per valorizzare come merita con risorse economiche e progetti che diano al sito nuova vita: oltre a proseguire con gli scavi, con la Soprintendenza di Bologna – che ringrazio per il lavoro svolto – abbiamo intenzione di mettere in campo una serie di attività che coinvolgeranno realtà e istituzioni del territorio, pensate per avvicinare alla conoscenza di questo luogo magico e ricco di storia innanzitutto i più giovani e fare da richiamo a quanti più visitatori in arrivo da tutto il mondo. Non ultima, sul tavolo, l’idea di restituire al teatro la sua originaria funzione di luogo di spettacolo”. Riguardo ai fondi, inoltre, aggiunge: “Dopo aver assegnato nel triennio 2022-2024 oltre 700mila euro per teatro e domus dei mosaici, ulteriori fondi saranno destinati ad interventi di scavo archeologico, restauro, valorizzazione e riutilizzo del teatro romano”.