Museo di Capodimonte. In due anni transizione ecologica e restyling per il nuovo “Grande Capodimonte”

da | 27 Set 2023 | Arte e Cultura, Promozione e valorizzazione

Entro due anni il novanta per cento dell’energia del Museo di Capodimonte (NA) sarà assicurato da 4.500 moduli fotovoltaici installati sul tetto, integrati e invisibili. I lavori termineranno a dicembre 2025 e in questo periodo il museo resterà aperto. Chiuderanno solo singole aree.
Il nuovo museo, fra due anni, prenderà il nome di “Grande Capodimonte”. È il termine con cui viene già chiamato il risultato dei lavori volti alla transizione ecologica del museo e del parco collinare. Il concetto principale su cui si basa il progetto è l’efficientamento energetico, che garantirà una produzione di energia attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, che consentiranno al museo di autoprodurre circa il 90% del fabbisogno: sarà così il primo grande sito culturale europeo ad essere praticamente autosufficiente. I principali interventi riguarderanno l’installazione di un impianto fotovoltaico di 4500 moduli sulle coperture dell’edificio, a cui si aggiungerà poi la conversione dei sistemi di climatizzazione nelle aree espositive per tutelare pubblico e opere. Agli attuali 8.000 metri quadri climatizzati se ne aggiungeranno ulteriori 6.500, per un totale di 14.500, con un ampliamento complessivo di oltre il 77%; un sistema di monitoraggio termo-igrometrico ambientale permetterà, attraverso sensori distribuiti nelle aree del museo, di registrare la temperatura e le relative variazioni, così come l’umidità e la qualità dell’aria, per risparmiare e preservare lo stato del patrimonio artistico. Altra voce importante è il disegno delle luci: il progetto di lighting prevede l’installazione di 7.000 nuovi punti luce e la sostituzione di 3.300 lampade con tecnologia a led, con telecontrollo delle sorgenti luminose per la gestione delle emissioni. Poi si lavorerà all’accoglienza e all’accessibilità, con uno spazio multifunzionale negli ambienti dell’ex Cappella Reale, mentre la sala Causa sarà oggetto di una ristrutturazione che abbatterà le barriere architettoniche.
Il progetto è stato presentato il 23 settembre scorso. Queste le parole del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Oltre a migliorare la sostenibilità energetica e ambientale del Museo e del Real Bosco di Capodimonte rendendo l’esperienza dei visitatori più moderna e confortevole, il MiC intende dare un forte impulso alla valorizzazione dei nostri beni culturali anche attraverso servizi innovativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’utilizzo della tecnologia digitale”.
Aggiunge inoltre il ministro: “Grazie alla virtuosa collaborazione tra pubblico e privato siamo riusciti a creare un modello replicabile in altre realtà museali, attuando in pieno, grazie ad un’iniziativa di grande valore culturale ed ambientale, le prescrizioni sulla tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della Nazione indicate dall’articolo 9 della Costituzione”.
Così Sylvain Bellenger, direttore uscente, si pronuncia su questi nuovi sviluppi: “Oggi è una data storica”[…] “Siamo nella storia, le foto scattate oggi saranno utilizzate dagli storici”. Per Bellenger questa presentazione è stata anche l’occasione di un primo discorso di commiato dal sito, dato che sta per scadere il suo mandato; un bilancio commosso e molto applaudito. Sangiuliano ha affermato come questa sinergia sia un plauso alla collaborazione feconda tra pubblico e privato e che “continueremo fino a che sarò ministro ad avvalerci di qualche forma della collaborazione di Bellenger”. Dal canto suo, Bellenger ha aggiunto: “Sarà una cosa che dovremo discutere insieme, c’è tanto da fare, in Campania in particolare”.
Lo strumento adottato per il presente è intanto quello del project financing, con un investimento di 45 milioni e 726mila euro, di cui 22,2 milioni di contributo pubblico (48,56%) e 23,5 milioni provenienti dal settore del privato. Per Monica Iacono, Ceo di EngieItalia, “anche l’efficienza energetica del patrimonio artistico culturale è un tassello fondamentale per supportare il percorso di decarbonizzazione del Paese. La riqualificazione avviata con Capodimonte rappresenta una sfida sia per l’azienda, impegnata a supportare anche la P.A. nel percorso di transizione energetica, sia per l’intero sistema museale che può replicare interventi come questo”. Alla presentazione si sono succeduti anche interventi di Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera e di Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli.
Inoltre, la “rivoluzione del Grande Capodimonte” coinvolgerà anche altri settori, innanzitutto quello dell’arte, dato che si aggiungeranno alla collezione due opere, una firmata da Mimmo Paladino con un’ installazione che verrà collocata al piano terra della reggia, l’altra firmata dalla tedesca Christiane Löhr che interesserà la terrazza con l’altana di Ezio De Felice. L’altro campo interessato è quello dei trasporti, come ha spiegato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “Vogliamo migliorare il collegamento tra Capodimonte e la città, lo faremo in tre fasi. Una immediata, la creazione di una navetta dei musei, sul modello alibus; poi risolveremo il tema del parcheggio usando l’ex deposito degli autobus, il Garittone, sarà pronto tra 2 anni. Infine sono stati condotti studi di fattibilità per la connessione su ferro al parco. Si pensa alla metropolitana, ma ci vorrà più tempo”.

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