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Archeologia, presentati a Roma 750 reperti rientrati da Londra. Valgono 12 milioni

da | 5 Giu 2023 | Archeologia, Arte e Cultura

Sono stati presentati a Roma, al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, 750 reperti archeologici rimpatriati da Londra il 19 maggio scorso in seguito alle indagini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, mirate a contrastare il traffico internazionale di beni culturali.
I ritrovamenti, provenienti da scavi clandestini sul territorio italiano, erano confluiti in una società inglese in liquidazione, la Symes Ltd, riconducibile al mercante d’arte, rivelatosi poi un trafficante di beni culturali, Robin Symes, lo stesso che aveva venduto al Getty Museum la Venere di Morgantina.
La società, che si era sempre opposta ai reiterati tentativi di recupero da parte dell’Autorità Giudiziaria italiana, sottoposta a procedura fallimentare nel Regno Unito, è stata citata in giudizio anche in Italia, tramite l’Avvocatura Generale dello Stato, per la restituzione dei beni o il risarcimento civile del danno.

Le indagini e la restituzione

Coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, le indagini sono sfociate anche in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della cultura attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato.
Il rientro è il frutto di un lungo e meticoloso lavoro, durato quasi 17 anni, culminato con un accordo transattivo con i liquidatori della Symes, ultimo atto di complesse procedure che hanno visto coinvolti più organi dello Stato e una fattiva collaborazione con la Repubblica Ellenica, anch’essa interessata a rientrare in possesso di altre centinaia di reperti trafugati in Grecia.
La consegna è stata possibile grazie alle complesse trattative seguite dal Ministero della cultura (Ufficio III del Segretariato Generale, Ufficio Legislativo e Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio), in sinergia e stretta collaborazione con il Nucleo Tutela dei Carabinieri che, con la fattiva collaborazione dell’Ambasciata d’Italia a Londra, li hanno scortati in Italia.
L’accordo per la restituzione è stato siglato l’11 maggio scorso. Nella stessa data un analogo accordo è stato sottoscritto dal Ministero della cultura della Grecia con la Symes Ltd per il recupero di altri reperti illecitamente esportati dalla Grecia.
Un ulteriore gruppo di frammenti sarà oggetto di studio degli archeologici italiani e greci per risalire alla loro provenienza e procedere quindi alla restituzione ai rispettivi Stati. Altri 71 reperti, attualmente negli Stati Uniti, verranno recuperati nei prossimi giorni dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

I reperti recuperati

L’insieme dei reperti, databili complessivamente tra l’VIII secolo a.C. e l’epoca medievale, il cui valore è stimato in 12 milioni di euro, offrono uno spaccato delle molteplici produzioni dell’Italia antica e delle isole, riflettendo al contempo la lacerazione insanabile subita dai numerosi e diversificati contesti archeologici (funerari, cultuali, abitativi e pubblici) oggetto di depredazione, concentrati in particolare nell’Etruria e nella Magna Grecia.
I materiali riacquisiti comprendono vasi fittili, sia di produzione locale che di fabbrica attica e corinzia, in bronzo e in pasta vitrea, elementi del vestiario e monili in oro, argento, bronzo, osso e ambra, tra cui 26 collane ricomposte nella prospettiva dell’immissione sul mercato, armi, utensili e suppellettili, elementi della bardatura equina, coroplastica votiva e architettonica, sarcofagi, di cui uno in piombo con decorazione a rilievo, e urne funerarie, oggetti votivi e rituali, elementi di statuaria in bronzo, in marmo e in calcare, elementi architettonici e arredi in bronzo e marmo, decorazioni musive e dipinte.

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Tra i pezzi più pregiati esposti a Castel Sant’Angelo figurano: un tavolo tripode in bronzo proveniente da un contesto aristocratico dell’orientalizzante etrusco, due testiere equine da parata di ambito appulo-lucano, due pitture funerarie di area meridionale; per l’epoca romana, alcune teste virili in marmo di età imperiale, varie porzioni di statue e gruppi bronzei, o, ancora, il dipinto parietale con raffigurazione di tempietto strappato con ogni probabilità da una residenza vesuviana.

Sangiuliano: ‘Stroncare il mercato illegale’

“Le opere d’arte non possono diventare oggetto di attività illecite o peggio delle archeo-mafie: il mercato illegale deve essere stroncato” ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha voluto partecipare alla presentazione delle opere recuperate. La “circolazione” delle opere d’arte, ha sottolineato, “è favorita dalle grandi mostre e dagli scambi che stiamo perseguendo” con un sistema ormai collaudato che consente ai cittadini di poter apprezzare un’offerta sempre più variegata”. Sangiuliano, che ha ringraziato il nucleo dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e tutti i dirigenti e gli archeologi che hanno preseduto alle complesse operazioni di recupero dei reperti e curato l’esposizione a Castel Sant’Angelo, ha quindi lanciato un monito: “Quello che viene recuperato non dovrà mai finire nei depositi, ma deve essere museizzato o comunque esposto in altre iniziative per diventare immediatamente fruibile” dal pubblico.
“Il recupero del patrimonio culturale illecitamente sottratto è una delle priorità del mio programma, tutelare significa anche evitare che il nostro patrimonio sia depredato da trafficanti senza scrupoli” ha dichiarato ancora Sangiuliano che ha lodato l’azione congiunta tra Ministero e Carabinieri TPC definendola un “esempio virtuoso di collaborazione istituzionale da preservare e consolidare anche con iniziative come questa, nella quale abbiamo lavorato fianco a fianco con la Grecia”.
“Il rimpatrio di questi preziosi reperti dal Regno Unito è l’ulteriore conferma della consolidata sinergia nell’azione di recupero tra il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e il Ministero della cultura. Il caso specifico ha visto inoltre il coinvolgimento fondamentale dell’Avvocatura Generale dello Stato e dell’Ambasciata d’Italia a Londra. Anche oggi celebriamo il costante impegno dei Carabinieri dell’Arte rivolto alla tutela del patrimonio culturale italiano”, ha aggiunto, infine,  il Generale di Brigata Vincenzo Molinese, Comandante del TPC.