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Discoperti Altari Nabatei sommersi tra Bacoli e Pozzuoli

da | 13 Apr 2023 | Archeologia, Arte e Cultura

In occasione della Giornata Nazionale del Mare, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci e il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano hanno visitato le aree archeologiche sommerse tra Bacoli e Pozzuoli (Napoli) partecipando al discoprimento di due altari in marmo di età romana, databili alla prima metà del I secolo d.C., inseriti all’interno del grande Tempio dei Nabatei.
I due altari, dedicati al dio Dusares, erano nei fondali flegrei al largo dell’Ex stabilimento Sofer, già in passato luogo di importanti ritrovamenti archeologici.

Le ricerche

Il rinvenimento degli altari si inserisce all’interno di una proficua attività di ricerche messe in campo a partire dalla fine del 2021, nell’ambito di una convenzione tra Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e l’Università degli Studi della Campania Vanvitelli, con il coinvolgimento della Scuola Superiore Meridionale per il coordinamento delle attività subacquee, e con il prezioso supporto logistico dei Carabinieri Subacquei – Nucleo di Napoli.
Le ricerche hanno consentito di riconoscere, oltre al corretto posizionamento del Tempio, ambienti, magazzini, edifici dell’amministrazione imperiale e assi viari dell’antico porto.

Il parco archeologico di Baia

I Nabatei, popolazione dedita al commercio tra l’Oriente, l’Oceano Indiano e Roma, erano stanziati nelle aree desertiche della Penisola Arabica, ma avevano, sin dalla prima età imperiale, impiantato una loro base all’interno del porto puteolano, il più grande scalo commerciale del Mediterraneo romano.
Di questa enclave mercantile, l’unica al di fuori della madrepatria, si conoscevano finora basi e lastre iscritte con dediche – in latino – al dio tutelare Dusares, rinvenute sui fondali di Pozzuoli a più riprese tra il XVIII secolo e gli anni Ottanta del Novecento, e poi confluite nelle collezioni dei Musei di Napoli e del Castello Aragonese di Baia.
Puteoli era il più importante porto commerciale della Roma antica, Baia una delle più rinomate località di villeggiatura. Come testimonia il patrimonio sommerso che i subacquei del progetto Restaurare sott’acqua hanno sapientemente restaurato.
Il patrimonio del Parco, che si visita in immersione, in canoa oppure a bordo di tre imbarcazioni con il fondo trasparente, è costituito da mosaici, statue, ampi tratti di strada e murature ed è finito sott’acqua (ad una profondità tra i 2,5 metri e gli 8 metri) per effetto del bradisismo. Per ammirarlo ogni anno sono sempre più numerosi gli stranieri che si imbarcano dal porto di Baia, dove solo fino a qualche anno fa c’era anche un ‘cimitero delle navi’.
E proprio da Baia il ministro Musumeci ha annunciato che nei prossimi giorni sarà sottoscritto un protocollo sui beni culturali del mare che vedrà attivi ben 11 ministeri.

Sangiuliano ‘Campania Felix può tornare ad essere tale’

“Questo è uno dei siti archeologici marini più importanti del Mediterraneo, denso di storia e di significati. Rappresenta la storia di Roma, quindi una geografia identitaria del nostro popolo. Dobbiamo lavorare sia per portare alla luce nuovi reperti, fare dei nuovi allestimenti, ma soprattutto dobbiamo lavorare affinché questo Parco sia noto in tutto il mondo, perché il suo valore è un valore davvero denso di significato, molto articolato, molto importante. Quindi ci vuole un’opera di valorizzazione” ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, prima di iniziare la visita dele aree archeologiche sommerse tra Bacoli e Pozzuoli.
“Credo – ha aggiunto – che la cultura possa essere un grande fattore di sviluppo socio economico soprattutto in quella che una volta veniva definita Campania Felix e che può tornare ad essere tale”.

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