Nel cuore degli Scavi di Pompei, lungo la centralissima via dell’Abbondanza, è affiorato un pavimento a mosaico appartenente al salone di un’abitazione più antica sulla quale erano state edificate terme e botteghe, all’indomani del terremoto del 62 d.C.
La scoperta è avvenuta nell’ambito del progetto di ricerca sulle fasi edilizie del grande complesso delle Terme Stabiane affidato dal Parco archeologico di Pompei alla Freie Universität Berlin con la collaborazione dell’Università di Napoli L’Orientale.
Il sito archeologico è un costante laboratorio di studio e ricerca, che continua a rivelare elementi nuovi sulla storia urbanistica e sociale della città antica. Questo ritrovamento “è una prova di quanto c’è ancora da scoprire nella parte già scavata di Pompei”, dichiara il direttore Gabriel Zuchtriegel. “Grazie alle nuove ricerche dell’Università di Berlino e dell’Orientale di Napoli, oggi si può cominciare a riscrivere la storia dell’isolato, inserendone un ulteriore capitolo, quello di una sontuosa domus con mosaici eccezionali e ambienti spaziosi. Anche la Pompei che pensavamo di conoscere già – conclude Zuchtriegel -, è una scoperta che continua”.
Le indagini
Le indagini, avviate a marzo, hanno permesso di comprendere al meglio la planimetria dell’antica abitazione (risalente ai decenni centrali del I sec. a.C.), che si sviluppava per una superficie di circa 900 mq. L’edificio era composto da ingresso, salone e un grande atrio circondato da cubicola (stanze da letto), tablino (studiolo) e peristilio (giardino colonnato), caratterizzato da un ampio portico con ricca pavimentazione in mosaico policromo.
I saggi di scavo hanno riguardato l’area occidentale dell’attuale complesso termale e precisamente 3 tabernae poste lungo il vicolo del Lupanare, il corridoio di servizio alle spalle della natatio (piscina) e l’originario ingresso del settore maschile delle terme su via dell’Abbondanza, chiuso dopo il terremoto. Le ricerche hanno interessato anche l’area della palestra al fine di chiarire alcuni aspetti relativi alle fasi cronologiche e all’organizzazione planimetrica.
Il pavimento a mosaico
I ricercatori hanno individuato il pavimento mosaicato proprio nell’area delle tabernae, “al di sotto del livello pavimentale rinvenuto dopo l’eruzione a circa mezzo metro di profondità”, sottolinea una nota del Parco Archeologico di Pompei.
Il pavimento era a mosaico bianco bordato da una fascia nera con un emblema centrale, policromo. L’emblema infatti presenta un motivo geometrico a cubi prospettici, realizzati con tessere nere, bianche e verdi, bordato da una doppia fascia rossa e nera.
Il motivo decorativo è ben noto per le pavimentazioni in opus sectile della cella del tempio di Apollo, del tablino della casa del Fauno o di un’esedra della casa di Trittolemo, casi in cui il motivo è esteso su quasi tutta la superficie pavimentale. Nella casa delle Terme Stabiane, invece, è realizzato solo nel piccolo riquadro centrale, come avviene in altri contesti, sempre in sectile, romani, tipo la casa dei Grifi sul Palatino.