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Pompei, avviato nuovo scavo in un’area di 3.200 metri quadrati

da | 1 Mar 2023 | Archeologia, Arte e Cultura, Conservazione e Tutela

A Pompei è stato avviato un nuovo scavo in un’area estesa per circa 3.200 mq, quasi un intero isolato della città antica sepolta in seguito all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Ubicato nell’Insula 10 della Regio IX, lungo Via di Nola, sulla quale si affacciano le già note Terme Centrali, Casa di Obellio Firmo e Casa dei Pigmei, riportate alla luce nel corso degli scavi dei secoli scorsi, il progetto si inserisce in un più ampio approccio che, sviluppato durante gli anni del Grande Progetto Pompei, mira a rettificare e risolvere i problemi idrogeologici e conservativi dei fronti di scavo, ovvero il confine tra la parte scavata e quella inesplorata della città antica. Quest’ultima ammonta a circa 15 ettari di isolati e case ancora sepolti sotto lapilli e cenere, quasi un terzo dell’abitato antico.

Zuchtriegel: ‘grande responsabilità’

Archeologi, archeobotanici, vulcanologi numismatici, topografi antichi, architetti, ingegneri e geologi sono all’opera per limitare la vulnerabilità dei muri antichi sottoposti alla pressione del terreno, incanalando il deflusso delle acque meteoriche, traendo il massimo di informazioni e dati dalle operazioni di indagine stratigrafica.
“Scavare a Pompei è un’enorme responsabilità – ha dichiarato il direttore del sito, Gabriel Zuchtriegel -. Lo scavo è un’operazione non ripetibile, quello che è scavato lo è per sempre. Perciò bisogna documentare e analizzare bene ogni reperto e tutte le relazioni stratigrafiche e pensare sin da subito a come mettere in sicurezza e restaurare quello che troviamo”.
Anche se le operazioni di scavo sono ancora all’inizio, cominciano già ad affiorare le creste murarie dei piani superiori degli edifici antichi, tra cui una casa, trasformata nelle sue ultime fasi in fullonica (lavanderia) e scavata già intorno al 1912, e una casa con forno e cella superiore. Nei livelli ancora più alti gli archeologi hanno documentato una serie di buche praticate nel terreno in anni forse più recenti e presumibilmente funzionali all’utilizzo agricolo del terreno o forse legati alle attività di cava di lapilli che subì l’area in epoca moderna.
Analoghi lavori, effettuati tra il 2018 e il 2020, sotto la direzione di Massimo Osanna, videro emergere la casa di Orione, la casa con Giardino e il Thermopolium.

Riqualificazione aree verdi

Il Parco di Pompei ha avviato anche un altro progetto che punta alla riqualificazione delle aree verdi del sito e dei suoi dintorni. Lo scopo è quello di valorizzare e raccontare quel paesaggio di coltivazioni, boschi e pascoli nato nei secoli dopo l’eruzione sul sito dell’antica città.
Vedute sette-ottocentesche mostrano, infatti, come il plateau al di sopra degli scavi fosse adibito a diverse coltivazioni agricole, tra zone boscose e edifici rurali, e serre di agricoltori erano ancora presenti fino al 2015.
Proprio in queste settimane è in corso la procedura di selezione di un partner per la coltivazione dei vigenti del Parco nell’ambito di un partenariato pubblico-privato, che prevede l’ampliamento delle aree coltivate, e in futuro anche la messa a regime di uliveti, frutteti e orti sociali.