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Stagione al collasso: turismo -80,6% nel mese di giugno

da | 13 Lug 2020 | Turismo

Come si poteva immaginare i dati raccolti dal centro studi di Federalberghi non fanno ben sperare per il panorama turistico italiano. Questo giugno 2020 è stato segnato da un calo drammatico del flusso turistico: -80,6%, confrontandolo con lo scorso anno. La maggior parte dei turisti esteri sono ancora bloccati e la stima fatta per il mese di luglio sembra condannare il prossimo autunno. La ripresa sarà più ardua del previsto e bisognerà tutelare i posti di lavoro nel settore.

Mensilmente l’Osservatorio di Federalberghi monitora un campione di 2000 alberghi e come ogni mese è arrivato il bollettino che obbliga il settore turismo a riflette. Il flusso turistico è ancora troppo basso e ha causato una perdita di 100 mila (-58,4%) posti di lavoro stagionali nel mese scorso.

Luglio seguirà la falsa riga del suo predecessore, secondo le strutture intervistate; la loro previsione è di raggiungere meno della metà del fatturato rispetto lo scorso anno. E i posti di lavoro per i mesi estivi, quindi? Saranno 140 mila i posti di lavoro in pericolo.

Quest’anno è una scommessa per il turismo e per tutti coloro che lavorano in questo settore. Anche per tutti gli italiani, in verità, perché tornare alla normalità dopo una pandemia del genere è difficile.

Parte del flusso turistico nostrano ha paura di fare vacanze, preferendo fughe giornaliere, altri hanno dovuto fare i conti con un reddito ridotto, non potendosi permettere di andare in vacanza. L’Italia è ancora al centro delle sabbie mobili, paralizzata in parte… ma vogliosa di tirarsi fuori.

«Nel 2020 – ha dichiarato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – si registrerà la perdita di oltre 295 milioni di presenze (-68,7% rispetto al 2018), con un calo di fatturato del settore ricettivo pari a quasi 16,3 miliardi di euro (-69,0%)».

Eppure al telegiornale appare un Italia più viva, ripresa del tutto. Turisti che affollano le spiagge, le città, che vivono le loro vacanze in sicurezza. Per Bocca non è così. Le immagini del telegiornale traggono solo in inganno. I dati non mentono. La gran parte delle persone, infatti, preferisco «vacanze mordi e fuggi», di una due o tre giorni. Le strutture alberghiere, in questo modo, non hanno un così grande lavoro.

Certo, è vero che i decreti adottati «contengono misure utili», ma non basta. Bocca lancia quindi un nuovo appello al Governo per cercare di salvare i posti di lavoro in questo settore. Basterebbe una proroga della cassa integrazione sino a fine anno e la riduzione delle tasse per le aziende «che richiamano in servizio il personale».

A rispondere a Bocca è la Sottosegretaria al Turismo del MIBACT Lorenza Bonaccorsi. Si sta lavorando principalmente sul flusso turistico interno, pensiamo al bonus vacanza, poiché in parte l’estero è ancora paralizzato. USA, Russia e Cina rappresentano una grande risorsa al livello turistico e non potendo contare sul loro flusso, i dati dell’Osservatorio di Federalberghi erano «prevedibili e previsti».

Molti alberghi ancora non hanno compreso il funzionamento del bonus vacanza e «anche per questo stiamo incontrando imprese e associazioni di categoria». Bonaccorsi è fiduciosa per la ripresa della stagione, soprattutto tenendo in considerazione il turismo europeo che si riaffaccerà a breve.

«Continueremo – ha concluso Bonaccorsi – a stare accanto anche nei prossimi mesi ai lavoratori e alle aziende del comparto fino a quando la ripresa non sarà completa».

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