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Giornate FAI di primavera. Appuntamento sabato 23 e domenica 24 marzo

da | 21 Mar 2019 | Arte e Cultura, Promozione e valorizzazione

Foto: 1) Torino, Armeria reale – Foto Giorgio Blanco; 2) Roma, Palazzo della Consulta – Foto Giovanni Formosa; 3) La Spezia, nave-italia; 4) Milano – Ippodromo San Siro

Millecento luoghi aperti in 430 località sparse lungo la penisola, isole comprese, grazie alla spinta propulsiva di 325 gruppi di delegati presenti in tutte le regioni e provincie con gruppi di giovani e 40 mila “Apprendisti Ciceroni” come guida ai visitatori. Quest’anno ne faranno parte anche ragazzi originari di paesi stranieri residenti in Italia chiamati a illustrare le bellezze del nostro paese formate anche dall’incontro con la culture e le tradizioni di civiltà lontane. E’ questo in sintesi cosa propone il FAI per il 2019.

Le Giornate Fai di Primavera, nate nel 1993 con Giulia Maria Crespi quando vennero aperti una cinquantina di siti per lo più sconosciuti al grande pubblico, sono in costante aumento avendo riscosso l’interesse in questi anni di oltre undici milioni di persone interessate a conoscere monumenti, palazzi storici, ville, aree archeologiche e ex industriali del Bel Paese. E se all’inizio i temi della salvaguardia di questi beni sembrava appartenere a una élite un po’ snob di signore bene, oggi la sensibilità non ha distinzioni di ceto e preparazione culturale, richiede solo sensibilità e amore per l’arte e la natura e appare fortunatamente molto cresciuta nel tempo, tanto che l’appuntamento di primavera con le giornate FAI è diventato una consuetudine e si risolve con una mobilitazione di massa. Ed è l’occasione per il Fondo Ambiente Italiano, la fondazione nata nel lontano 1975 per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico, di farsi conoscere, avere nuovi iscritti e fondi per finanziare le proprie iniziative e i propri beni. Che sono 61, di cui 30 regolarmente aperti al pubblico. Se anno scorso oltre 700 mila persone hanno partecipato alle giornate di primavera, quest’anno si aspira a raggiungere il milione.

L’edizione numero 27, illustrata al Collegio Romano dal presidente del FAI professor Andrea Carandini, presente il ministro Alberto Bonisoli e i numerosissimi sponsor che sostengono l’iniziativa a cominciare dalla Rai, si qualifica come “ponte fra le culture” raccontando le diverse influenze che minoranze straniere disseminate lungo la penisola hanno esercitato sul tessuto nazionale. E’ dall’incontro e dalla fusione tra la nostra tradizione e quella di paesi europei, ma anche asiatici, americani, africani che nasce il patrimonio culturale del nostro paese, il nostro paesaggio che lungi dall’essere uniforme e omogeneo è caratterizzato da innumerevoli particolarità storiche e artistiche frutto di stratificazioni millenarie, del susseguirsi delle civiltà e degli apporti più disparati. “La nostra patria appare come un amalgama di metalli preziosi, di origine ora indigena, ora forestiera e ora perfino esotica, prodottosi nell’espressione geografica che viene considerata ancora oggi il più significativo e bel crogiolo del Pianeta”, precisa il professor Carandini. Un pluralismo spiegato dalla storia.

C’è veramente l’imbarazzo della scelta, tante e così variegate sono le proposte per il prossimo fine settimana

(alcune con ingresso esclusivo per gli iscritti), l’unico problema semmai potrebbe essere rappresentato dalle file. Ma armati di pazienza nessuno rimarrà deluso. Difficile riassumerle. Per non far torto a nessuno, seguendo l’ordine alfabetico, si segnala in Abruzzo il ”Viaggio della memoria nelle Stazioni Ferroviarie Sospese, ovvero stazioni in stato di abbandono utilizzate fino agli anno Ottanta che hanno collegato la Val di Sangro alla costa. Come la Stazione F. S. di Palena in provincia di Chieti lungo la tratta Sulmona – Isernia inaugurata nel 1897. Un tratto che attraversava un territorio montuoso di 129 km. Danneggiata durante la seconda guerra, ha funzionato fino al 2011. Con le sue 58 gallerie e più di cento tra viadotti e ponti venne definita la “Transiberiana d’Italia”.

In Campania a Napoli ecco una passeggiata sul Lungomare di Posillipo alla scoperta di ville, palazzi e siti archeologici. Come Villa Doria d’Angri, costruita nel 1830 per volere di Marcantonio VII Doria che affida il progetto a Bartolomeo Grasso. Una grandiosa architettura in stile neoclassico con richiami alle antichità pompeiane e inserti di gusto eclettico anglo – cinese che si esprime nel padiglione della pagoda sul mare e un romantico giardino inglese. Richard Wagner vi rimase otto mesi durante i quali scrisse il primo atto del “Parsifal” e “La mia vita”. Oggi è proprietà dell’Università Parthenope e sede di congressi e di un Museo Navale. Dell’itinerario fa parte anche la Grotta di Posillipo o Grotta di Virgilio, una galleria di 711 metri scavata nel tufo fra Mergellina e Fuorigrotta. L’ingresso è nel Parco Virgiliano a Piedigrotta dove si trovano le tombe di Virgilio e Leopardi. Dal Sud al Friuli Venezia Giulia con il Cinema Teatro Odeon di Udine, inaugurato nel 1936, ultimo lavoro dell’architetto eclettico Ettore Gilberti e a Trieste con il Palazzo Geiringer, cosiddetto dal nome dell’architetto, commissionato nel 1883 dalle Assicurazioni Generali come sede della società. Il primo edificio in città con la luce elettrica.

Numerose le aperture nel Lazio, che secondo il presidente Vincenzo De Luca insieme alla Campania potrebbe costituire il più grande distretto turistico del mondo. Fra queste è doveroso segnalare alcuni edifici esclusivi. Come il palazzo cinquecentesco della Consulta, già dimora della famiglia pontificia, commissionato da Papa Clemente XII Corsini a Ferdinando Fuga. Dal 1955 sede della Corte Costituzionale, conserva nella Sala del Presidente il calamaio in bronzo e marmo usato da Napoleone III e Francesco Giuseppe per firmare nel 1859 l’Armistizio di Villafranca, alla fine della Seconda Guerra d’Indipendenza. Nella Camera del Consiglio si trova il caminetto usato per bruciare le schede per la nomina del Presidente della Consulta.

Altra occasioni da non perdere la visita di Palazzo Rovere e dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. Affacciato un tempo su piazza Scossacavalli, ora in via della Conciliazione, costruito alla fine del ‘400 per volere del cardinale Domenico della Rovere, conserva un sorprendente ciclo pittorico del Pintoricchio con i mesi collegati ai miti e uno splendido “Soffitto dei Semidei” decorato con 63 formelle dipinte e dorate su pergamena applicate in cassettoni lignei con immagini di creature mitologiche e fiabesche di sfingi, tritoni, satiri, sirene, centauri. Divenuto sotto Alessandro VII Chigi residenza dei padri Gesuiti Penitenzieri oggi è la sede dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Da non perdere la visita in uno dei luoghi più magici dell’Aventino l’ex Convento dei Santi Bonifacio e Alessio, acquistato nell’Ottocento da Carlo IV di Spagna per farne la propria residenza estiva con un giardino pensile affacciato sul Tevere. Dal 1925, quando venne fondato, è sede dell’Istituto Nazionale di Studi Romani.

Non mancano le proposte originali e rare, come una visita alle navi della Marina Militare a La Spezia. Si va dalla Nave Carlo Bergamini, una fregata di nuova generazione varata nel 2011 nel cantiere navale di Riva Trigoso che ha partecipato anche all’operazione “Mare Nostrum”, al più grande brigantino a vela del mondo Nave Italia, simbolo dell’impegno nel sociale della Marina Italiana, utilizzata per progetti di ricerca, educazione, formazione e terapia. In Liguria si potrà ammirare anche Villa Garnier a Bordighera, tanto amata dalla regina Margherita di Savoia, dove l’architetto Charles Garnier, quello dell’Opera di Parigi, affascinato dall’incanto delle sue palme, decise di costruirsi una villa dove trascorrere le vacanze e ricevere gli amici. Nel parco ricco di specie botaniche rare c’è anche una colonna del palazzo parigino delle Tuileries.

In Piemonte c’è la possibilità di effettuare un percorso solitamente non aperto al pubblico che tocca i luoghi simbolo della dinastia sabauda a partire da Palazzo Chiablese fino a Palazzo Reale, all’Archivio di Stato, alla Biblioteca Reale fondata da Carlo Alberto nel 1831. Ad Alessandria una scoperta inattesa, il primo esempio di architettura razionalista dell’architetto Ignazio Gardella che nel ‘28 subentra a 24 anni al padre scomparso completando la costruzione dell’ospizio e la piccola chiesa.

Numerosi i luoghi aperti in Lombardia. Da segnalare il castello di Melegnano, passati nelle mani dei Visconti, degli Sforza, dei Brivio fino ai Medici di Marignano che lo abitano fino alla seconda metà dell’800. A Milano oltre i grandi palazzi storici piace ricordare la Residenza Vignale costruita nel 1905 da un principe austriaco su progetto di Adolf Loos, un nome di primo piano nell’architettura della Vienna di fine secolo che realizza un edificio in cui il gusto viennese si sposa con il liberty milanese. Altra scoperta l’Ippodromo di San Siro inaugurato nel 1920 su progetto dell’architetto Paolo Vietti Violi, lo stesso che ha firmato lo stadio di San Siro. Un ippodromo monumento nazionale realizzato in stile liberty che oltre a piste, box e infrastrutture ha anche un orto botanico. Lo Stadio è anche un’attrattiva di Firenze. Intitolato a Artemio Franchi, inaugurato nel 1932, è uno dei più raffinati esempi di razionalismo, opera di Pier Luigi Nervi. Per restare in Toscana, lasciando da parte le mete consuete si può andare alla scoperta del barocco di Pontremoli tra ville, palazzi e chiese commissionate nel Settecento da famiglie di ricchi mercanti. Fra queste Villa Dosi Delfini e Palazzo Negri Delfini.

Tesori ovunque particolari e ricchi di suggestione. In Sicilia da scoprire il rifugio antiaereo degli studenti del Convitto e del Liceo Vittorio Emanuele II e il Palazzo Alliata dei Principi di Villafranca a Palermo, a Messina il dietro le quinte del Teatro voluto da Ferdinando II di Borbone, decorato dopo la guerra da Renato Guttuso.

In Sardegna a Ulassai il museo a cielo aperto “Maria Lai”, un esempio di arte pubblica e sociale, con opere di Lai e di altri artisti disseminate nel centro abitato del piccolo borgo.

Sabato 23 e domenica 24 marzo. Per informazioni ed elenco completo telefonare al numero 02-467615399 o consultare il sito www.giornatefai.it

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