Il Consiglio regionale del Lazio, nel quadro più ampio del collegato, ha approvato ieri un emendamento alla Legge che prevede disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale: servirà una specifica abilitazione per esercitare la professione di guida turistica in determinati siti con valore storico, artistico, archeologico o culturale.
I problemi di questo settore sono molti e, ormai, sono noti a tutti grazie anche allazione dellAssociazione delle Guide Turistiche Abilitate (AGTA). Il vuoto legislativo facilità labusivismo e danneggia chiunque voglia accedere alla professione. Con questo emendamento si cerca di ridare una regolamentazione alle guide turistiche: si ripristina quindi la necessità di qualificazione professionale. In un comunicato stampa del 22 settembre, il presidente dellAGTA Isabella Ruggiero ha sottolineato uno dei problemi della professione: «Lerrato recepimento della Bolkestein per le guide turistiche ha provocato danni enormi al nostro settore e comporta la perdita di somme incalcolabili alle casse dello Stato, dato che metà dei tour viene ormai svolta da persone che non pagano le tasse in Italia e che non ha neanche nessuna preparazione per illustrare e valorizzare i beni culturali del nostro Paese. Chiediamo quindi ai ministri che parteciperanno al tavolo sul turismo di porgere attenzione anche alla nostra categoria nel tutelare gli interessi dellItalia in Europa». Ed è tristemente illogico tutto questo. LItalia ha oltre 500 000 siti culturali e persone qualificate che possono e vogliono valorizzare tutto il patrimonio culturale. È impossibile avere qualcuno che riesca a effettuare visite guidate su tutto il territorio, poiché lItalia, come è stato già detto, ha in ogni suo angolo un sito di importanza culturale. Avere una persona qualificata in questo settore al livello regionale è, in primis, una sicurezza per il visitatore.
E sempre ieri, durante unaudizione al cospetto delle commissioni Attività produttive del Parlamento riguardo le linee programmatiche del dicastero del turismo, Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, ha precisato: « ho avviato una serie di incontri con Regioni, associazioni di categoria e sindacati, per individuare una strategia di intervento a livello centrale, che possa disegnare il quadro normativo entro il quale le Regioni, nel massimo della loro autonomia, possano valutare le risposte più idonee. È necessario giungere ad una soluzione capace di rispettare gli interessi di categoria, garantire le competenze rispettose delle diverse aree territoriali, evitando di incorrere in palesi violazioni delle norme Ue».