Gemellaggio unico Roma-Parigi. Il Musée Jacquemart-André di Parigi riapre con una grande mostra italiana di opere della Galleria Borghese di Roma.
A Parigi, il Musée Jacquemart-André riapre con una grande esposizione di opere italiane collezionate alla Galleria Borghese di Roma – il museo romano tra le istituzioni culturali più belle del mondo -, dopo oltre un anno di lavori sotto la supervisione dell’Institut de France. Il museo parigino, nell’esposizione intitolata ‘Chefs d’oeuvre de la Galerie Borghèse’, ‘Capolavori della Galleria Borghese’, presenta dal 6 settembre e fino al 5 gennaio 2025 una quarantina di capolavori della Galleria Borghese: donato nel 1912 dalla collezionista e pittrice Nelie Jacquemart-André all’Institut de France, il palazzo-museo del Boulevard Haussmann, a due passi dall’Arco di Trionfo, era rimasto chiuso al pubblico dal primo settembre scorso per lavori di restauro. La mostra rappresenta l’incontro tra due importanti collezioni: quella storica del Cardinale Scipione Borghese, tra i più grandi mecenati e collezionisti della storia dell’arte, e la raccolta dei coniugi Edouard André e Nélie Jacquemart, che tra il 1864 e il 1912 riuscirono a mettere insieme in questo sofisticato hotel un ampia raccolta di arte del Rinascimento italiano. Il progetto attuale ha riguardato, in particolare, la monumentale scalinata a doppia elica, il fumoir e l’affresco della sala da pranzo dipinto da Giambattista Tiepolo in origine per Villa Contarini, a Mira, in provincia di Venezia, poi rimosso e rimontato in Francia. Si evince pertanto il fatto che l’istituzione della mostra e del museo stesso, a fronte della sua riapertura, si augura di poter tornare ad accogliere come di dovere i circa 400.000 visitatori annuali provenienti da tutto il mondo, rispettando la volontà dei collezionisti, Nelie Jacquemart e Édouard André, che si sono prodigati con passione alla realizzazione di questo spazio prezioso di collezione.
I capolavori italiani ospitati nella mostra
Non era mai accaduto nel passato che le opere della Galleria Borghese lasciassero l’Italia così in massa. In mostra sono previsti numerosi capolavori senza eguali come ‘Il fanciullo col cesto di frutta’ di Caravaggio, Il ‘Ritratto d’uomo’ di Antonello da Messina, ‘La Dama col Liocorno’ di Raffaello, ‘Venere che benda amore’ di Tiziano. Ma l’esposizione sarà anche l’occasione di rendere omaggio a pittori meno noti Oltralpe, come Annibale Carracci, Guido Reni, il Cavalier D’Arpino e Jacopo Bassano. Inoltre, insieme ai dipinti provenienti dall’Italia, sono presenti anche quelli della collezione permanente del Musée Jacquemart-André, che si colloca nel panorama museale come una delle più valide collezioni rinascimentali fuori dall’Italia. In linea generale, oltre alla già copiosa collezione permanente, con le opere del Rinascimento italiano, il museo parigino ospita regolarmente mostre temporanee come quella dell’anno scorso consacrata a Giovanni Bellini.
Queste le parole che dichiara in una nota Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese, che ha curato l’esposizione insieme a Pierre Curie: “Per la prima volta si ha la possibilità di visitare all’estero la collezione di Scipione Borghese. È come se la collezione che Scipione Borghese riunì all’inizio del Seicento viaggiasse a Parigi, qualcosa che, all’epoca barocca, avrebbe suscitato grande entusiasmo, anche tenuto conto dell’aura della collezione già dal 1620”, aggiunge l’esperta, assicurando che ciò che attende i visitatori è nientemeno che una “vertigine: opere eccezionali, Raffaello, Caravaggio, Bernini… provenienti da un altro contesto”. E ancora, continua affermando che la Galleria Borghese “è unica perché da ancora l’idea della collezione barocca che attraversa le epoche, diventando inoltre un luogo meraviglioso del neoclassicismo europeo. Spazio prossimo ad una macchina del tempo, dove si trova l’antichità classica romana, la grande pittura del Rinascimento e del Barocco, in mezzo ai marmi, agli affreschi, alle decorazioni originali che accompagnano le opere. Resta anche l’esempio di un luogo come esisteva all’epoca: la villa fuori le mura. Un luogo di ritiro e concentrazione sulla bellezza delle arti, prima espressione di museo come centro di ricreazione dello spirito e apprendimento”.