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A Urbino, Federico Barocci incanta

da | 21 Giu 2024 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Dal 20 giugno al 6 ottobre 2024 la Galleria Nazionale delle Marche ospita nel Palazzo Ducale di Urbino la mostra monografica dedicata all’artista

 

Dal 20 giugno al 6 ottobre 2024, la Galleria Nazionale delle Marche ospita nel Palazzo Ducale di Urbino la mostra monografica ‘Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna’, dedicata al grande pittore figlio della città.

Prestiti dai musei italiani ed esteri

L’esposizione è curata dal Direttore della Galleria delle Marche – Luigi Gallo – e Anna Maria Ambrosini Massari, docente di Storia dell’Arte moderna all’Università di Urbino, con Luca Baroni e Giovanni Russo. Grazie ai prestiti da alcuni dei principali musei italiani ed esteri, la mostra monografica porta per la prima volta a Urbino le opere di Barocci, pittore, disegnatore e innovativo incisore.

Una scelta inconsueta

Federico Barocci all’epoca ha scelto di restare nella sua città natale, lontano dagli importanti centri mecenatistici. Nonostante questo, è riuscito a imporsi sul panorama artistico come il più richiesto e pagato autore di dipinti sacri della seconda metà del Cinquecento.

76 tra dipinti e disegni

La mostra raccoglie ben 76 tra dipinti e disegni di Barocci, regalando ai visitatori un percorso che attraversa tutte le fasi della sua carriera. Il percorso artistico viene presentato secondo un ordinamento tematico, che approfondisce le peculiarità della sua produzione e la inserisce nel contesto della grande arte del Cinquecento e del Seicento.

L’inizio del viaggio

La mostra si articola in sei nuclei narrativi. Nella prima sala il percorso parte con il contesto culturale in cui Barocci si forma e lavora, analizzato tramite l’Autoritratto giovanile e l’Autoritratto senile (Firenze, Galleria Palatina), i ritratti dei personaggi più rappresentativi della corte e del suo principale committente cui è legato da un intimo rapporto di amicizia, il duca Francesco Maria II Della Rovere (Firenze, Galleria Palatina). Sono presentati i capolavori della ritrattistica del Barocco insieme al magnifico dipinto La Madonna della gatta (Firenze, Uffizi), realizzato per il duca, in cui il profilo del Palazzo Ducale cristallizza il legame del pittore con la sua città natale.

Gli inediti effetti delle pale d’altare

Le grandi pale d’altare sono le protagoniste della seconda sala. L’innovazione dell’artista si coglie negli effetti di notturno e gli inediti bagliori cromatici che rivoluzionano la tradizione cinquecentesca. Non passano inosservati alcuni capolavori, come la Deposizione eseguita per la cattedrale di San Lorenzo di Perugia, la Madonna di San Simone della Galleria Nazionale delle Marche o le due straordinarie realizzazioni romane: la Visitazione alla Chiesa Nuova  – che torna per la prima volta a Urbino dal 1609, quando Barocci la inviò a Roma – e l’Istituzione dell’Eucarestia alla Minerva.

Emozioni protagoniste

Le emozioni, gli affetti e la natura sono i grandi temi della terza sala. I dipinti di piccola dimensione destinati alla dimensione privata raccontano i ragionamenti di Barocci sulle intime relazioni fra i personaggi e il loro rapporto con una natura intrisa di sentimento. Sono presenti i magnifici Cristo appare alla Maddalena (Firenze, Uffizi), in cui il profilo di Urbino porta la scena sacra nell’ambito familiare della capitale feltresca, la Madonna delle Ciliegie (Pinacoteca Vaticana), dove il dolcissimo paesaggio primaverile accoglie la rappresentazione dell’amore familiare, la Sacra Famiglia del gatto (National Gallery di Londra), in cui i protagonisti sono rappresentati in una sala che richiama gli ambienti del palazzo urbinate, la Madonna di San Giovanni (Galleria Nazionale delle Marche), dipinto dopo il ritorno da Roma come ex voto per la guarigione, la Natività (Museo del Prado di Madrid) e ancora i magnifici San Girolamo penitente e San Francesco, rispettivamente dalla Galleria Borghese e dal Metropolitan di New York, in cui personaggi appaiono estatici in un paesaggio struggente.

Le composizioni dalla fase preparatoria all’opera finita

La quarta sala è dedicata alla grafica di Barocci, con una scelta significativa di disegni, cartoni, incisioni provenienti dalle maggiori raccolte nazionali e internazionali. Nella quinta sala invece i visitatori possono ammirare le composizioni dalla loro fase preparatoria all’opera finita. Solo per citare qualche esempio, in sala i visitatori possono essere incantati dall’Annunciazione, conservata in Vaticano ed esposta accanto a vari fogli elaborati per la sua realizzazione; presente anche la Fuga di Enea da Troia (Roma, Galleria Borghese), affiancata al cartone preparatorio conservato al Louvre. Questa è l’unica opera a tema mitologico di Barocci, in cui gli elementi ereditati dalla tradizione raffaellesca sono riletti con un nuovo pathos. Non si può evitare di citare la Deposizione di Senigallia, che dal 1608 – anno della fine dell’intervento di ‘restauro’ operato dallo stesso Barocci – torna a Urbino, con accanto il suo bozzetto preparatorio conservato al museo.

Il colore come pura emozione cromatica

Il colore diventa pura emozione cromatica nelle ultime opere del pittore risalenti al primo decennio del Seicento ed esposte nella sesta sala. In questa ultima fase si riescono a cogliere alcune soluzioni che contraddistinguono l’arte barocca. Si possono vedere la Beata Michelina (Pinacoteca Vaticana), la Madonna del Rosario (Senigallia), l’Assunzione della Vergine (Galleria Nazionale delle Marche) e la Presentazione della Vergine al Tempio (Roma, Chiesa Nuova).

La produzione sacra al secondo piano

L’arte di Barocci continuerà nell’appartamento roveresco del secondo piano dove il Palazzo Ducale vanta il numero di opere più consistente della sua produzione sacra: l’Immacolata concezione, la Crocifissione con i dolenti, San Francesco riceve le stigmate, la derivazione dal Perdono di Assisi e le due opere in deposito dalla Pinacoteca di Brera alla Galleria Nazionale delle Marche, ovvero la Madonna col Bambino in gloria con i Santi Giovanni Battista e Francesco e l’Ecce Homo finita dall’allievo Ventura Mazza.

Gallo: “Per la prima volta in Urbino, l’opera di uno dei massimi pittori italiani”

Spiega il direttore Luigi Gallo: “Per la prima volta in Urbino un’ampia mostra monografica illustrerà l’opera di uno dei massimi pittori italiani: Federico Barocci. L’inconsueta scelta dell’artista di restare nella città natale, pur avendo conosciuto i centri maggiori dell’arte italiana, e in particolare Roma, non gli impedì di diventare famosissimo e ottenere importanti committenze da tutta Italia e non solo. Articolata in sezioni tematiche, la mostra ospiterà eccezionali capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo e sarà impreziosita da un ampio focus sui disegni dell’artista che dimostreranno lo studio lungo e accurato che precedeva la realizzazione di ogni sua opera”.

 

Info. Orari di apertura: da martedì a domenica, dalle 8:30 alle 19:15 (chiusura biglietteria ore 18:15). Chiuso il lunedì.

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