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Roma, riemerge un frammento della Porticus Minucia

da | 28 Feb 2024 | Arte e Cultura

L’azzurro di una fascia decorativa brilla nell’oscurità. Poco più in là si distingue invece un mosaico con tessere bicolore. E poi la scoperta più importante: due file di blocchi in peperino di epoca imperiale e le decorazioni in alzato. È così che la Porticus Minucia si è rivelata dalle fondamenta di Palazzo Lares Permarini, in via delle Botteghe Oscure 46.

Scoperte importanti sulla Porticus Minucia

Un ulteriore tassello alla conoscenza del grandioso quadriportico costruito in epoca repubblicana, che abbracciava l’area del Campo Marzio dove avvenivano le cosiddette frumentationes, ovvero le distribuzioni gratuite di grano alla plebe. “Per la prima volta, vediamo i muri della Porticus Minucia in elevato e le decorazioni marmoree che li impreziosivano: possenti blocchi di tufo uniti da grappe e rivestiti, almeno nella parte inferiore con lastre di marmo. Un secondo dato importante è la collocazione del limite orientale della Porticus Minucia, noto ma ora posizionato in modo esatto” spiega l’archeologa della Soprintendenza Marta Baumgartner che ha diretto lo scavo.

Un modello tridimensionale per studiarla

Eretta da Marco Minucio Rufo dopo il trionfo sugli Scordisci nel 106 a.C. e tra gli edifici ricostruiti da Domiziano dopo il grande incendio dell’80 d.C., la Porticus Minucia in età imperiale era composta da un ampio quadriportico con doppio colonnato a cingere una vasta piazza scoperta. Al centro, un imponente tempio, da alcuni identificato con quello per i Lari Permarini e da altri con il tempio delle Ninfe, attorniato da fontane. La realizzazione di un modello tridimensionale del monumento ha consentito inoltre di individuare la sua esatta collocazione rispetto all’odierno tessuto urbano. Un confine finora conosciuto sommariamente grazie agli appunti presi da Guglielmo Gatti durante i lavori di costruzione del Palazzo nel 1938.

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Progetto 3D della Porticus Minucia

Com’era la Porticus Minucia

Di grande interesse poi le decorazioni in alzato di cui non si era a conoscenza: della Porticus erano infatti note solo le fondazioni e lacerti di pavimentazione. Alcune ipotesi ricostruttive presentavano le facciate dell’edificio in mattoni mentre gli attuali ritrovamenti mostrano la tecnica decorativa delle pareti, nella parte inferiore realizzata con grandi lastre di marmo bianco al di sopra delle quali insistono frammenti marmorei più piccoli di riutilizzo, a scandire linee orizzontali. Negli strati di crollo successivi, il rinvenimento di intonaco ha permesso inoltre di ipotizzarne anche il rivestimento della parte superiore. Lo scavo ha rivelato almeno due fasi costruttive dei livelli pavimentali collocati sotto al porticato, realizzati entrambi in scaglie di travertino di diversa fattura.

Altri ritrovamenti

Infine la scoperta di altri due altri piccoli tesori entrambi esterni alla Porticus: un lacerto di pavimento mosaicato, in tessere bianche e nere, databile al I secolo dopo Cristo e un ambiente di servizio con pavimento in opus spicatum, databile alla tarda età imperiale, che probabilmente si appoggiava sul lato esterno della struttura quando questa era stata abbandonata. Nell’immobile, che ospiterà il Radisson Hotel, al piano interrato saranno visitabili i resti archeologici rinvenuti grazie alla stretta collaborazione tra Finint Investments, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Finint, e la Soprintendenza Speciale di Roma, illustrati mediante un video multimediale che propone la ricostruzione tridimensionale della Porticus Minucia.

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