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La Colonna Traiana. In mostra il racconto di un simbolo

da | 8 Gen 2024 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

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    Colonna Traiana. veduta generale della mostra.
Scenografica, spettacolare, di grande interesse non solo storico, ma anche tecnico scientifico, la mostra che racconta la storia della Colonna Traiana aperta al secondo ordine del Colosseo che celebra l’Optimus Princeps (fino al 30 aprile). Curata da Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo, insieme a Federica Rinaldi, Angelica Puija e Giovanni Di Pasquale, la rassegna è realizzata in collaborazione fra il Parco Archeologico del Colosseo in accordo con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e il Museo Galileo, Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze cui si deve l’esposizione “Costruire un capolavoro: la Colonna Traiana” del 2019 alla Limonaia del Giardino di Boboli agli Uffizi.

La mostra al Colosseo
La mostra del Colosseo, ai materiali già esposti a Boboli, aggiunge altri materiali multimediali oltre nuove immagini del fregio, proponendo una nuova chiave di lettura con uno sguardo fino al contemporaneo. Narra le vicende di un’impresa quasi impossibile, la costruzione di una colonna tortile in marmo delle Apuane, il trasporto dei diciassette rocchi (l’ultimo di almeno ottanta tonnellate), per 200 miglia marine e poi a Roma risalendo il Tevere fino al luogo in cui verrà eretta: il Foro di Traiano, accanto alle due biblioteche, Greca e Latina.
L’opera venne Progettata da Apollodoro di Damasco, il geniale architetto e ingegnere di origine siriana di cui non esistono ritratti ufficiali, ma che è riconoscibile in una delle scene della Colonna mentre sacrifica sulle rive del Danubio. In mostra la riproduzione digitalizzata di un arazzo fiammingo che rappresenta l’architetto mentre illustra il progetto all’imperatore sullo sfondo delle Alpi Apuane.
La Colonna è il frutto di un lavoro ingegneristico e tecnologico sorprendente e oggi ancor di più se si considerano le tecniche del tempo in cui venne costruita. Un’opera che rappresentò una sfida per l’ingegno umano fin dall’estrazione di tonnellate di marmo dalla cava delle Apuane per poi affrontare con slitte i 700 metri dislivello per raggiungere la pianura e il porto di Luni. Quindi da lì con enormi navi raggiungere Ostia e Roma. Poi per la lavorazione dei 17 rocchi di marmo, fino all’all’ultimo il più grande di 80 tonnellate, che dovevano combaciare perfettamente l’uno con l‘altro. E scavati uno a uno per creare una scala a chiocciola di 185 gradini fino alla sommità. Che si dice Goethe salì tutti quanti. Aveva in alto la statua dell’imperatore, poi sostituita da quella di San Pietro
Il “volumen” è ricoperto da quasi trecento metri di fregio a spirale che raccontano srotolandosi verso l’alto le imprese belliche dell’Imperatore Marco Ulpia Nerva Traiano (53 d. C. – 117) in Dacia. Venne inaugurata il 12 maggio 113 d. C. per celebrare le due campagne militari daciche (101 – 106) nel momento di massima espansione dell’Impero Romano.
A giudizio di tutti gli storici, per la complessità delle scene e per il valore artistico dei bassorilievi che raccontano quegli avvenimenti lungo il fregio a spirale, la Colonna viene considerata uno delle opere più significative dell’arte di età romana imperiale, un segno, un’icona, capace di polarizzare l’attenzione di chiunque la veda. Sulla sommità c’era la statua dell’imperatore sostituita sotto Sisto V con quella di San Pietro di Giacomo Della Porta. Era destinata ad accogliere in un’ urna aurea all’interno del basamento le ceneri dell’imperatore che vi è ritratto più volte. Dalla traversata del Danubio sono descritte tutte le fasi del conflitto: costruzione di accampamenti, battaglie, allocuzioni alle truppe, assalti…Per la precisione si contano 155 scene con 2570 figure e moltissimi particolari tutti scolpiti nel marmo per una profondità media di circa 45 millimetri. Uno spessore minimo, fragile, che necessita di protezione e di restauri. Come è avvenuto fra il 1981 e il 1988 quando è rimasta avvolta nei ponteggi per l’ultimo grande restauro.
Imponenti, in perfetta armonia con gli ambulacri del Colosseo, fanno scena, attirando l’attenzione, le grandi macchine ricostruite dal Maestro Claudio Capotondi, novello “Maestro delle Imprese di Traiano”, che si confrontano con i reperti archeologici, le ricostruzioni in 3D, gli approfondimenti multimediali. Un racconto, attraverso l’utilizzo di modelli delle macchine per lo spostamento dei blocchi colossali, dei sistemi di aggancio delle funi in parallelo con le fonti letterarie, con i reperti archeologici e iconografici e con gli strumenti rinvenuti nei luoghi dello scavo come compassi, squadre, manovelle, argani, fili a piombo, manovelle.
La mostra si snoda lungo gli ambulacri del Colosseo con grandi riproduzione ad altezza d’uomo delle scene che compaiono sulla Colonna. E illustra, anche con taglio didattico, il processo di costruzione del monumento. Né va dimenticato il valore simbolico della Colonna e la sua fama perenne. Un documento del 1162 ne sancisce l’inviolabilità. E’ stato un modello a cui riferirsi per gli artisti del Rinascimento e del Barocco che si calavano con ceste dal capitello lungo il fusto. Un modello a cui ispirarsi insieme a Traiano per imperatori, papi e sovrani. Da Marco Aurelio che volle una replica a papa Sisto V che nei cinque anni del suo pontificato cristianizzò le Colonne di Traiano e di Marco Aurelio sostituendo gli imperatori romani con i nuovi principi della Chiesa di Roma, Pietro e Paolo. Ma è in Francia e poi in Europa che si raggiunge l’apice. Prima con Luigi XIV, quindi con Napoleone che ne fece costruire una usando il bronzo dei cannoni di Austerlitz.
Per la durata della mostra sono in programma una serie di iniziative: conferenze a tema, podcast dedicati e in primavera una intera giornata di studi dedicata a ricerche e studi sul tema dei calchi e della conservazione.

La Colonna Traiana Il racconto di un simbolo Colosseo Secondo Ordine – Fino al 30 aprile 2024.

Info e biglietti: colosseo.it

 

 

 

Roma – Colosseo Secondo Ordine – Piazza del Colosseo 1 – tel. 06-39967700 – Fino al 3 aprile 20024

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