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Praemium Imperiale 2023. Annunciati i 5 premiati

da | 23 Set 2023 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Si terrà il prossimo 18 ottobre a Tokyo la cerimonia di premiazione dei vincitori del Praemium Imperiale 2023. Sono: Vija Celmins (USA), per la pittura, Olafur Eliasson (Islanda/Danimarca) per la scultura, Diébédo Francis Kéré (Burkina Faso / Germania) per l’architettura, Wynton Marsalis (USA) per la musica, Robert Wilson (USA) per il teatro / cinema. Ciascuno dei vincitori riceverà in premio 15 milioni di yen (pari a circa 96 mila euro), un diploma e una medaglia che sarà conferita dal Patrono onorario della Japan Art Association, il principe Hitachi in una fastosa cerimonia che segna il culmine dell’ iter di quello che viene considerato a tutti gli effetti il Premio Nobel delle arti. Tanto importante e significativa che, “conditio sine qua non” per ricevere il premio, è che il premiato assicuri la propria presenza fisica alla fastosa cerimonia. Una norma che non ammette deroghe. Tanto è vero che artisti di chiara fama, geniali come Ennio Morricone non sono stati presi in considerazione esclusivamente perché non garantivano di essere presenti.
Gli artisti insigniti del premio 2023 “In Honor of Prince Takamatsu” andranno ad aggiungersi ai 170 che hanno già ricevuto un riconoscimento internazionale, del tutto eccezionale che conta artisti di tutti i continenti, culture e religioni, alcuni famosissimi nel mondo, altri meno ma ugualmente meritevoli secondo la giuria. Non fanno parte dei premiati quest’anno gli artisti italiani, ma in tanti hanno ricevuto il premio: da Claudio Abbado a Gae Aulenti, Luciano Berio, Cecco Buonanotte, Enrico Castellani, Federico Fellini, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Riccardo Muti, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Renzo Piano, Michelangelo Pistoletto, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Giuliano Vangi.
Ai cinque vincitori del Premium Imperiale, la serie A dell’arte in tutti i campi, sono da affiancare i giovani premiati con borse di studio per incoraggiare ragazzi promettenti e sostenere le associazioni che contribuiscono attivamente alla loro crescita e al loro sviluppo. Il premio, un diploma e un contributo di cinque milioni di Yen (circa 32 mila euro), che viene suddiviso fra i vincitori, qualora ve ne sia più di uno come quest’anno, è andato a due istituzioni americane, la Rural Studio e la Harlem School of the Arts. L’annuncio del conferimento della borsa è stato dato il 12 settembre a New York in una conferenza stampa presieduta dal Consigliere internazionale americano, l’ex – segretario di Stato Hillary Rodham Clinton. A rotazione, infatti, ciascun consigliere internazionale, consultandosi con il proprio comitato, decide a chi assegnare la borsa, informando la Japan Art Association che approva. Ognuna delle due organizzazioni ha ricevuto un diploma e un contributo economico di 2,5 milioni di yen pari a 16 mila euro circa. La borsa per giovani artisti ha una storia recente. Infatti è stata istituita solo nel ’97 per supportare i ragazzi promettenti e le loro organizzazioni. E’ sempre responsabilità del consigliere internazionale fare la proposta, consultandosi ovviamente col proprio comitato. Un riconoscimento di valore che è andato anche ai nostri giovani e alle loro scuole, come quella famosa di Fiesole.
La Japan Art Association, costituita nel 1887, è la più antica fondazione culturale del Giappone. Tra i suoi compiti l’organizzazione di mostre d’arte e la gestione del’Ueno Royal Museum situato nel Parco di Ueno a Tokyo. La carica di Patrono onorario è stata sempre ricoperta da un membro della famiglia imperiale, a cominciare dal Principe Arisugawa, per giungere al principe Hitachi, fratello minore dell’imperatore emerito Akihito, che è Patrono dal 1987.
Il Praemium Imperiale è strettamente legato alla storia di questa istituzione. Venne istituito nel 1988 proprio per celebrarne il centenario, dedicandolo al Principe Nobuhito Takamatsu (1905 – 1987), che è stato Patrono onorario dell’associazione per 58 anni, fino alla morte nel 1987. Fratello minore dell’imperatore Hirohito, di cui non condivideva la politica militare, Takamatsu era convinto che compito del Giappone fosse promuovere la pace nel mondo attraverso le arti. Una concezione che costituisce ancora il motivo ispiratore del “Nobel delle arti”.
La prima cerimonia di premiazione ebbe luogo nel 1989. E da allora ogni anno nel mese di ottobre si tiene, alla presenza del Principe e della Principessa Hitachi e di tutti i premiati, al Meiji Memorial Hall di Tokio. A causa della pandemia di covid – 19 l’assegnazione del Praemium del 2020 la cerimonia è stata posticipata al 2021 e si è tenuta, eccezionalmente, presso le sedi delle Ambasciate del Giappone nei Paesi di ogni premiato. L’anno successivo, nel ’22, tutto è rientrato nella norma con la premiazione a Tokio.
Cinque gli artisti insigniti del prestigioso riconoscimento, non tutti molto conosciuti nel nostro paese, anche se presenti nei grandi musei e insigniti di numerosi riconoscimenti. Per la pittura il premio è andato a Vija Celmins. Nata a Riga nel ’38, esule con la sua famiglia sfuggì all’invasione dell’esercito sovietico, vivendo per anni nei campi profughi d’Europa fino a quando non emigrò in America nel ’48.Premiata “per la sua maestria tecnica nell’uso della matita e del pennello, per la sua capacità di mettere in relazione la fotografia e la pittura, creando un mondo unico nel panorama eristico contemporaneo. La sua opera – prosegue la motivazione – dotata di raffinatezza e forza poetica, si rivolge a tutti i tipi di sensibilità ed è anche terapeutica in questi tempi instabili”. I suoi dipinti e i suoi disegni rappresentano con meticolosità il mondo naturale, cieli, deserti, ragnatele, catturando lo sguardo. “E’ molto difficile spiegare con parole in cosa consista il mio lavoro – dice – Penso di dipingere cose che non so dire”.
Olaf Eliasson, cresciuto in Danimarca e Olanda, vive tra Copenaghen dove è nato nel ’67 e Berlino dove ha il suo studio. E’ autore di sculture, installazioni, dipinti, fotografie, video. I suoi primi lavori hanno un’esistenza effimera, poetica, che vive grazie allo spettatore, Nel 2003 rappresenta la Danimarca alla Biennale di Venezia. Sensibile ai temi ambientali nel 2019 è stato nominato Ambasciatore di buona volontà delle Nazioni Unite per lo sviluppo nella lotta al cambiamento climatico e per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Tra il ’22 e il ’23 è stato ospite di una grande monografica a Firenze a Palazzo Strozzi. Oltre a lavorare su progetti artistici, Eliasson ha intrapreso altre iniziative. Come l’impresa sociale che produce la lampada ad energia solare “Little Sun” che si ricarica al sole.
Nasce nel ’65 in Burkina Faso Diébédo Francis Kéré premio per l’architettura che combina materiali e competenze locali con un design innovativo e brillanti soluzioni ingegneristiche, collaborando con le comunità locali. E così straformando l’architettura prima nel suo paese e poi altrove, in Africa. Dalla borsa di studio come carpentiere all’istituto tecnico in Germania, alla borsa per l’Università Tecnica di Berlino, senza dimentica le esperienze in Burkina Faso. Per realizzare progetti semplici che si possano tradurre in realtà per edifici che sfruttano le competenze e le energie delle comunità locali. E impiegando materiali dell’edilizia tradizionale con un design attuale che faccia entrare luce e ventilazione. E’ l’orgoglio delle proprie radici unito alla progettazione moderna. Professore all’Università Tecnica di Monaco, Diébédo Francis Kéré è il primo architetto africano a essersi aggiudicato nel 2022 il Premio Pritzker per l’Architettura.
Wynton Marsalis è il Praemium Imperiale per la musica. Eccezionale trombettista, nato nel ’61 in una famiglia di musicisti a New Orleans, patria del jazz, che considera la più grande forma d’arte originale d’America, Marsalis strenuo difensore dell’importanza della musica e in particolare della musica jazz, è un musicista a tutto tondo, capace di spaziare in modo eccezionale dall’una all’altra musica, tanto da essere premiato in entrambe le categorie nello stesso anno. Nel 1983 ottenne i Grammy Awards sia per la classica che per la musica jazz.
Fra i premiati per il teatro il più noto è Robert Wilson, americano, nato nel ’41 in Texas, autore di memorabili spettacoli teatrali , con incredibili allestimenti e scenografie innovative. Al cuore della sua visione c’è proprio il Texas con i suoi spazi immensi, i suoi cieli, i suoi paesaggi. Quando negli anni Sessanta si trasferisce a New York per studiare architettura si avvicina al teatro d’avanguardia fondando nel ’68 un collettivo di tetro sperimentale, avendo modo di conoscere nuove coreografie e traendo ispirazione dai lavori astratti di Balanchine. Sono degli anni ’70 le collaborazioni con Philip Glass e la sua musica. Per Wilson il teatro, è creatività, è tante cose insieme: sculture, coreografie, musica, design, fotografia, opera lirica…Ed ecco il laboratorio per le Arti fondato a Long Island. Nr’93 riceve il Leone d’Oro per la scultura alla 45a Biennale di Venezia. Non si contano i riconoscimenti, i premi, le lauree ad honorem…

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