fbpx

Roma, si è celebrata la prima giornata dell’archeologia italiana all’estero

da | 11 Mag 2023 | Archeologia, Arte e Cultura, Istituzioni, Soft Power italico

Martedì 9 maggio si è celebrata in Campidoglio la Giornata dell’Archeologia italiana all’estero. Un’iniziativa organizzata dal ministero degli Esteri in collaborazione con il Comune di Roma per dare visibilità alle missioni archeologiche nazionali operanti nei paesi stranieri. Un’occasione di incontro e di dialogo tra i direttori delle missioni sostenute dal MAECI, il mondo della Diplomazia e della Cultura, il Parlamento e le Istituzioni governative italiane. Presenti nell’Aula Giulio Cesare il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

L’incontro al Campidoglio

Ad aprire l’incontro il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: “Sono davvero felice e onorato che questa prima Giornata dell’Archeologia Italiana all’estero si svolga qui in Campidoglio. Effettivamente penso non potrebbe essere sede più appropriata e densa di significati per incontrare un’eccellenza straordinaria italiana come le missioni archeologiche di italiani all’estero. Siamo in un luogo la cui straordinaria e incredibile stratificazione storica riverbera il passato sul presente, uno dei più importanti siti del mondo archeologico, ma siamo anche a pochi passi da Palazzo Caffarelli dove, nel 1829, fu fondato l’Istituto di corrispondenza archeologica. Fu la prima organizzazione permanente di collaborazione archeologica al livello europeo e dà lo spunto della straordinaria stagione di scavi e di studi che aveva preso inizio alla fine del XVIII secolo e all’inizio del XIX secolo e della affluenza di studiosi qui a Roma. Un patto di studio e divulgazione delle conoscenze che ha avuto una funzione così importante per lo sviluppo e il consolidamento delle discipline archeologiche che vedono l’Italia primeggiare e che sono uno strumento straordinario di conoscenza, di cooperazione e di politica internazionale”.

Il messaggio del Presidente Sergio Mattarella

Mentre i rappresentanti delle più importanti istituzioni portano i loro saluti, nella platea sono presenti tutti i direttori delle Missioni Italiane all’Estero. Partecipa da remoto anche il Presidente Sergio Mattarella: “Il patrimonio archeologico, storico e artistico che contraddistingue il nostro Paese rappresenta l’espressione più autentica di un popolo che è stato capace nei secoli di assimilare culture diverse, facendo dell’Italia uno scrigno di bellezze incommensurabili distribuite su tutta la penisola, che è privilegio e al tempo stesso responsabilità per chi le ha ricevute in dono conservare e trasmettere alle prossime generazioni. Questa vocazione alla tutela del patrimonio culturale è riflessa anche nei principi fondanti della nostra Costituzione, laddove l’articolo 9 – unendo assieme cultura, ricerca scientifica e tecnica, ambiente e paesaggio – afferma che la Repubblica tutela il patrimonio artistico, storico e paesaggistico. Una disposizione di notevole originalità, che trova pochi paragoni nelle altre Carte costituzionali e che si spiega proprio alla luce di un contesto storico e culturale eccezionalmente ricco”.

Coinvolti 60 Paesi, 246 missioni e migliaia di ricercatori

“Su questa solida base nasce e si sviluppa il desiderio di scoperta dei nostri studiosi di archeologia all’estero. – continua il Presidente – Una realtà che oggi coinvolge oltre 60 Paesi, 246 missioni archeologiche e migliaia di ricercatori, tra cui tantissimi giovani, che quotidianamente, con entusiasmo e passione si dedicano all’attività sul campo nei contesti culturali più diversi. La Giornata dell’Archeologia italiana all’estero rappresenta innanzi tutto un doveroso riconoscimento a tutti coloro che ogni giorno, con dedizione, portano avanti il testimone di questa eccellenza italiana nel mondo. Questa prima edizione costituisce anche una preziosa occasione per mettere a confronto esperienze maturate in Paesi diversi e per rafforzare il ruolo delle missioni archeologiche – sotto il coordinamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – nella promozione dell’Italia sotto il profilo culturale e scientifico. Un’azione che si inserisce armonicamente nella politica complessiva di valorizzazione del nostro sistema Paese all’estero, che nella cultura trova uno dei suoi strumenti più efficaci.
Da questa prospettiva, la diplomazia culturale realizzata in ambito archeologico contiene straordinarie possibilità legate alla sua naturale capacità di superare barriere, fortificare relazioni, facilitare il dialogo, anche laddove differenze di carattere politico o ideologico lo rendono più arduo. È per questa ragione che le missioni archeologiche, spesso presenti in Paesi da noi distanti geograficamente e culturalmente, sono un patrimonio prezioso che occorre continuare a sostenere e promuovere. Con questi sentimenti, auguro pieno successo ai vostri lavori”.

“Non se ne parla abbastanza”

L’Italia è quindi impegnata da anni nell’organizzazione e nel co-finanziamento di Missioni archeologiche, antropologiche ed etnologiche fuori dei confini nazionali. Sono attività presenti in tutti i continenti e coprono diversi ambiti disciplinari, dalla paleoantropologia alla preistoria, dalle civiltà palaziali all’archeologia classica, medievale, bizantina e islamica. La funzione dei lavori italiani all’estero è straordinaria ed ha assunto spesso anche un rilievo pubblico importantissimo che dà lustro al Paese.Però non se ne parla mai abbastanza: a volte in qualche trasmissione televisiva, qualche articolo nelle pagine di cultura dei nostri giornali ma voi archeologi svolgete un ruolo fondamentale. Come ripeto sempre l’immagine dell’Italia nel mondo non è un unico privilegio e responsabilità dei nostri diplomatici. Ma è tutta l’Italia, tutta l’Italia che lavora al di là dei confini, che rappresenta il nostro paese e da peso al nostro Paese” dichiara il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.

“Voi archeologi siete diplomatici ad Honorem”

“Noi attraverso voi riusciamo ad arrivare dove la diplomazia ufficiale non sempre riesce ad arrivare, ma la vostra presenza serve per mantenere aperto un dialogo con Paesi magari complicati e difficili, ma guai a rinunciare alla cultura, guai a rinunciare alle scoperte. Tutti quanti voi siete diplomatici ad honorem, siete i nostri ambasciatori perché portate il nostro saper fare e aprite porte di dialogo e confronto in Paesi importanti per noi perché l’Italia deve essere portatrice di pace e la cultura è portatrice di pace”.
Chiude così il ministro Sangiuliano che citando Andrea Carandini ricorda come focalizzarsi sul presente ci permettere di vivere una sola vita, studiando il passato e aprendo la mente viviamo più vite: “questa è l’importanza morale ed etica e il valore stesso dell’archeologia”. In conclusione della sessione di apertura la promessa di un coordinamento tra tutte le istituzioni per permettere ai professionisti italiani all’estero di avere alle spalle un “Sistema Italia” che li supporti non solo per l’importanza dei risultati scientifici ma per l’importanza che quei risultati scientifici hanno per il lustro del Paese e per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.

Clicca sul banner per leggere Territori della Cultura