Saltata la riunione del Comitato promotore dei siti Unesco che si sarebbe dovuta tenere a Kazan

da | 24 Giu 2022 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Nessun conferimento delle candidature a Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il 2022. L’Unesco ha infatti rimandato al prossimo anno la 45esima edizione del Comitato del Patrimonio che avrebbe dovuto avere luogo tra il 19 e il 30 giugno a Kazan, capitale della Repubblica russa del Tartastan e sesta città più popolata di tutta la Federazione.

La ragione è la guerra dichiarata dal presidente della Russia Putin all’Ucraina lo scorso 24 febbraio. La sessione, infatti, se avesse avuto luogo nonostante la nuova situazione, avrebbe minato la credibilità dell’Unesco stessa e della sua Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale sottoscritta nel 1972.

Già l’anno scorso, infatti, il ministro della Cultura inglese, Nadine Dorries, aveva manifestato le proprie resistenze sul fatto di permettere alla Russia di essere la sede dell’incontro, dichiarando che l’Inghiterra vi avrebbe rinunciato qualora l’Unesco non avesse cambiato idea riguardo la possibilità di mantenere l’incontro a Kazan.

La città di Kazan era stata selezionata alla fine della 44esima sezione del Comitato del Patrimonio mondiale che si è realizzata a luglio 2021, edizione doppia perché l’edizione del 2020 era stata rimandata a causa dell’emergenza sanitaria. Così alla dichiarazione del ministro Dorries lo scorso 7 aprile si è aggiunta quella dello scorso 7 aprile di 46 delegati internazionali i quali hanno inviato una propria lettera a tutti i membri del Comitato comunicando la propria contrarietà rispetto al fatto di realizzare l’incontro in Russia.

Inoltre ad oggi il proseguimento della guerra in Ucraina ha causato il danneggiamento e la distruzione di oltre 53 luoghi della cultura, 4 musei, 29 chiese e 16 edifici. Tra gli osservati speciali vi è anche la città di Odessa, candidata all’importante riconoscimento.

Tra le città d’Italia per cui il Comitato del Patrimonio Unesco dal 19 al 30 giugno avrebbe dovuto scegliere se conferire la candidatura c’era anche Civita di Bagnoregio a Viterbo, borgo etrusco arroccato su uno sperone in tufo che domina la Valle dei Calanchi candidata dalla Regione Lazio e dal suo presidente Nicola Zingaretti dalla primavera 2015 in qualità di patrimonio culturale. Se ne parlerà dunque il prossimo anno.

Per via della guerra in Ucraina, molte sono state le opinioni a sostegno dell’espulsione della Federazione russa dall’Unesco. Poco prima della fine dello scorso aprile, il ministro ucraino Oleksander Tkachenko ha denunciato pubblicamente la violazione da parte della Russia della Convenzione dell’Aja del 1954 riguardo la protezione dei beni culturali in caso di conflitto, richiedendo l’espulsione della Federazione Russa dall’Unesco.

Nonostante questo, l’atto di costituzione dell’organizzazione internazionale per la salvaguardia del patrimonio prevede che la possibilità di sospensione o esclusione degli Stati membri possa realizzarsi solamente nel caso della mancata osservanza degli oneri finanziari sulla base di quello che prevede l’art. IV par. 8 lett. B). Per ogni altra violazione l’Unesco è subordinata alle decisioni delle Nazioni Unite. Dell’eventualità di allontanare la Russia dall’Onu se ne parla dall’inizio della guerra russo-ucraina.

Dunque anche l’edizione del World Heritage Comittee del 2023 sarà duplice, proprio come successo nel 2021 dopo che l’edizione del 2020 è stata rimandata a causa della pandemia.

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