Sculture moderne spacciate per autentici reperti del I secolo d.C.: la Guardia di Finanza ha sequestrato quaranta opere d’arte false esposte al Museo dell’Ara Pacis nel 2023
La Guardia di Finanza ha sequestrato quaranta opere d’arte false esposte all’Ara Pacis nel corso della mostra “LEX. Giustizia e diritto dall’Etruria a Roma”, tenutasi dal 27 maggio al 10 settembre 2023. Presentate come sculture in marmo risalenti al I secolo dopo Cristo, si sono rivelate in realtà riproduzioni moderne. Il museo, non coinvolto nell’indagine, ha ospitato inconsapevolmente i falsi.
I dettagli dell’inchiesta
Le opere d’arte false all’Ara Pacis sono finite nel mirino della Guardia di Finanza dopo alcuni approfondimenti legati al riciclaggio di capitali illeciti nel mercato antiquario. Gli accertamenti hanno preso avvio da alcuni sospetti sollevati da una decina di esperti che hanno notato incongruenze nelle pubblicazioni illustrate della mostra. Le analisi hanno poi rivelato che le sculture esposte non provenivano affatto dall’antichità romana, ma erano invece state realizzate nel Novecento.
Le indagini hanno portato all’identificazione di due soggetti principali: Vincenzo Lammo, curatore dell’evento, e Fabrizio Casprini, collezionista fiorentino e proprietario dei reperti, entrambi indagati per ricettazione e riciclaggio. Quaranta delle ottanta opere totali, incluse alcune frammentarie, sono state sequestrate nell’abitazione di Casprini e trasferite a Roma.
L’ Ipotesi di reato
L’ipotesi di reato è contraffazione di beni culturali. I manufatti, pur essendo realizzati in epoca moderna, erano stati esposti come autentici reperti archeologici. Secondo gli inquirenti, la falsa attribuzione temporale avrebbe conferito loro un valore economico molto superiore a quello reale, alterando il mercato dell’arte antica e ingannando collezionisti, studiosi e visitatori. Le indagini puntano anche a verificare la possibile diffusione del fenomeno in altre esposizioni ed eventi culturali.
Il sequestro preventivo delle pubblicazioni
Oltre alle sculture, la Guardia di Finanza ha disposto il sequestro preventivo di centinaia di copie del catalogo illustrativo della mostra all’Ara Pacis. La pubblicazione, diffusa in biblioteche, enti culturali e piattaforme online, presentava i reperti come autentici. Il decreto emesso dal GIP del Tribunale di Roma rappresenta una misura cautelare necessaria per scongiurare il rischio di mistificazione del patrimonio artistico italiano ed evitare ulteriori danni alla credibilità culturale e scientifica. Le indagini hanno dimostrato come l’attribuzione storica fosse fuorviante e mirata a valorizzare illecitamente i manufatti.
Rimborsi per i visitatori della mostra di opere d’arte false all’Ara Pacis
I visitatori della mostra “LEX” che si è tenuta all’Ara Pacis nel 2023 possono chiedere il rimborso del costo del biglietto e del catalogo, rispettivamente pari a 13 e 25 euro. Tuttavia, per ottenerlo è necessario presentare formale denuncia, poiché i finanzieri non possono procedere d’ufficio in questa fase. Gli interessati dovranno fornire prova d’acquisto e attendere l’eventuale sviluppo delle iniziative legali legate al caso.