Angelo Accardi si misura con il cartone preparatorio della ‘Scuola di Atene’ di Raffaello, reinventandolo
Milano, il Pop Surrealismo di Angelo Accardi in un cortocircuito di epoche e linguaggi con la mostra ‘Art Crimes’, a cura di Nino Florenzano. Installazioni, tele, sculture e video vanno in scena dal 3 aprile al 28 aprile, alla Sala del Foro Romano della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, a ingresso gratuito. L’artista si misura con il cartone preparatorio della ‘Scuola di Atene’ di Raffaello.
Il Pop Surrealismo protagonista a Milano
La Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano è un vero e proprio tempio internazionale dell’arte e della memoria, custode di capolavori come il cartone della ‘Scuola di Atene’ di Raffaello, il ‘Codice Atlantico’ di Leonardo e la ‘Canestra’ di Caravaggio. Dal 3 al 28 aprile ospita ‘Art Crimes’ a cura di Nino Florenzano, mostra inedita e installazione site-specific di Angelo Accardi, artista italiano di respiro internazionale, tra i massimi esponenti del Pop Surrealismo.
‘Art Crimes’: in dialogo con Raffaello
Con ‘Art Crimes’, Angelo Accardi si misura con uno dei capolavori della storia dell’arte occidentale: il cartone preparatorio della ‘Scuola di Atene’ di Raffaello. Un codice sorgente visivo, conservato in uno dei templi della cultura italiana, che diventa punto di partenza per un’indagine contemporanea sul concetto di originalità e appropriazione. ‘Art Crimes’ è un cortocircuito visivo e concettuale attraverso cinque tele di grande formato, video, statue e oggetti di design firmati da Luxy e Gabriel, che dialogano con l’architettura e la storia dell’Ambrosiana, in un continuo slittamento tra tempi, stili e linguaggi.
Il gioco colto e provocatorio di Accardi
In un gioco colto e provocatorio di reinvenzione, Accardi sovverte la composizione originale di Raffaello per costruire un nuovo pantheon in cui Platone dialoga con Duchamp, Aristotele con Dalì, e Michelangelo – ironicamente ‘risarcito’ da Accardi per essere stato escluso dall’opera originaria – trova finalmente posto tra le architetture classiche. La Scuola di Atene si apre così a nuovi ingressi: Bacon, Warhol, Picasso, Velázquez, Cattelan, ma anche Steve Jobs e persino l’Intelligenza Artificiale.
L’Intelligenza Artificiale nella scena
Figura spiazzante e perfettamente contemporanea, l’AI compare nella scena come interlocutrice di Socrate, simbolo per eccellenza del sapere umano. Ma, a differenza del filosofo, l’AI non pensa, non conosce: apprende, rielabora, restituisce. È un’intelligenza che non ha coscienza né intuizione, eppure sempre più presente nei processi creativi e nel mercato dell’arte, fino a diventare oggetto e soggetto di riflessione estetica.
L’ispettore Clouseau e la Pantera Rosa come guide
Guidati dall’ispettore Clouseau e dalla Pantera Rosa – simboli pop di furti impossibili e verità elusive – i visitatori percorrono un’indagine straniante, colta e spiazzante, in cui le gerarchie tra cultura alta e cultura pop si dissolvono. ‘Art Crimes’ si presenta come un laboratorio critico sull’evoluzione dell’arte come processo continuo di riscrittura: dal Rinascimento alla crypto art, passando per il ready made e il citazionismo, l’artista attraversa archivi visivi per decostruirli e restituirli in nuove forme.
La domanda sulla quale riflettere
Ma in questo nuovo scenario, ha ancora senso parlare di autenticità? O anche l’originale è ormai un derivato? ‘Art Crimes’ non dà risposte. Ma ci invita a seguirne le tracce, a interrogarci sul senso del gesto artistico in un mondo saturo di immagini e riferimenti. E lo fa trasformando un luogo che custodisce opere importantissime in un laboratorio in cui ogni artista – come un Clouseau dell’arte – si muove alla ricerca della formula invisibile che trasforma un furto in creazione.
Angelo Accardi: “Fusione di creativi che diversamente non sarebbe mai potuta accadere”
Spiega l’artista, Angelo Accardi: “Io circa un anno fa ho visto per la prima volta il cartone di Raffaello, il cartone preparatorio per la ‘Scuola di Atene’ e sono rimasto folgorato, senza parole, davanti a questo manifesto del sapere universale. Lì è scoccata la scintilla, ho colto alcuni saccheggi fatti da Raffaello ai danni di artisti suoi contemporanei e quindi è nata l’idea di voler creare poi una mostra imperniata proprio sui furti intellettuali. Abbiamo riportato alcune figure che appartengono al cartone originale come Platone, Eraclito, Euclide e abbiamo inserito però personaggi come Velásquez, Francis Bacon, Jeff Kunz, Maurizio Cattelan. Quindi è una fusione di creativi che diversamente non sarebbe mai potuta accadere. Si sono incontrati in questo in questo scenario personaggi che appartengono a periodi della storia dell’arte diversi”.
Florenzano: “Art Crimes è un’indagine visiva sul furto intellettuale nell’arte”
Spiega il curatore Nino Florenzano: “Art Crimes è un’indagine visiva sul furto intellettuale nell’arte. Ogni opera nasce da un’altra: l’arte è un dialogo senza tempo, in cui i confini tra ispirazione, omaggio e appropriazione si dissolvono. Da Leonardo a Duchamp, da Picasso a Bacon, il gesto artistico è spesso un atto di sottrazione e trasformazione. Ogni capolavoro è una traccia che si rigenera nel tempo. L’arte si nutre di citazioni e trasformazioni: ogni artista rielabora il passato, ruba frammenti di idee e li reinventa. Mentre l’ispettore Clouseau indaga su questi furti impossibili, le prove si moltiplicano. Mentre Cattelan rivisita il concetto di ready made, Picasso si ispira alle maschere africane, dando vita a un linguaggio che rivoluziona la rappresentazione del volto umano. Socrate, immerso nel dialogo con l’Intelligenza Artificiale, si confronta con un sapere che non pensa, ma apprende e rielabora, un riflesso del passato trasformato in algoritmo”.
Aggiunge Florenzano: “Questi furti sono atti di creazione, dove ogni nuova visione si costruisce su quella precedente, lasciando Clouseau a inseguire un enigma che non avrà mai fine. Angelo Accardi ha voluto rendere omaggio a questo luogo che è stato il primo museo cittadino, forse il primo museo al mondo, dove i pittori potevano guardare gli altri pittori del passato; prima questa cosa avveniva solo nelle chiese, e ti dirò di più, gli artisti avevano la possibilità di praticare quella che oggi si chiama benchmarking, cioè affinare la propria tecnica, rubando ai maestri del passato”.
Chi è Angelo Accardi
Angelo Accardi è uno dei massimi esponenti del Pop Surrealism. Negli anni Novanta avvia la sua ricerca sulla nuova figurazione, sperimentando tecniche e materiali. Nei primi anni Duemila dà vita alla serie Misplaced, in cui introduce la figura dello struzzo come metafora della paura indefinita della società liquida, concetto teorizzato da Zygmunt Bauman. Nel 2006 espone a Shanghai con il gruppo d’avanguardia TantArte e nel 2011 viene selezionato da Marco Vallora per la 54ª Biennale di Venezia. Dal 2017 collabora con Eden Gallery, esponendo a New York, Miami, Mykonos e Tel Aviv. Nel 2022 realizza il progetto di arte pubblica Poetry, con installazioni simultanee a Milano, Palermo e Venezia, chiudendo idealmente la trilogia avviata da Robert Indiana con LOVE e HOPE. Nel 2024 partecipa alla 60ª Biennale d’Arte di Venezia. Nello stesso anno, l’opera Violet viene scelta per la copertina dell’Atlante dell’Arte Contemporanea (Giunti), edizione curata dal Corporate Patron del Metropolitan Museum of Art di New York.