Al museo in Trastevere, oltre 300 opere ripercorrono Frigidaire, la storica rivista di fumetti, inchieste e musica, nata nel 1980.
Frigidaire è stata una rivista culturale italiana di fumetti, rubriche, inchieste giornalistiche, musica e molto altro. Pubblicata dal 1980 al 2008 dalla Primo Carnera Editore, con contenuti originali e innovativi di autori italiani e stranieri come Andrea Pazienza, Tanino Liberatore e Massimo Mattioli, vide l’esordio di famosi personaggi dei fumetti come Zanardi o Ranxerox che la resero un fenomeno di culto e di avanguardia. La sua storia è poi stata poliedrica, e non si è fermata solo a Roma, ma ha spaziato in altre regioni italiane e ha viaggiato tutti i continenti: nel 2005 Frigidaire ha lasciato Roma e trasferito la redazione in Umbria, dove Sparagna ed altri hanno fondato in una ex Colonia vuota nel Comune di Giano dell’Umbria, la ‘Repubblica di Frigolandia’, terra di Frigidaire e città dell’Arte Maivista, La rivista è andata in edicola fino al 2017.Da allora, anche per la chiusura di tante edicole, è distribuita solo agli abbonati o a chi ne fa richiesta. Molti fumetti e reportage di Frigidaire sono stati tradotti in paesi europei ed extraeuropei, dalla Francia alla Svezia, dal Brasile al Giappone, dagli Usa alla Grecia. Nel 2017 l’Università di Yale ha acquistato per la sua Beineke Library una parte dell’archivio storico di Frigidaire e tutte le pubblicazioni del gruppo dagli anni ’70 in poi. Oggi, dal 19 marzo e fino al 7 settembre, il Museo di Roma in Trastevere dedica alla rivista la risonanza che tuttora merita: una ricca mostra di oltre 300 opere. La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e organizzata da Frigolandia, è curata da Vincenzo Sparagna. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Cosa prevede l’esposizione
All’interno dell’esposizione è possibile ammirare numeri iconici, copertine, tavole originali, foto e testimonianze dei tanti personaggi che hanno alimentato questa esperienza culturale a cominciare dai suoi fondatori: Vincenzo Sparagna, il direttore, Stefano Tamburini e Filippo Scozzari, Andrea Pazienza, Tanino Liberatore e Massimo Mattioli. E, ancora, la rivista ospita esempi di ‘Arte Maivista’, definizione creata da Pazienza e Sparagna per indicare quell’arte imprevista, multipla, alta, bassa, media, pop e anti-pop, inventata, e pubblicata, dal 1977 in poi dalle riviste come Frigidaire, Cannibale, Il Male, Frìzzer. Frigidaire è una rivista aperta alle più diverse energie creative: da subito ai fondatori si aggiungono, dall’Italia e dal mondo, moltissimi collaboratori e collaboratrici, autori di fumetti e disegni, fotografi, reporter, scrittori, artisti. Segni, immagini e testi che raccontano, nei più diversi aspetti, le culture e le lotte sociali, politiche ed estetiche degli anni ’80 e poi dei ’90, via via fino alle novità del 2000 e alle vicende tempestose degli ultimi decenni.
La mostra vuole essere un’occasione per riscoprire un progetto originale di racconto totale della contemporaneità, capace di esplorare, nella sua radicale libertà d’espressione, le trasformazioni culturali e sociali dagli anni ’70 fino ad oggi. “FRIGIDAIRE Storia e immagini della più rivoluzionaria rivista d’arte del mondo” ospita dunque svariati esempi di Arte Maivista, definizione creata da Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna per indicare quell’arte imprevista, multipla, alta, bassa, media, pop e anti-pop, inventata, e pubblicata, dal 1977 in poi dalle riviste come Frigidaire, Cannibale, Il Male, Frìzzer. Queste riviste, tutte al principio originali esperimenti autonomi, sono divenute poi, non solo in Italia, dei modelli di comunicazione altra per l’originalità dei loro autori e collaboratori e dei loro trasversali contenuti. A proposito dell’iniziativa, queste sono le parole del direttore Vincenzo Sparagna, curatore dell’esposizione: “In mostra c’è un frammento dell’enorme archivio di Frigidaire, ma questa veloce cavalcata punta a cogliere la trasformazione dal momento in cui la rivista è nata, a fine anni ’70, quando sotto la gabbia delle ideologie si è come dissolta l’ondata creativa del movimento del ’77 e la prosecuzione negli anni di questa rivoluzione estetica”. E aggiunge: “Nel 1983, in occasione di un numero realizzato in contemporanea con altre otto testate europee Giovanni Falcone ci diede una intervista sulla mafia che in Europa, disse, era cresciuta in una dimensione transnazionale, non era più siciliana o napoletana o calabrese”.