Roma, online il catalogo delle collezioni del VIVE

da | 18 Feb 2025 | Appuntamenti, Arte e Cultura, Conservazione e Tutela, Promozione e valorizzazione

A oggi redatte oltre 550 schede da parte di 79 esperti

 

Roma, online il catalogo delle collezioni del VIVE Vittoriano e Palazzo Venezia. Il progetto di catalogazione è stato ideato dalla direttrice, Edith Gabrielli ed è volto alla rivalutazione critica delle opere – anche di quelle custodite nei depositi – e alla loro reintegrazione nel percorso espositivo.

A oggi redatte oltre 550 schede

A oggi sono state redatte più di 550 schede, in italiano e in inglese, da parte di 79 esperti, coordinati da tre accademici ben noti. Per l’arte medievale: Alessandro Tomei, già professore ordinario di Storia dell’Arte Medievale nell’Università ‘Gabriele d’Annunzio’ di Chieti-Pescara; per l’arte moderna: Barbara Agosti, professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Tor Vergata; per l’arte contemporanea: Valerio Terraroli, professore ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Verona.

Rivalutazione anche delle opere custodite nei depositi

Il lavoro di ricerca e catalogazione ha consentito la rivalutazione critica delle opere, incluse quelle custodite nei depositi, con nuove attribuzioni e datazioni. Grazie a questo progetto sono emersi elementi indispensabili per tutta l’attività di tutela e valorizzazione del VIVE, dalla conservazione alla progettazione dei nuovi allestimenti fino al programma di esposizioni temporanee.

Un lavoro multidisciplinare e specialistico

Un lavoro multidisciplinare e altamente specialistico che, anche grazie al supporto di Silvia Armando e del personale interno dell’Istituto, ha consentito di indagare a fondo le collezioni restituendone una lettura più completa e accurata, nonché decine di scoperte e nuove datazioni e attribuzioni.

Già online le schede dedicate al Medioevo

Le 94 schede dedicate al Medioevo sono già disponibili online. Le schede dedicate al Quattrocento saranno disponibili a partire dal 27 marzo. Le schede dedicate al Cinquecento saranno disponibili dal 12 giugno. Le schede dedicate al Seicento e al Settecento saranno disponibili dal 16 ottobre. Le schede dedicate all’Ottocento e al Novecento saranno disponibili dal 18 dicembre.

Un lavoro durato quattro anni

Il lavoro di catalogazione è iniziato nel 2020. Durante una prima fase, il lavoro ha previsto la ricognizione delle differenti catalogazioni effettuate nel passato. In parallelo, è stato elaborato un programma quadriennale di lavoro che ha previsto l’aggiornamento delle schede già presenti e la realizzazione di quelle che mancavano.  Successivamente, sono state definite le caratteristiche del catalogo online, dal modello di scheda delle opere alle funzioni di ricerca e di filtro.

Fotografie di alta qualità

Da sottolineare è la qualità e l’accuratezza della documentazione fotografica. In catalogo sono presenti oltre 2.200 scatti fotografici. Sono stati riorganizzati i materiali fotografici esistenti, anche quelli digitali, ma è stata anche posta in essere una nuova campagna fotografica ideata per il nuovo catalogo.

Cinque incontri per conoscere

È stato promosso un ciclo di cinque incontri dal titolo ‘Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita’, che ha l’obiettivo di condividere con i visitatori i risultati delle varie indagini e di scoprire le opere custodite nei depositi. In occasione di ciascun incontro verrà inaugurata alla Sala Altoviti di Palazzo Venezia l’esposizione dell’opera oggetto della conferenza. L’iniziativa, resa possibile grazie al lavoro dei funzionari storici dell’arte dell’Istituto, Veronica Dell’Agostino e Alessia Dessì, consente la conoscenza diretta dell’opera anche attraverso la consultazione del catalogo online tramite un apposito QR code. Curato dalla Direttrice Edith Gabrielli, il ciclo mira alla reintegrazione di tali opere nel percorso museale aperto al pubblico, coinvolgendo quest’ultimo in un’esperienza di riscoperta e approfondimento storico-artistico del patrimonio del VIVE.

Esposto il frammento della porta bizantina della basilica di San Paolo fuori le Mura

La prima conferenza è andata in scena il 13 febbraio alla Sala del Refettorio di Palazzo Venezia, dedicata all’arte medievale. L’incontro, dal titolo ‘Da Costantinopoli a Roma: la porta bronzea di San Paolo fuori le mura e il frammento nel Museo del Palazzo di Venezia’ è stato tenuto dal Professor Alessandro Tomei. Al centro il frammento della porta bizantina della basilica di San Paolo fuori le Mura, raffigurante una scena della Pentecoste, che, in linea con l’anno giubilare 2025, sarà visibile presso la sala Altoviti di Palazzo Venezia fino al prossimo 23 marzo.

Miracolosamente scampata all’incendio che nel 1823 devastò la basilica di San Paolo fuori le mura sulla via Ostiense, la porta bronzea che tuttora chiude dall’interno la Porta Santa, fa parte del cospicuo gruppo di battenti bronzei eseguiti a Costantinopoli e destinati a decorare alcuni tra i più significativi monumenti dell’Italia centro-meridionale. Eseguita nel 1070 da Theodoros e Staurachios, su committenza di Pantaleone di Amalfi e Ildebrando di Soana, futuro papa Gregorio VII (1073-1085), la porta si compone di 54 pannelli raffiguranti Storie della vita di Cristo, Profeti, Apostoli con scene dei loro martiri. Un frammento della scena della Pentecoste fa parte delle collezioni del Museo del Palazzo di Venezia.

Gli altri incontri

La programmazione prosegue con la scoperta di ulteriori opere per la prima volta visibili al pubblico: dalla medaglia di Filarete raffigurante Faustina Maggiore e il suo patto nuziale con l’imperatore Antonino Pio, alla Madonna della Noce di Saturnino Gatti, dal modello della Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini a piazza Navona fino al cosiddetto Scudo di Giuseppe Garibaldi di Antonio Ximenes.

La medaglia di Filarete

Giovedì 27 marzo, alle ore 18:00 è in programma l’incontro ‘Filarete e l’antico’, con relatore Arnold Nesselrath. Recuperata dai depositi, la medaglia di Filarete raffigurante Faustina Maggiore e il suo patto nuziale con l’imperatore Antonino Pio è un’opera opera del confronto con l’antico sperimentato dall’artista fiorentino al tempo in cui lavorava a Roma per papa Eugenio IV alla monumentale porta bronzea della basilica di San Pietro. La catalogazione dell’esemplare si deve alla dottoressa Giulia Zaccariotto.

La Madonna della Noce

Giovedì12 giugno, sempre alle ore 18:00, è previsto l’incontro ‘Saturnino Gatti e la sua bottega’, con relatore Michele Maccherini. La tavola dispiega un’affascinante e rara iconografia legata al culto della Madonna in un contesto agreste, regolato dall’avvicendarsi dei lavori stagionali. Proveniente dal santuario della Madonna della Noce nella campagna laziale, l’opera è stata ricondotta all’ambito di Saturnino Gatti, protagonista della stagione rinascimentale in area abruzzese ed appenninica. Il dipinto è stato catalogato dalla dottoressa Francesca Mari.

Le fontane del Bernini

Giovedì 12 ottobre sempre alle ore 18:00 è in programma ‘Le fontane di Bernini’, con relatore Augusto Roca de Amicis. La grande terracotta che riproduce il modello ideato da Gian Lorenzo Bernini per la Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona è una preziosa testimonianza della grande fortuna che la gigantesca invenzione elaborata dall’artista per papa Innocenzo X riscosse tra Sei e Settecento. L’opera sarà oggetto di un prossimo intervento di restauro e la sua catalogazione si deve al dottor Emiliano Riccobono.

Lo scudo di Garibaldi

Giovedì 18 dicembre, alla medesima ora, è in programma ‘Lo Scudo di Garibaldi. Antonio Ximenes e la celebrazione del mito garibaldino’, con relatore Valerio Terraroli. La scultura, modellata dal siciliano Antonio Ximenes, fu donata a Giuseppe Garibaldi dal Popolo Siciliano l’11 maggio 1878. L’opera si presenta come un raro esempio di ripresa in età tardo ottocentesca del modello dello scudo da parata con al centro il ritratto a tutto tondo del condottiero, ai lati i nomi delle città siciliane conquistate e, sul bordo, l’incisione dei nomi dei garibaldini che parteciparono alla spedizione dei Mille. La scheda di catalogo si deve alla professoressa Stefania Cretella.

Gabrielli: “Promuovere lo studio e la conoscenza delle collezioni dell’Istituto”

Edith Gabrielli, direttrice del VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia, ripresa da varie testate, dichiara: “Il grande progetto di catalogazione promosso dal VIVE è stato pensato per promuovere lo studio e la conoscenza delle collezioni dell’Istituto e garantire la loro fruizione da parte di un pubblico ampio e diversificato. In linea con le più importanti realtà museali internazionali e fermamente convinti del ruolo imprescindibile della catalogazione per un’ottimale attività di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio, abbiamo avviato un imponente intervento in tale direzione, coadiuvati da tre accademici di chiara fama che hanno coordinato specialisti dei maggiori centri di ricerca e università italiani ed esteri. La pubblicazione del catalogo online consentirà agli studiosi di effettuare ricerche di carattere scientifico, approfondendo lo studio delle opere di interesse e scoprendo nuove attribuzioni e datazioni; e a turisti e curiosi di conoscere le opere più significative anche attraverso l’importante corredo fotografico che accompagna il catalogo”.

Il VIVE in pillole

Il VIVE sorge a piazza Venezia, nel cuore di Roma. È composto dal Monumento a Vittorio Emanuele II, noto anche come Vittoriano o Altare della Patria – compresi la Terrazza panoramica, il Museo Centrale del Risorgimento e l’Ala Fori Imperiali – e Palazzo Venezia, con il suo Museo. Il VIVE gestisce anche la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte, sia la sede principale di Palazzo Venezia, sia la sede distaccata nel Palazzo del Collegio Romano, ora sede centrale del Ministero della Cultura, in attesa del trasferimento a Palazzo San Felice, messo a disposizione dalla Presidenza della Repubblica.

Clicca sul Banner per leggere Territori della Cultura n° 59