Passeggiare tra le opere- in alcuni casi, tra i capolavori- di un museo è un’esperienza coinvolgente a livello emotivo. Oggi, i musei possono fare di più e diventare un luogo di cura contro l’ansia e lo stress, aprendo le loro sale ad attività come la consapevolezza di sé e l’arteterapia.
Seguire un percorso di quella che gli anglofoni chiamano “mindfulness” in un museo riduce l’ansia e lo stress del 25%; con l’arteterapia o partecipando a una visita guidata il calo è stimato nel 20%. Sono alcuni dei risultati emersi da una ricerca presentata martedì 18 al Palazzo Reale di Milano nell’ambito del progetto “Il museo alleato del cervello contro ansia e stress” coordinato dall’Università di Milano Bicocca.
Lo studio
Il progetto, la cui idea nasce da Annalisa Banzi, ricercatrice del Centro studi sulla storia del pensiero biomedico dell’UniMib, ha visto coinvolti ricercatori dell’Università di Milano (un team multidisciplinare coordinato da professor Claudio Lucchiari), nonché un team di esperti in vari ambiti di ricerca, clinici e applicativi.
Lo studio, che ha coinvolto più di 350 cittadini e decine di operatori museali nell’arco degli ultimi tre anni, ha confermato come tutte le attività proposte dai ricercatori all’interno dei musei siano state in grado di ridurre l’ansia e lo stress dei fruitori. La ricerca è stata condotta misurando i livelli di ansia e stress dei partecipanti all’inizio e alla fine di ogni incontro attraverso questionari standardizzati e strumenti quantitativi e qualitativi. Inoltre, alcuni partecipanti hanno accettato la registrazione della propria attività elettro-corticale con un dispositivo Brain-computer interface senza fili, indossabile.
La mindfulness
La mindfulness, o consapevolezza di sé, è la tecnica che punta sulla capacità di concentrarsi sul presente ed è risultata la più efficace soprattutto tra le persone in condizioni iniziali di elevata ansia e stress, con una riduzione di questi due fattori di quasi il 25%. “Grazie alla pluralità di dati raccolti, siamo in grado di supportare l’ipotesi che il museo possa essere considerato un luogo privilegiato dove prendersi cura di sé stessi- commenta Claudio Lucchiari, docente di Psicologia all’Università di Milano-.
Inoltre, si è visto come ogni tecnica generi esperienze uniche. In altre parole, l’arte e i musei non solo possono ridurre l’ansia e migliorare il benessere, ma possono farlo in molti modi diversi”. I dati hanno mostrato come la mindfulness non solo aiuti il rilassamento, ma anche metta in contatto il fruitore con gli oggetti museali, generando empatia e curiosità.
L’arteterapia
L’arteterapia è quella che più di tutti porta a vissuti emotivi intensi. Risultati altrettanto interessanti sono stati trovati nel percorso Asba-Mao al Museo di arte orientale di Torino e dedicato al personale museale. In questo caso, il percorso si è dimostrato efficace nel produrre non solo effetti benefici sull’ansia e lo stress, ma anche sul senso di appartenenza al gruppo di lavoro e sullo sviluppo di nuove modalità di affrontare i rapporti e i compiti lavorativi. In questo studio è stata introdotta un’ulteriore tecnica, lo yoga-chair (una tecnica dello yoga che si pratica sulla sedia), che si è dimostrata particolarmente efficace nel produrre rapidi cambiamenti positivi sull’ansia, generando anche benefici effetti sul piano cognitivo e relazionale. ( Dire)