Dal Recovery art alla creazione di unità di crisi in caso di incendi: ecco tutte le misure annunciate da Musumeci e Giuli
“Il Ministero della cultura ha finanziato circa 425 interventi per 374 milioni di euro per far fronte agli effetti degli eventi sismici sul patrimonio culturale”. Lo ha annunciato il Ministro della cultura, Alessandro Giuli, nel corso del suo intervento al convegno “Beni culturali e catastrofi naturali: idee per la tutela” promosso dal Dipartimento della Protezione Civile e Casa Italia e dedicato alla protezione, salvaguardia e gestione del patrimonio culturale nazionale in situazioni di emergenza connesse a eventi calamitosi, con la partecipazione di Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Fabio Ciciliano, Capo Dipartimento della Protezione Civile, e Luigi Ferrara, Capo Dipartimento Casa Italia.
Il progetto “Recovery Art”
Uno degli aspetti cruciali emersi dal convegno è la creazione di cinque depositi strategici per la conservazione del patrimonio mobile nelle aree colpite da calamità, denominati “Recovery Art”.
“La maggiore parte delle perdite avviene non tanto in seguito al sisma o all’evento calamitoso, ma subito dopo a causa della mancanza di protezione, di vigilanza, di cura delle opere e del patrimonio”, ha dichiarato Giuli.
Il progetto, dal costo complessivo di 150 milioni di euro, prevede che la distribuzione di questi poli di conservazione avvenga “in punti distinti del territorio nazionale con lo scopo di coprire la maggior parte del Paese e intervenire rapidamente con le misure di trasporto e conservazione” ha aggiunto il ministro.
L’appello di Musumeci: Italia fragile, patrimonio da proteggere insieme all’UE
Oltre a Giuli, al convegno è intervenuto anche il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, che ha evidenziato come l’Italia sia il Paese europeo più vulnerabile ai rischi naturali e, al contempo, quello più ricco di beni culturali. “Parliamo di opere d’arte, monumenti, documentazione cartacea, di biblioteche, di pinacoteche, di dimore storiche, anche provate, che sono un patrimonio da non sottovalutare – ha sottolineato il ministro -. Il tema delle catastrofi naturali non è particolarmente approfondito e non ha appassionato il mondo accademico dove è rimasto chiuso in alcuni ambienti. A mio avviso, invece, dovrebbe interessare tutti, a cominciare dagli enti territoriali”.
Musumeci ha poi evidenziato la “necessità di bussare alle porte dell’UE”, proponendo l’istituzione di un organismo internazionale che possa intervenire in situazioni di emergenza, a supporto degli stati membri dell’Unione Europea.
“La convivenza con le calamità deve diventare vigile, serena, responsabile e consapevole”, ha ribadito infine il ministro, sottolineando l’esigenza di integrare conoscenze e risorse per affrontare sfide future.
Non solo terremoti: strategie di prevenzione contro altre tipologie di calamità naturali
Le catastrofi del recente passato hanno dimostrato che arrivare impreparati alle calamità può costituire pregiudizio per la salvaguardia dei beni culturali, la cui tutela non deve divenire elemento di interesse solo in situazioni di emergenza, ma essere il frutto di attente e specifiche attività di prevenzione. Per questo, nel corso dei rispettivi interventi i due ministri non si sono soffermati solo sui terremoti ma anche su altre tipologie di calamità naturali, come le inondazioni e gli incendi boschivi. “È un errore pensare solo al terremoto, perché buona parte degli archivi storici si trovano negli scantinati che sono i luoghi dove per prima arriva l’acqua nel caso di inondazione di un fiume”, ha evidenziato Musumeci.
Dal canto suo Giuli ha considerato come, in aggiunta al rischio sismico, negli ultimi anni sia emersa un’attenzione collettiva per gli incendi boschivi, definiti “la minaccia delle minacce nelle stagioni calde”. Il Ministero della Cultura ha quindi implementato nuove procedure di emergenza, che comprendono la creazione di un’unità di crisi per il coordinamento nazionale e regionale.
Si tratta di “una struttura organizzativa straordinaria da attivare in situazione che pongono a rischio beni di interesse culturale”. Una vera e propria rete di sicurezza e di coordinamento che garantirà una sinergia operativa costante con tutti gli istituti preposti come la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco e i volontari, assicurando interventi tempestivi ed efficaci.
L’intervento di Guido Castelli: il recupero dei beni culturali nell’Appennino centrale
“Ringrazio i ministri Alessandro Giuli e Nello Musumeci per la cura che dedicano alla missione di tutela dei nostri beni culturali e per la particolare attenzione che rivolgono nei confronti dell’Appennino centrale. Questo vasto territorio di cui sono chiamato ad occuparmi – ha dichiarato Guido Castelli, Commissario Straordinario al sisma 2016 – ha, infatti, subito gli effetti catastrofici di una sequenza sismica che non ha risparmiato neppure il ricchissimo patrimonio culturale compreso al suo interno. Anche grazie alla fattiva collaborazione del Ministro della Cultura e del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, stiamo lavorando per recuperare quel patrimonio al fine di restituirlo alle comunità di appartenenza e di renderlo fruibile ai visitatori”.
Castelli ha poi fornito un quadro tangibile dell’enorme impegno richiesto in seguito agli eventi catastrofici, ricordando che, nel solo cratere di sua competenza, sono 30.704 i beni mobili recuperati, per i quali sono stati messi a disposizione 24 depositi, e che il numero degli edifici danneggiati (chiese, palazzi, manufatti) ammonta a 5.109. È in corso la creazione di altri quattro depositi, uno per ciascuna regione del sisma 2016. Progetti specifici sono stati avviati a Camerino, Santo Chiodo, Rieti e L’Aquila, dimostrando l’importanza di un intervento tempestivo e coordinato. “Il nostro patrimonio di bellezza, cultura e tradizioni ha un enorme valore aggiunto che abbiamo il dovere di conservare e tramandare alle future generazioni”, ha concluso Castelli.