Pompei, la tutela diventa interattiva grazie a un’App

da | 22 Dic 2024 | Archeologia, Arte e Cultura, Conservazione e Tutela, Istituzioni

Gabriel Zuchtriegel: “Valorizzare la connettività per potenziare la tutela”

 

Pompei, la tutela diventa interattiva grazie a un’App. Dal monitoraggio continuo alla conservazione del sito archeologico, in modo da tramandare l’antica città alle generazioni future. Il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel: “La nostra App è il tentativo di valorizzare la connettività per potenziare la conoscenza e dunque la tutela”.

La città di Pompei

La città di Pompei, scavata a partire dal 1748, consiste oggi in oltre mille abitazioni, seppellite nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio e composte da 13mila ambienti, di cui solo il 5 per cento ha una copertura che li protegge dagli agenti atmosferici. Sono 45 ettari di case e vicoli costruiti duemila anni fa. Un sito complesso, esteso e fragile. Per certi versi, può essere paragonabile ad altri come Petra – in Giordania – o Angkor, in Cambogia. La conoscenza dello stato di conservazione dei siti così complessi è una questione cruciale, non gestibile con gli strumenti tradizionali.

Un’App per la tutela di Pompei

Per questo motivo, il Parco archeologico di Pompei ha sviluppato un’App nell’ambito dell’ecosistema digitale ‘Open Pompeii’, dove confluiscono tutti i dati relativi allo stato di conservazione del sito; dati che sono essenziali per programmare interventi di manutenzione e restauro. La web App è accessibile da Pc, tablet e smartphone ed è stata sviluppata insieme alla società Visivalab e al Dipartimento di ingegneria civile dell’università di Salerno, facendo tesoro di altre esperienze che a prima vista possono sembrare peregrine ma che sono state di grande insegnamento, come per esempio il monitoraggio di autostrade, ponti e altre infrastrutture.

Le funzionalità dell’App

Attualmente, un gruppo multidisciplinare composto da archeologi, architetti, restauratori e ingegneri è impegnato nella mappatura a tappeto di tutti gli elementi costruttivi e del loro stato di conservazione: pavimenti, muri, solai, coperture, intonaci, apparati decorativi, arredi e così via. L’App consente di ricavare anche una prima stima dei costi per intervenire là dove viene rilevata un’urgenza. Inoltre, l’App è predisposta per un monitoraggio in continuo aggiornamento e permette a tutti i lavoratori e lavoratrici del Parco  di interagire e segnalare eventuali criticità. I tecnici del Parco archeologico spiegano: “Il digitale ci aiuta a rendere la tutela un’attività partecipata e interattiva, così connettiamo le tante ‘isole del sapere’, ovvero le informazioni che qualcuno aveva, per esempio perché ha visto un potenziale problema come può essere una cresta muraria coperta da vegetazione infestante, ma che non arrivavano a chi poi dovrebbe intervenire”.

La spiegazione del responsabile dell’ufficio tecnico

Commenta in un video sul sito del sito, Vincenzo Calvanese, responsabile dell’ufficio tecnico: “Per garantire la conoscenza dello stato di degrado dell’intero sito archeologico abbiamo realizzato un sistema informatico per il monitoraggio a tappeto di tutti gli elementi costruttivi. Questo sistema, attraverso una web App creata su misura per Pompei consente a squadre multidisciplinari – ingegnere, architetto, archeologo, restauratore – di andare sul campo e segnalare per ogni singolo elemento se ci sono criticità e in caso affermativo catalogarne il degrado per tipologia, estensione e gravità. L’Applicazione ci consente anche di acquisire segnalazioni da funzionari e collaboratori che in tempo reale possono evidenziare con tanto di fotografia un qualunque problema. Tutte le segnalazioni vengono catalogate automaticamente in un sistema cartografico e in base alla gravità e all’urgenza vengono poi distribuite per gli interventi di manutenzione ordinaria con la squadra interna e manutenzione straordinaria per cui attiviamo lo strumento dell’accordo quadro.

Mappatura completa di tutto il sito

Arianna Spinosa, responsabile della manutenzione e della messa in sicurezza, spiega: “Il sistema di monitoraggio ci restituisce una mappatura completa di tutto il sito di Pompei con l’individuazione di quelle che sono le più importanti problematiche estese a tutto il sito, in particolare quelli che sono i livelli di urgenza. A partire da questa mappatura vengono poi programmati gli interventi. Gli interventi, soprattutto di manutenzione straordinaria, riguardano principalmente le strutture di copertura, le murature, le pavimentazioni, i mosaici e gli affreschi”.

Il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel: “Valorizzare la connettività per potenziare la conoscenza e dunque la tutela”

Il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, dichiara: “La rivoluzione digitale significa soprattutto che tutti noi siamo connessi e che possiamo comunicare con una rapidità e complessità come mai prima nella storia dell’umanità. Questo comporta molti rischi, per esempio per i giovani ma non solo, ma anche enormi potenzialità. E riferendosi agli spazi di Pompei: “Ciascuno di questi spazi racconta una storia unica e noi dobbiamo tutelare e conservare tutte queste storie. Per fare questo dobbiamo risolvere due problemi: uno sapere esattamente che cosa accade in ciascuno dei tredicimila ambienti della città e due intervenire subito dove vediamo che ci sono dei rischi, dei potenziali problemi, come per esempio un intonaco che potrebbe staccarsi dal muro. La nostra App è il tentativo di valorizzare la connettività per potenziare la conoscenza e dunque la tutela. Già stiamo sperimentando come l’intelligenza artificiale può supportarci in questo. In futuro prevediamo di coinvolgere anche i visitatori, che così diventeranno nostri partner nel salvaguardare il sito”.

Luigi Petti: “La manutenzione è la chiave di successo”

Per affrontare i tanti rischi per il patrimonio, la manutenzione programmata è essenziale: significa che si interviene in situazioni di degrado prima che si creino danni irreparabili. Il prof. Luigi Petti, dell’Università di Salerno, co-sviluppatore dell’innovativo approccio metodologico, spiega: “Per farlo, è necessario avere un quadro completo e aggiornato del sito. Senza monitoraggio sistematico e periodico, non ci può essere una manutenzione efficace; e la manutenzione è la chiave di successo se consideriamo che ogni euro speso per la manutenzione produce un risparmio di decine di euro nei prossimi decenni. Si prevede che nei prossimi anni la manutenzione pro-attiva diventerà ancora più importante per far fronte all’aumento di rischi provocato dai cambiamenti climatici”.

Finanziamento da 12 milioni di euro in accordo quadro

Per poter reagire in maniera flessibile alle segnalazioni confluite nell’App Open Pompeii, il Parco archeologico affida una parte degli interventi da eseguire tramite un accordo quadro a operatori esterni: vuol dire che si stabilisce l’entità degli interventi da eseguire nei prossimi anni, ma senza determinare già sin dall’inizio dove esattamente si interverrà, dal momento che questo sarà deciso in base al monitoraggio continuo del patrimonio. Il progetto di monitoraggio e manutenzione in accordo quadro è stato finanziato con fondi di Coesione dal Governo italiano per un importo complessivo di 12 milioni di euro.

Zuchtriegel: “Conservare Pompei è la responsabilità più grande che abbiamo verso le generazioni future”

Il direttore Zuchtriegel commenta: “Ringrazio il Ministro della Cultura – Alessandro Giuli – e gli uffici ministeriali per il sostengo fondamentale al nostro progetto innovativo, che potrà essere esteso anche ad altre realtà, premesso che funzioni. Noi ce la metteremo tutta affinché funzioni, perché conservare tutto il sito di Pompei, e intendo non solo le grandi domus ma anche la più piccola bottega e l’ultima stalla, è la responsabilità più grande che abbiamo verso le generazioni future”.

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