Lavori finanziati dal Fondo edifici culto del Ministero dell’Interno per un importo di 1,1 milioni di euro
In partenza gli interventi di restauro dei mosaici della Cappella Palatina, a Palazzo Reale di Palermo. Lavori per 1,1 milioni di euro: saranno conclusi entro un anno. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani: “Monumento simbolo della storia e dell’arte della Sicilia, conosciuto in tutto il mondo”.
Lavori per 1,1 milioni di euro
I lavori di messa in sicurezza e controllo conservativo della Cappella Palatina sono stati progettati dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo e finanziati dal Fondo edifici culto del Ministero dell’Interno, proprietario dell’immobile, per un importo pari a 1,1 milioni di euro.
365 giorni per il restauro
L’operazione di restauro è stata avviata in virtù del protocollo d’intesa esistente tra la Regione Siciliana e il Ministero dell’Interno e sarà interamente curata dalla Soprintendenza di Palermo, guidata da Selima Giuliano, in accordo con l’assessorato regionale dei Beni culturali. Il tempo previsto per la realizzazione dei avori è pari a 365 giorni.
La consegna dei lavori
I lavori di messa in sicurezza e controllo conservativo della Cappella Palatina sono stati consegnati lo scorso 17 dicembre all’impresa appaltatrice Lithos restauri di Venezia. Alla consegna dei lavori erano presenti: il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno; il prefetto di Palermo, Massimo Mariani; l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato; la soprintendente di Palermo, Selima Giuliano; il parroco della Cappella Palatina, monsignor Michele Polizzi; Elvira Boglione dell’impresa Lithos restauri.
I principi che guideranno il restauro
Il progetto è volto al recupero dei manufatti artistici e delle superfici di pregio realizzate in materiale lapideo e in pasta vitrea. Lo studio dello stato conservativo condotto per elaborare il progetto di conservazione e valorizzazione del monumento ha evidenziato la necessità di pianificare un progetto più ampio di tutela programmata. I lavori terranno conto degli interventi di ripristino e di completamento che si sono succeduti nel corso dei secoli. Dovranno seguire il criterio della compatibilità e della reversibilità, nel rispetto della valenza storica e artistica dell’edificio, considerando anche il suo corretto funzionamento.
Alcune cause del processo di deterioramento
Il piano di restauro ha l’obiettivo di frenare il processo di deterioramento. In seguito all’attività di monitoraggio preventivo, sono state individuate alcune cause principali dell’avanzamento di degrado: la poca attività di manutenzione ordinaria, l’instabilità di precedenti interventi e lo scambio incontrollato con il gradiente termoigrometrico presente nell’ambiente.
Il restauro
Per questi motivi, si procederà con un modello conservativo della Cappella Palatina attraverso un’attività di conservazione programmata e soluzioni efficaci: sarà presente fra le altre cose un monitoraggio microclimatico, un sistema di controllo del microclima, un nuovo impianto di illuminazione artificiale, un intervento di caratterizzazione chimica e microbica degli ambienti, il filtraggio dell’aria, la schermatura degli accessi e l’applicazione di tappeti attrattori di polvere. Inoiltre, è prevista la manutenzione regolare e il controllo delle opere.
Renato Schifani: “Monumento simbolo della storia e dell’arte della Sicilia”
Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, afferma: “Siamo orgogliosi di offrire la competenza e la professionalità dei progettisti della nostra amministrazione regionale per il recupero di uno dei beni architettonici più belli di Palermo. Grazie a una importante collaborazione interistituzionale, sarà possibile tutelare e valorizzare ancora di più un monumento simbolo della storia e dell’arte della Sicilia, conosciuto in tutto il mondo”.
Gaetano Galvagno: “Monumento da preservare”
Il presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno, sottolinea: “Accolgo con immenso piacere la notizia dell’inizio dei lavori di messa in sicurezza e controllo conservativo della Cappella Palatina. Questa non è solamente un sito Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco ma rappresenta un monumento da preservare. È quindi nostro dovere consegnarlo alle future generazioni nelle migliori condizioni possibili. Situata all’interno del complesso architettonico dello splendido Palazzo Reale, sede del Parlamento più antico d’Europa, la Cappella Palatina è meta ogni anno di migliaia di turisti e studiosi. Sono certo che, grazie al progetto redatto dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo, tra un anno avremo di nuovo la fortuna di ammirare, in tutto il suo splendore originario, la magnificenza della basilica in stile siculo-normanno. Un gioiello che tutto il mondo ci invidia”.
Massimo Mariani: “Intervento di restauro di grande rilevanza”
Il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, dichiara: “I lavori che stanno per essere intrapresi, finanziati dal Fondo edifici di Culto del Ministero dell’Interno costituiscono un intervento di restauro di grande rilevanza, che contribuirà a preservare e valorizzare ulteriormente le splendide decorazioni musive della Cappella Palatina, uno degli elementi più attrattivi del percorso arabo-normanno, di eccezionale valore storico-artistico”.
Francesco Paolo Scarpinato: “Plauso alla Soprintendenza di Palermo”
L’assessore regionale ai beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, aggiunge: “Il mio più vivo plauso va alla Soprintendenza di Palermo che, ancora una volta, ha dimostrato impegno e abnegazione nel porre in essere l’alta sorveglianza e tutte le fasi connesse al progetto”.
La Cappella Palatina
Ubicata all’interno del Palazzo dei Normanni, la Cappella Palatina è stata realizzata per volere di Ruggero II tra il 1130 e il 1132, come Cappella del Palazzo Reale dedicata a San Pietro apostolo e d è stata consacrata il 28 aprile 1140. La Cappella è una delle principali testimonianze dello spiccato sincretismo culturale e artistico delle tre principali etnie presenti a Palermo nel periodo normanno: latini, bizantini e islamici. L’edificio presenta un impianto basilicale a tre navate separate da dieci colonne, cinque per lato, in granito e marmo cipollino recuperate da edifici preesistenti. Il santuario, leggermente sopraelevato, è caratterizzato da tre absidi ed è coperto da una cupola emisferica.
I mosaici
La Cappella è interamente coperta da una decorazione di mosaici realizzata con tessere litiche e pasta vitrea ed eseguita in periodi diversi che, nel corso dei secoli, sono stati a più riprese restaurati e modificati soprattutto nella zona del presbiterio. Appartengono al periodo di Ruggero II anche i mosaici pavimentali in stile cosmatesco in opus sectile, una delle tecniche di ornamentazione marmorea più raffinate e prestigiose, sia per i materiali utilizzati (marmi tra i più rari) sia per la tecnica di realizzazione.
Il soffitto
Il soffitto ligneo, opera di maestranze islamiche fatimite, è stato realizzato nella parte centrale nel 1143 circa e si presenta riccamente intagliato e intarsiato con motivi a muqarnas e venti poligoni stellati a otto spicchi concavi (stelle a otto punte). Le coperture lignee delle navate laterali presentano un’articolazione plastica meno complessa, caratterizzata da una serie di pannelli con terminazioni semicircolari.
Il Tesoro della Palatina
La Cappella Palatina è collegata da due scale simmetriche realizzate nel XVI secolo al piano sottostante dove si trova la Cappella inferiore, preesistente alla Palatina, fabbricata all’inizio dell’insediamento normanno e dove è conservato il Tesoro della Palatina, costituito da numerosi reliquari, suppellettili e oggetti sacri fra i quali spicca la collezione di cofanetti in avorio e legno di matrice islamica.