Due i prestiti eccezionali: la Chartula e l’effigie del Santo dipinta da Cimabue
È stata inaugurata lo scorso martedì 10 dicembre la mostra ‘San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico delle Creature’. L’esposizione è ospitata alla Sala Capitolare di Palazzo della Minerva – sede della Biblioteca del Senato della Repubblica fino al 2 marzo 2025 – ed è promossa dal Senato della Repubblica con il MiC e i Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei nazionali Umbria, che ne cura il progetto scientifico e l’organizzazione. All’inaugurazione erano presenti il Presidente del Senato – Ignazio La Russa – e il Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Varie Istituzioni in rete
L’esposizione si presenta come una iniziativa che coinvolge diverse realtà istituzionali del territorio umbro, grazie all’eccezionale collaborazione della Custodia Generale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, della Provincia Serafica di San Francesco dell’Umbria e del Comune di Terni, con il contributo del Comitato per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, della Fondazione Perugia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni e il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede. L’esposizione è curata da Costantino D’Orazio – direttore dei Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei nazionali Umbria – e da Veruska Picchiarelli, responsabile del Dipartimento di Arte medioevale e della prima età moderna della Galleria Nazionale dell’Umbria.
Evento in concomitanza con Giubileo e centenario del Cantico delle Creature
L’esposizione si apre in concomitanza con la chiusura dell’ottavo centenario delle Stimmate di San Francesco (2024) e dell’inizio dell’Anno Giubilare (2025), in concomitanza con l’ottavo centenario del Cantico delle Creature (2025). L’obiettivo principale è quello di raccontare, in forma sintetica ma efficace, un ideale percorso di sviluppo dell’iconografia di San Francesco di Assisi, tra Medioevo e Rinascimento, esaltando il suo ruolo nell’ambito della definizione dell’identità nazionale italiana.
In mostra, le opere di alcuni tra i maggiori pittori del Medioevo e del Rinascimento
Il percorso espositivo prosegue con le opere di alcuni tra i maggiori pittori del Medioevo e del Rinascimento: Perugino, Benozzo Gozzoli, Taddeo di Bartolo, Niccolò di Liberatore, in una narrazione volta a restituire l’evoluzione dell’immagine del Santo in parallelo all’affermazione, sempre crescente, del culto francescano.
Alcuni esempi di opere
Nel ‘Gonfalone della Giustizia’ di Perugino, uno dei maggiori capolavori conservati presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, Francesco è affiancato da san Bernardino in adorazione della Madonna col Bambino, in una composizione dove compare anche la comunità dei fedeli radunata ai piedi di una veduta di Perugia, ancora segnata da una selva di torri. Nel tabernacolo di Nicolò del Priore, Francesco è protagonista di un evento straordinario che lo accosta a uno dei momenti più dolorosi della Passione di Cristo: il conferimento delle stimmate lo consacra come alter Christus, l’unico uomo ad aver accolto sul suo corpo le stesse ferite di Gesù. Le opere della mostra si presentano come raffigurazioni di eccezionale potenza simbolica ed evocativa, come nell’elemento centrale del ‘Polittico di San Francesco al Prato’, capolavoro di Taddeo di Bartolo, in cui il santo schiaccia le allegorie dei vizi opposti ai tre voti della Regola Francescana (la Superbia, opposta all’Obbedienza – la Lussuria, opposta alla Castità – l’Avarizia, opposta alla Povertà).
Si passa per l’eleganza dello ‘Sposalizio mistico di santa Caterina’, opera di Benozzo Gozzoli proveniente dalla Museo d’arte moderna e contemporanea Aurelio de Felice di Terni, per attraversare la commovente ‘Pietà’ di Niccolò di Liberatore e Lattanzio di Niccolò, in prestito dalla Fondazione Perugia. L’itinerario umbro si conclude, idealmente, con due capolavori di Pietro Vannucci, detto Perugino, il quale nel corso della vita si misurò più volte con la volontà di dare un volto al santo. Le sue opere, provenienti dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, si accostano agli altri tre capolavori che giungono a Roma dal principale museo umbro, realizzati da pittori del calibro di Taddeo di Bartolo, Nicolò del Priore e il Maestro di Paciano.
Due prestiti eccezionali
La mostra si avvale di due eccezionali prestiti, frutto della collaborazione tra la Galleria Nazionale dell’Umbria con il Sacro Convento di Assisi e la Provincia Serafica di San Francesco: la Chartula, una pergamena annoverata tra le più importanti reliquie del Santo – frammento autografo di San Francesco, databile al 1224 – e l’effigie del Santo dipinta da Cimabue che arriva dal Museo della Porziuncola.
La Chartula
La Chartula è una pergamena annoverata tra le più importanti reliquie di san Francesco, databile al 1224 e scritta di suo pugno dopo l’impressione delle stimmate: in essa sono riportate una ispirata benedizione del santo al compagno e amico frate Leone e, sul recto, una lirica, ‘Lodi di Dio altissimo’. La reliquia, conservata nella Cappella di San Nicola, nella chiesa inferiore della Basilica di Assisi accanto al suo saio, è ancora ben leggibile, con il Tau impresso su un lato, simbolo con il quale il santo si firmava. Nel 1613 la Chartula venne trasferita all’interno dell’attuale reliquiario in argento, realizzato tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento con il preciso scopo di contenere la piccola pergamena, come recita il cartiglio sopra l’edicola centrale inquadrata tra le statuette di san Francesco e del beato Leone. Sullo scudo ovale frontale del piede a sezione triangolare è rappresentato il trimonzio sormontato dal Tau che separa le lettere S e C, emblema del Sacro Convento.
L’effigie del Santo dipinta da Cimabue
Dal Museo della Porziuncola, che afferisce alla Provincia Serafica di San Francesco, arriva un altro capolavoro: l’effigie del santo dipinta da Cimabue negli anni in cui era impegnato ad affrescare la Basilica di Assisi, utilizzando come supporto la tavola che, stando alla tradizione, era servita da copertura della prima umilissima cassa di legno nella quale il corpo di Francesco fu tumulato subito dopo la morte (1226).
La Russa: “Giubileo sempre uno dei capisaldi della crescita dell’umanità”
Dichiara Ignazio La Russa all’inaugurazione: “Io sono orgoglioso di potere inaugurare questa mostra che è un’occasione importante, perché crediamo che San Francesco – con il suo peregrinare per i sentieri d’Italia, portando la voce della carità, della fede e dell’amore per i poveri – abbia anticipato i pellegrini che da ogni parte del mondo sono sempre accorsi a Roma per celebrare il Giubileo. Anche Dante venne a un Giubileo a testimonianza di come questo evento nella storia sia sempre uno dei capisaldi della crescita dell’umanità e porti, se ben accolto e ben sentito, nuove speranze e nuovi momenti di riflessione e di fede, che poi è alla base del Giubileo stesso”.
Info. Orario di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore18:00.