‘La Madonna di San Simone’ di Federico Barocci è la grande protagonista
A Milano, è tornata dal 4 dicembre la grande mostra di Natale a Palazzo Marino, in Sala Alessi, lo storico salone di rappresentanza del Comune di Milano. Fino al 12 gennaio 2025, turisti e milanesi potranno ammirare un capolavoro del Rinascimento italiano ed europeo: ‘La Madonna di San Simone’, di Federico Barocci, una grande pala d’altare proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
La pala di Barocci è un capolavoro della Collezione della Galleria Nazionale delle Marche
Realizzata dal grande pittore urbinate tra il 1566 e il 1567, la pala monumentale è realizzata in olio su tela e su carta, cm 283×190 ed è stata una dei protagonisti della grande retrospettiva dedicata a Barocci al Palazzo Ducale di Urbino, dal 19 giugno al 6 ottobre scorso. La pala costituisce uno dei capolavori della Collezione della Galleria Nazionale delle Marche.
‘La Madonna di San Simone’
Realizzata intorno al 1567, ‘La Madonna di San Simone’ sovrastava l’altare della settima cappella della chiesa urbinate di San Francesco. La tela rappresenta San Giuda Taddeo, identificato con l’alabarda del suo martirio, alla destra della Madonna; San Simone, riconoscibile grazie alla sega usata dai suoi aguzzini per ucciderlo; e alla sinistra del gruppo principale si trova la Vergine col Bambino. Straordinaria è la capacità del Barocci di evocare la tenerezza umana – appresa soprattutto da Correggio, in particolar modo nella figura della Vergine che insegna a suo figlio a leggere. Oltre ai soggetti sacri, appaiono in fondo a destra anche i ritratti dei committenti, donatori dell’opera alla Chiesa, i quali esprimono una grande vivida partecipazione alla scena sacra, simbolo di una devozione personale e collettiva.
I curatori: “Stile tutto emozionale”
I curatori dell’esposizione a Palazzo Marino, Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari – gli stessi della grande monografica organizzata dal Palazzo Ducale di Urbino – affermano che “l’opera in mostra a Milano, città con la quale l’artista ha intrattenuto importanti e continuativi rapporti per alcune opere, in particolare per la Fabbrica del Duomo, è un apice della prima maturità di Federico, al centro della costruzione del suo personalissimo stile, pieno di un dinamismo interno tutto emozionale, modulato con colori sensitivi, per intonare, francescanamente, un cantico all’armonia del creato: uomini, piante, animali. Un’opera che parla al cuore, che tocca le corde affettive, che ci coinvolge con la sua impetuosa dolcezza, la sua amorevole gentilezza”.
In mostra anche un disegno autografo di Barocci
L’esposizione è arricchita da un disegno autografo di Barocci, proveniente dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco, preparatorio per una figura di devota nella pala della ‘Madonna del Popolo’, dipinto oggi conservato agli Uffizi. Realizzato tra il 1575 e il 1579, il foglio offre la possibilità di immergersi nel processo creativo di Barocci, scoprendo le tecniche e i segreti dietro la realizzazione di uno dei suoi capolavori più ammirati. Si tratta infatti del frammento di un grande cartone, disegnato a carboncino e a gessetto bianco, dove i contorni della figura sono incisi con uno stilo per il ricalco della composizione direttamente sulla pala. Ora il disegno verrà esposto a Palazzo Marino, a pochi passi dal Palazzo Belgioioso, dove era conservato dalla fine del Settecento e fino al 1943, anno in cui fu donato alle collezioni civiche milanesi.
L’allestimento scenografico
L’allestimento scenografico, concepito dall’architetto Franco Achilli e arricchito dalle illustrazioni di Carlo Stanga, offre ai visitatori un’immersione nel complesso intreccio di relazioni che caratterizzavano la città di Urbino all’epoca di Barocci. Questo intreccio include il profondo legame culturale e artistico della città con l’artista marchigiano, così come il suo rapporto con Milano e l’influenza esercitata su di lui da Bramante. Barocci, infatti, riconosceva pienamente il valore simbolico e civile dell’architettura, inserendo nei suoi lavori i manufatti più iconici di Urbino, distintivi della città, come ambientazioni o scorci, all’interno delle sue opere. Il progetto grafico è stato curato da Paola Pellizzi.
Federico Barocci in pillole
Federico Barocci (Urbino, 1533 – 1612) è erede diretto del classicismo di Raffaello e la sua opera chiude idealmente la grande stagione rinascimentale e, allo stesso tempo, quella altrettanto straordinaria del ducato di Montefeltro, dominata artisticamente da nomi che hanno fatto la storia dell’arte, come Piero della Francesca e Donato Bramante. Definito dal Vasari “giovane di grande aspettazione”, fin da subito Barocci viene presentato come il nuovo Sanzio, tornato a riportare la gloria alla città ducale; ma, mentre Raffaello imbocca giovanissimo la via per Roma, Federico Barocci a trent’anni, dopo importanti soggiorni e commissioni a Roma, compie la scelta, inconsueta all’epoca, di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali. Ciò nonostante, Barocci diviene interlocutore di papi, sovrani e imperatori, anche grazie alla mediazione del suo signore e amico, il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere. Diviene anche uno dei pittori prediletti da Federico Borromeo, cardinale e arcivescovo di Milano dal 1595, la cui passione per l’arte lo portò a rivolgersi a numerosi artisti stranieri per arricchire la sua collezione, contribuendo a fare di Milano una città inclusiva e aperta all’arte internazionale: ecco perché acquistò all’inizio del Seicento una splendida ‘Natività’ di Barocci, che si può ammirare alla Pinacoteca Ambrosiana.
Le note pale d’altare di Barocci
Il percorso artistico di Federico Barocci viene definito, attraverso quasi sei decenni di attività, dalle sue pale d’altare. Per il periodo storico, il numero delle pale realizzate da Barocci è “assolutamente eccezionale”, considerando anche il fatto che esse rappresentano la stragrande maggioranza della sua produzione artistica. Barocci ha in realtà eseguito anche affreschi, opere religiose, alcuni splendidi ritratti e un unico dipinto profano, ma è la trentina di pale d’altare a definire il profilo del suo lavoro.
In mostra dal 7 dicembre anche un Presepe napoletano
Dal 7 dicembre, in sala Arazzi, accanto al tradizionale video che conclude la mostra natalizia di Palazzo Marino, quest’anno i visitatori potranno ammirare anche un prezioso Presepe napoletano del Settecento. Questa straordinaria opera, testimonianza dell’arte partenopea iniziata nel XVIII da Giuseppe Sanmartino, proviene dal Castello Sforzesco di Milano. Il presepe è composto da statuine, animali e accessori di varie dimensioni, disposti su una scenografia classico popolare nota come ‘scoglio’. Un meticoloso restauro eseguito nel 1999 ha permesso di identificare la mano di celebri plasticatori dell’epoca, tra cui Lorenzo Vaccano, Matteo Bottigliani, Giovanni Battista Polidoro, oltre ai seguaci di Sanmartino e Francesco Celebrano.
Natale nei borghi
Quest’anno la grande mostra di Natale di Palazzo Marino si arricchisce con l’iniziativa Natale nei borghi, realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano e l’Associazione Antichi Borghi Milanesi. L’obiettivo è non solo valorizzare i borghi come nuclei urbani, ma anche far scoprire, attraverso percorsi culturali, opere d’arte figurativa custodite negli edifici religiosi che caratterizzano i quartieri periferici della città: chiese, santuari, abbazie e oratori, con particolare attenzione ai soggetti relativi alla Natività, all’adorazione dei Magi e alle figure della Sacra Famiglia dal Medioevo a tutto il Novecento. Dal 14 dicembre al 5 gennaio sarà possibile partecipare a visite guidate gratuite organizzate in 18 siti individuati all’interno dei nove Municipi cittadini, un’occasione per valorizzare i borghi e rivelare i tesori artistici che rappresentano una parte significativa del patrimonio culturale cittadino.
Tommaso Sacchi: “Opera straordinaria, che celebra la grande tradizione rinascimentale italiana”
L’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi dichiara: “L’appuntamento natalizio con l’arte a Palazzo Marino è ormai un momento tradizionale per la città, un’occasione per avvicinarsi alla bellezza e alla devozione durante le festività. Quest’anno, con ‘La Madonna di San Simone’ di Federico Barocci, offriamo alla città un’opera straordinaria, che celebra la grande tradizione rinascimentale italiana, ammirata in ogni epoca da tutto il mondo. Grazie alla preziosa collaborazione con Intesa Sanpaolo, Rinascente e tutte le realtà che ci sostengono, questa mostra ‘donata’ alla città diventa anche il simbolo dell’arte come strumento capace di unire risorse e comunità. Lo stesso spirito si ritrova nell’iniziativa ‘Natale nei borghi’, che propone la medesima esperienza anche nei quartieri della nostra città, valorizzando il patrimonio artistico diffuso e accompagnando i cittadini in una riscoperta delle nostre radici”.
Maurizio Gambini: “Far conoscere i tesori artistici conservati all’interno delle nostre mura ci riempie di orgoglio”
Maurizio Gambini, sindaco di Urbino, scrive: “Far conoscere al di fuori dei nostri confini i tesori artistici conservati all’interno delle nostre mura ci riempie di orgoglio, in particolare in questa circostanza, visto che l’opera è profondamente radicata a Urbino, essendo stata concepita per la chiesa di San Francesco
Gli attori istituzionali
La mostra ‘Federico Barocci, La Madonna di San Simone’ è promossa e prodotta dal Comune di Milano grazie al contributo di Intesa Sanpaolo, partner istituzionale che da anni, insieme al sostegno di Rinascente, affianca l’Amministrazione in questo progetto annuale. La mostra è curata da Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari, mentre l’organizzazione è affidata a Civita Mostre e Musei. Accompagna la mostra un catalogo edito da Skira.
Info. Tutti i giorni dalle ore 9:30 alle ore 20:00. Il 7 dicembre la chiusura è prevista per le ore 12:00; il 24 e 31 dicembre 2024 chiusura ore 18:00. Il 25 dicembre aperti dalle ore 14:30 alle ore 18:30.
Immagine in evidenza: Madonna col Bambino, i santi Giuda e Simone e i donatori detta Madonna di san Simone, 1566- 1567. © MiC, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino – Ph. Claudio Ripalti.