fbpx

Milano, Palazzo Reale apre le porte a 83 opere d’arte confiscate alla criminalità organizzata

da | 5 Dic 2024 | Arte e Cultura, Istituzioni, Mostre ed Eventi

La mostra SalvArti sarà ospitata dall’8 febbraio a Reggio Calabria

In mostra dal 3 dicembre 2024 fino al 26 gennaio 2025 a Palazzo Reale di Milano oltre 80 opere confiscate alla criminalità organizzata. Protagonisti artisti come Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Lucio Fontana, Massimo Campigli, Salvador Dalì, Andy Warhol, Mario Schifano, Robert Rauschenberg, Christo e molti altri. Dopo l’appuntamento a Milano, l’esposizione sarà ospitata dall’8 febbraio al 27 aprile 2025 al Palazzo della Cultura P. Crupi a Reggio Calabria. La mostra ‘SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche’ ha lo scopo di riaffermare con forza tra le nuove generazioni il valore della legalità.

Un progetto in rete

L’esposizione è parte del progetto ‘Arte per la cultura della legalità’, a cura della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in collaborazione con il Ministero dell’Interno. La rassegna milanese è la seconda tappa di un itinerario che si è aperto con una straordinaria anteprima, dal 16 ottobre al 21 novembre 2024, al Museo Hendrick Christian Andersen a Roma. Il percorso si chiuderà al Palazzo della Cultura a Reggio Calabria, dall’8 febbraio al 27 aprile 2025.

I procedimenti dai quali provengono le opere in mostra

Oltre a presentare un patrimonio culturale in buona parte rimasto inaccessibile alla collettività, l’iniziativa mette in risalto il ruolo e l’impegno delle istituzioni coinvolte nel lungo e virtuoso processo che è stato necessario per recuperarle e per verificarne l’autenticità e l’interesse culturale. Fra queste, il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale e la Guardia di Finanza. La mostra è costituita da oltre 80 opere che provengono da due diversi procedimenti. Il primo è scaturito da due indagini incrociate, svolte dal R.O.S. dei Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, per una maxi-frode fiscale legata a una rete internazionale di riciclaggio. Il secondo è frutto di una confisca a carico di un soggetto, pienamente inserito nel circuito della criminalità organizzata e stabilmente dedito ad attività economiche illecite.

Il percorso espositivo

La mostra ripercorre gli sviluppi dell’arte dalla prima metà del Novecento fino ai primi anni Duemila, in particolare l’evoluzione dei linguaggi espressivi e delle correnti artistiche del tempo. Tra queste, s’incontra il gruppo Novecento con Mario Sironi (Composizione astrattaScena urbana con carrozza, Moltiplicazione II, prima metà del XX secolo), la Metafisica con autori quali Giorgio de Chirico (Piazza d’Italia, prima metà del XX secolo) e Carlo Carrà (Capanno sulla riva, 1955). I visitatori possono approfondire la Transavanguardia di Sandro Chia (Ossa fossa cassa, 1990; Cupido, 1996), Enzo Cucchi (Autostrada del Pensiero, 1997), Mimmo Paladino, ma anche la Nuova scuola Romana con Bruno Ceccobelli, Piero Pizzi Cannella, Gianni Dessì, Nunzio Di Stefano. Inoltre, sono presenti esperienze, quali l’astrattismo geometrico e informale, l’arte murale di Keith Haring (Kh mural, 1989), la land art di Christo e il genere del libro d’artista, come Cantata Bluia Libro dore di Pier Paolo Calzolari. In mostra anche alcune opere scultoree: accanto al piccolo bronzo di Arnaldo Pomodoro (Disco, 1986/2003), artista di fama internazionale per l’arte monumentale pubblica, vengono proposte sperimentazioni più contemporanee, come i lavori di Michele Savini (Anello, 2008; Coniglio, 2009) realizzati con materiali inusuali come la gomma da masticare.

Il comitato organizzatore e quello scientifico

Il comitato organizzatore della mostra è così composto: Direzione generale Musei del Ministero della Cultura; ANBSC-Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; Comune di Milano – Direzione Cultura – Area Mostre e Musei Scientifici; Città Metropolitana di Reggio Calabria – Palazzo della Cultura Pasquino Crupi. Il comitato scientifico è costituito da: Andrea Viliani, direttore del Museo delle Civiltà, Ministero della cultura; Valeria Di Giuseppe Di Paolo, funzionario storico dell’arte della Direzione generale Musei, Ministero della cultura; Domenico Piraina, direttore Cultura e direttore Area Mostre e Musei Scientifici, Comune di Milano; Gianfranco Maraniello, direttore Area Musei d’Arte moderna e contemporanea, Comune di Milano; Domenico Michele Surace, docente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Accompagna la mostra un catalogo Electa Editore.

Opere poi distribuite in tutta Italia

Dopo le rassegne di Milano e Reggio Calabria, il primo gruppo di lavori –  provenienti da una confisca divenuta definitiva nel 2018 – sarà consegnato a diversi istituti museali del MiC selezionati dal Direttore generale Musei Massimo Osanna su tutto il territorio nazionale: a Milano (Pinacoteca di Brera – Palazzo Citterio), Roma (Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Museo delle Civiltà e Istituto centrale per la grafica), Napoli (Castel Sant’Elmo e Museo del Novecento) e Cosenza (Galleria nazionale di Cosenza). Il secondo gruppo di 22 opere rimarrà a Reggio Calabria, al Palazzo della Cultura P. Crupi, dove, sin dal 2016, sono permanentemente esposte oltre 100 opere d’arte, tutte facenti parte di una unica confisca effettuata dal Tribunale di Reggio Calabria nel 2015 e affidate dal Segretariato regionale del MiC per la Calabria alla Città Metropolitana.

Wanda Ferro: “Concreta riaffermazione del valore dell’espressione artistica e della legalità”

Sottolinea nel catalogo l’Onorevole Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno: “Non dovremmo mai dimenticare la dimensione relazionale che possiede e a cui ci invita l’arte nelle sue distinte forme e rappresentazioni. La realizzazione artistica non dovrebbe mai essere considerata come espressione di una bellezza fine a se stessa, ma come portatrice di valori più profondi che chiamano in causa direttamente lo spettatore. Suscitando nell’osservatore riflessioni, ma soprattutto emozioni, l’espressione artistica acquista un significato del tutto peculiare. Un significato che, per le ottantatré opere presentate, va oltre l’importante e riconosciuto interesse culturale. Tale valore riguarda nello specifico la storia che le accomuna: esse sono state recuperate nell’ambito di due complesse procedure di confisca e successivamente transitate nella gestione dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC). Si tratta di espressioni artistiche che, dopo un lungo periodo, possono tornare a essere patrimonio dell’intera comunità. Un patrimonio privato, spesso acquisito con proventi illeciti, che torna, finalmente, a rappresentare un patrimonio collettivo. La gratuità, per il pubblico, dell’esposizione vuole rappresentare, concretamente, la necessità di rendere l’arte il più possibile accessibile a tutti. La decisione di organizzare una delle due mostre in una regione meridionale e di fare in modo che, successivamente, diverse opere rimangano custodite in alcuni musei del Sud testimonia l’importanza di restituire direttamente al Meridione parte di quella ricchezza che tutte le forme di criminalità gli sottraggono. Sono certa che, così come è stato per me, la visione di queste opere susciterà i sentimenti e le emozioni più diversi rappresentando, al contempo, un momento di concreta riaffermazione del valore dell’espressione artistica e della legalità”.

Massimo Osanna: “Valorizzazione di un importante patrimonio storico-artistico confiscato e restituito alla collettività”

 Massimo Osanna, Direttore Generale Musei. Commenta: “La mostra ‘SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche’ intende promuovere i valori e i principi della cultura della legalità attraverso la valorizzazione di un importante patrimonio storico-artistico confiscato e restituito alla collettività tramite la pubblica fruizione. Le esposizioni sono il risultato della virtuosa cooperazione tra le istituzioni coinvolte, con l’obiettivo comune di sensibilizzare il pubblico, in particolare le giovani generazioni, a una riflessione sui temi dei valori civici, della consapevolezza e della responsabilità della cittadinanza nella lotta al contrasto alle forme della criminalità organizzata. La presentazione al pubblico di pregevoli opere d’arte contemporanea, provenienti da due distinte confische, si offre allora come occasione per raccontare l’iter che trasforma le medesime da beni illecitamente acquisiti, sequestrati e poi irrevocabilmente confiscati dalle autorità giudiziarie e dalle forze dell’ordine, a beni culturali destinati alle collezioni museali pubbliche, che entrano definitivamente a far parte del patrimonio culturale della nazione, a esito dei lavori condotti dal Ministero della Cultura. ‘SalvArti’ racconta dell’arte salvata, ma anche di come l’arte può salvare in quanto strumento di crescita e di dialogo volto a rafforzare la dimensione soggettiva e relazionale dell’individuo”.

Giuseppe Sala: “Una mostra che rende la mafia più povera”

Giuseppe Sala, sindaco di Milano, commenta: “La mostra ‘SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche’ arricchisce l’autunno museale milanese con un messaggio dal forte valore civile e sociale. Milano da tempo è impegnata in un percorso coerente di valorizzazione e di restituzione alla collettività dei beni confiscati alle mafie e questa esposizione ne rappresenta una naturale continuazione e concretizzazione. ‘SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche’ è una bella mostra, che unisce il Paese da nord a sud all’insegna della lotta alla criminalità; una mostra che rende la mafia più povera e arricchisce la nostra società del bene più prezioso: quel patrimonio artistico e culturale che più di ogni altra cosa ci accomuna e segna l’identità del nostro popolo”.

Giuseppe Falcomatà: “La lotta alle mafie è una questione nazionale”

Giuseppe Falcomatà, sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, dichiara: “È la prima volta che le opere d’arte confiscate alla criminalità, custodite all’interno del Palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria, varcano i confini regionali della Calabria. L’arte restituita vola a Roma, quindi a Milano, per poi tornare a Reggio Calabria arricchita, idealizzando l’unità e l’indissolubilità del Paese intorno a valori che esulano dalle consuetudini e dalla retorica. L’Italia si ritrova unita sotto il velluto della bellezza salvata dalle grinfie criminali. La mostra ha, dunque, un merito più d’ogni altro: non ha la pretesa di istruire, ma l’ambizione di educare. Educare, attraverso l’arte, ai principi di legalità, giustizia, equità sociale, lotta alle mafie e al crimine, seguendo l’adagio greco kalòs kai agathòs – bello e buono – inteso come giusto. E così l’arte diventa testimonianza di un percorso, strumento comunicativo di straordinaria potenza. L’estetica abbraccia l’etica, secondo l’antica equazione proposta dai popoli che qualche millennio fa fondavano le prime colonie greche nella terra che avrebbe dato il nome all’Italia ed entrambe vivono in simbiosi per sviluppare una virtù morale che va raccontata. Questo percorso espositivo può forse servire a una nuova politica che persegua la giustizia – la giustizia sociale anzitutto – attraverso la bellezza. Ed è importantissimo che, in questo percorso, siano coinvolte più istituzioni. La sinergia è indispensabile per combattere e contrastare fenomeni criminali che non appartengono più esclusivamente al Mezzogiorno. La lotta alle mafie è una questione nazionale. Siamo di fronte a bruttezze infestanti che, come la gramigna, ormai crescono in ogni angolo d’Italia e che insieme combattiamo con forza, giorno dopo giorno, passo dopo passo. Le istituzioni devono continuare a spingere verso la riconquista di spazi sottratti alla bellezza e alla legalità. Spazi fisici, beni comuni rubati alla comunità, ma non solo. La presenza della criminalità spesso è capace di sottrarre futuro, sogni, speranze. E così la riconquista del bello diventa simbolo potente della vittoria del bene sul male, in una battaglia da combattere e vincere insieme”.

Piraina e Maraniello: “Scopo ultimo il bene individuale e quello della collettività”

Domenico Piraina – direttore del settore Cultura del Comune di Milano e direttore di Palazzo Reale – e Gianfranco Maraniello, Direttore Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano affermano: “I valori civili e culturali della mostra ‘SalvArti’ e del più ampio progetto di opere d’arte confiscate alla criminalità organizzata, con il conseguente affidamento delle stesse alle istituzioni e alle comunità, sono indubbiamente fonte di soddisfazione e di gratitudine. Esprimiamo infatti riconoscenza per lo straordinario lavoro svolto a più livelli dall’autorità giudiziaria, dalle forze dell’ordine e dai colleghi dei Ministeri competenti e delle città, unite nell’esemplare rappresentazione di un costante e coraggioso sforzo di contrasto all’illegalità, capace, in questo specifico caso, di tramutarsi anche in occasione di riscatto e di proposta a beneficio dell’interesse pubblico”.

Ancora: “L’etimologia spesso soccorre la riflessione ed è chiara la riconducibilità del titolo ‘SalvArti’ al latino salvatio, da salva, salvo, al sicuro, con particolare riferimento alla liberazione da condizioni non desiderabili; ed è forse pleonastico commentare ulteriormente la crasi di ‘SalvArti’ in relazione alla conseguita libertà dell’arte nell’occasione specifica. Tuttavia, è anche da sottolineare che la stessa radice sal origina quel vasto campo semantico del termine salus che nella lingua italiana conserva memoria della promessa di salvezza, ma più comunemente lascia intendere lo stato di salute e prosperità dell’individuo e della Res publica, come la stessa divinità romana arcaica Salus personificava in modo analogo alla greca Igea. A tale immaginario e ai significati proposti dalla potenza della lingua occorre dunque fare riferimento per dichiarare in modo sintetico l’ampia dimensione valoriale di ‘SalvArti’ che abbia come scopo ultimo il bene individuale e quello della collettività, ammesso che i due possano mai davvero essere disgiunti”.

Maria Rosaria Laganà: “Arte liberata”

 Il prefetto Maria Rosaria Laganà, direttore ANBSC, spiega: “La restituzione alla visione pubblica delle ottantatré opere confiscate dall’autorità giudiziaria a esponenti di spicco della criminalità organizzata rappresenta una fondamentale tappa del percorso di contrasto al fenomeno mafioso. Le suggestioni evocate dalle originali espressioni creative in esposizione sollecitano l’attenzione dei visitatori sulla straordinaria rilevanza dell’attività di contrasto all’illecito accumulo di patrimoni da parte delle organizzazioni criminali. Il pregio artistico e il valore culturale delle opere in rassegna accentuano il significato e il valore etico della riappropriazione al patrimonio collettivo e condiviso di beni accumulati quali proventi di attività illecite. In tale prospettiva sembra corretto qualificare, in termini di arte liberata, il patrimonio di beni culturali sottratti al controllo e all’uso esclusivo della criminalità organizzata per essere restituiti alla fruizione inclusiva, libera e pubblica. La creatività e la bellezza dell’arte liberata dalle mani criminali vengono proposte alla visione collettiva per promuovere la cultura, stimolando nel contempo maggiore consapevolezza sull’insidiosità del flagello mafioso e favorendo il senso di responsabilità individuale e comune”.

Affermazione della legalità

 Prosegue Laganà: “Il valore simbolico dell’iniziativa è dirompente ai fini dell’affermazione dei principi di legalità, rappresentando un’occasione straordinaria per sensibilizzare le coscienze ed educare la cittadinanza sui temi della lotta alla criminalità organizzata e dell’importanza della salvaguardia del patrimonio culturale, contribuendo in maniera significativa a quel consenso sociale indispensabile per il rafforzamento dell’azione dello Stato di contrasto alle mafie. La lotta alle forme di criminalità ritenute più insidiose e allarmanti, in particolare quelle di stampo mafioso – la cui presenza pervasiva sul territorio nazionale ha radici profonde, minacciando i valori della sicurezza, della libertà e della dignità umana, alterando lo sviluppo sociale ed economico –, costituisce un impegno prioritario per lo Stato e sollecita la sinergia con la società civile”.

 

Info. Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, dalle ore 10:00 alle ore 19:30; giovedì dalle ore 10:00 alle ore 22:30. Lunedì chiuso.

Sabato 7, domenica 8 e giovedì 26 dicembre apertura regolare; lunedì 6 gennaio 2025, apertura regolare; martedì 24 dicembre, dalle ore 10:00 alle ore 14:30; mercoledì 25 dicembre, dalle ore 14:30 alle ore 18:30; martedì 31 dicembre, dalle ore 10:00 alle 14:30; mercoledì 1° gennaio 2025, dalle ore 14:30 alle ore 19:30.

Clicca sul banner per leggere Territori della Cultura