Tornano a splendere le sculture in marmo che raffigurano il “Mare Adriatico” di Emilio Quadrelli e il “Mar Tirreno” di Pietro Canonica, le sculture in bronzo dorato raffiguranti “Il Pensiero” di Giulio Monteverde e “L’Azione” di Francesco Jerace e i pennoni di Gaetano Vannicola con le “Vittorie” di Edoardo Rubino e Edoardo De Albertis. E grazie anche al contributo di Bulgari che ha sostenuto per intero l’intervento tramite l’Art Bonus.
“Il Vittoriano, monumento di straordinaria importanza per la storia e l’identità della Nazione, è insieme una significativa opera d’arte: lo è per l’architettura di Giuseppe Sacconi, lo è per la decorazione plastica, eseguita da alcuni dei principali scultori dell’epoca. Restituito l’accordo cromatico fra il candore del marmo botticino e la finitura dorata degli elementi in bronzo, il prospetto principale del Vittoriano si presenta oggi agli occhi di cittadini e turisti in tutta la sua magnificenza, “ dice Edith Gabrielli direttrice del VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia. “Un percorso che abbiamo intrapreso insieme a Bulgari – prosegue – attraverso una proficua alleanza pubblico – privato per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico”.
”Siamo immensamente orgogliosi di aver contribuito al restauro delle sculture del Vittoriano, un monumento straordinario e imponente che, con la sua maestosità, incarna un legame profondo tra passato e presente, ergendosi nel cuore di Roma e celebrando l’Unità d’Italia. Il nostro intervento è stato soprattutto focalizzato verso le sculture di marmo e di bronzo che noi consideriamo i gioielli del Vittoriano”, ha affermato Jean-Christophe Babin, Ceo del gruppo Bulgari.
Dando l’annuncio del termine degli interventi di restauro Gabrielli convoca la stampa proprio fra le colonne di uno dei ventosi terrazzi del monumento. Un monumento di cui rivendica la bellezza come opera d’arte totale, nel suo insieme anzitutto. “Una grande opera d’arte, un’antologia della scultura del tempo. Vennero chiamati tutti i migliori artisti. Il Vittoriano – afferma – è la fotografia del meglio del giovane stato italiano”.
L’ intervento si è svolto a monumento aperto. Infatti per tutta la durata dei lavori non è mai stato chiuso . Anzi l’apertura ha permesso ai visitatori di capire quello che si stava facendo, come si opera per bloccare il processo di degrado dei marmi e dei metalli, come si restituisce la qualità delle superfici.
Avviato a marzo scorso, a ottobre è terminato il restauro eseguito da Susanna Sarmati. Ha coinvolto un’équipe di esperti operatori del settore, intervenuti per assicurare la conservazione e la leggibilità delle sculture in marmo e bronzo realizzate all’inizio del Novecento da alcuni degli artisti più rappresentativi del tempo. Un intervento volto a bloccare il degrado dei materiali e delle forme aggredite dal tempo e dagli insulti dell’inquinamento in un’area della città dove il traffico è particolarmente intenso e continuo. Un intervento eseguito nei tempi previsti e nel rispetto dei principi metodologici del restauro italiano. Che dovrà riportare le opere alla loro leggibilità senza cancellare il passato. E a differenza di un tempo riguarderà l’opera d’arte nel suo complesso.
Edith Gabrielli, alla guida del VIVE, mostra da sempre grande attenzione a beni come il Vittoriano, di straordinaria importanza per la storia e l’identità della Nazione. “E’ insieme una significativa opera d’arte per l’architettura di Giuseppe Sacconi e per la decorazione plastica opera dei principali scultori dell’epoca” dice. “Restituito l’accordo cromatico fra il candore del marmo botticino e la finitura dorata degli elementi in bronzo, il prospetto principale del Vittoriano si presenta oggi agli occhi di cittadini e turisti in tutta la sua magnificenza”.
All’incontro era presente anche Susanna Sarmati che ha spiegato i motivi del restauro. Primo obiettivo garantire la conservazione materiale dell’Altare della Patria arrestando i fenomeni di degrado in atto e prevenendo i danni futuri attraverso un opportuno trattamento delle superfici. Il secondo obiettivo consiste nel restituire la piena leggibilità all’opera di Zanelli fin nei sui dettagli, consentendone una piena comprensione critica. Terzo e ultimo guadagnare una serie di conoscenze specifiche per ricostruire nel dettaglio tecniche, metodi e fasi costruttive dell’opera.