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Uffizi, sciopero addetti servizi museali il 31/10 e il 5/11

da | 30 Ott 2024 | Arte e Cultura

Tornano a scioperare i lavoratori di Opera, addetti ai servizi museali degli Uffizi, di Palazzo Pitti, del polo museale della Regione Toscana e dell’Opificio delle Pietre Dure. Lo sciopero è previsto per il 31 ottobre e per il 5 novembre 2024. “Il prossimo giovedì – si legge in una nota del sito – sarà comunque garantita l’apertura del Giardino di Boboli per l’intera giornata e degli Uffizi durante il turno pomeridiano (13.30-18.30)”. Per il prossimo martedì invece: “È garantita l’apertura della Galleria delle Statue e Pitture: dalle ore 13.30 alle ore 18.30, con ultimo ingresso ore 17.30 e del Giardino di Boboli: intera giornata dalle ore 8.15 alle ore 16.30, ultimo ingresso ore 15.30. È annullata, nella stessa data, l’apertura serale straordinaria della Galleria delle Statue e delle Pitture”.

Il motivo dello sciopero dei lavoratori della Galleria degli Uffizi

In attesa del passaggio di gestione da Opera al vincitore del bando, CoopCulture, che dovrebbe subentrare a gennaio 2025, i 200 lavoratori si mobilitano, preoccupati per il loro futuro. “Ad oggi non abbiamo garanzie che vengano mantenuti il posto di lavoro e lo stipendio che gli addetti alle biglietterie, alla sorveglianza e all’accoglienza percepiscono attualmente”, afferma Laura Zucchini, della Uiltucs Toscana. “Non è accettabile né dignitoso per questi lavoratori, che garantiscono le aperture dei musei. Il settore museale è un settore ricco, che drena risorse: basti pensare agli Uffizi, dove il biglietto costa 25 euro e dove, nel 2023, si sono contati quattro milioni di visitatori”.

Secondo Riccardo Pollastri della RSU Opera, il Direttore della Galleria degli Uffizi, Simone Verde, avrebbe disconosciuto il documento siglato dall’ex direttore Eike Schmidt, all’epoca anche Rup, ossia responsabile unico del procedimento. Un accordo che mirava a tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici nei cambi di appalto per tutti i musei coinvolti. “Quello che chiediamo – aggiunge Pollastri – è che ci venga garantita fin da subito la piena continuità lavorativa, mantenendo le stesse condizioni economiche e contrattuali. Per questo facciamo appello anche alla Regione Toscana e al Comune di Firenze, firmatari dell’intesa del dicembre 2023″.

La replica 

Arriva però anche la smentita dalle Gallerie degli Uffizi, dall’Opificio delle pietre dure e dalla direzione regionale dei musei nazionali della Toscana, che sottolineano come sia in atto “una continua campagna di disinformazione”. I veri soggetti della vertenza, si fa presente nella nota congiunta, “Non sono i musei, ma le parti sociali e i concessionari passati e futuri. I dipendenti in sciopero per le loro legittime rivendicazioni hanno come controparte i loro datori di lavoro attuali e futuri: l’Ati Opera Laboratori Fiorentini-Giunti, e il futuro concessionario stesso, individuato dalla commissione di gara nell’Ati CoopCulture-Electa“.

“Le direzioni dei musei coinvolti nella gara – e non solo gli Uffizi – non hanno disconosciuto alcun documento – si legge sempre nella nota – ma rigettato doverosamente delle interpretazioni dello stesso che vorrebbero l’amministrazione agire al di fuori della legge, stabilendo a posteriori criteri di selezione dei vincitori della gara al posto di quelli già inclusi nel bando e previsti dal codice degli appalti. I musei stanno facendo di tutto per garantire che il passaggio di concessionario sia indolore per i lavoratori, ma il concessionario uscente persiste nel non voler fornire i dati per il corretto funzionamento della clausola sociale, mentre la disinformazione messa in atto porta a spostare l’attenzionedell’opinione pubblica dai veri soggetti di questo passaggio critico – sindacati e concessionari come previsto dalla legge – su istituzioni pubbliche impegnate in ogni modo – e nella più grande solitudine – a tentare – si conclude – di assicurare il miglior futuro possibile ai lavoratori”.

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