Il neoministro Giuli ha illustrato il programma a Piantedosi: previste visite al Mann e al Parco Archeologico di Pompei
Via libera al programma del G7 Cultura, che è stato illustrato dal ministro della Cultura Alessandro Giuli in modo dettagliato, in un incontro svoltosi ieri sera al Viminale, al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al capo della polizia – direttore generale della pubblica sicurezza, Vittorio Pisani.
Come annunciato dal MiC, il ministro Giuli presiederà al Palazzo Reale di Napoli la riunione dei Ministri della cultura G7, nel quadro della Presidenza italiana del gruppo, in programma il 20 e 21 settembre 2024.
Cosa prevede il programma
Nella prima giornata dei lavori, il 20 settembre, saranno al centro del dibattito temi quali: il sostegno all’Ucraina per la tutela e la ricostruzione del suo patrimonio culturale, l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle industrie creative, la lotta al traffico illecito delle opere d’arte e la gestione degli effetti dei cambiamenti climatici sui beni culturali.
Il giorno successivo, i G7 si confronteranno con la Presidenza e la Commissione dell’Unione Africana e altri partner internazionali sulle opportunità offerte dalla cultura per lo sviluppo sostenibile del Continente, con l’intento di promuovere collaborazioni e attività di formazione a beneficio delle istituzioni culturali africane.
Al dibattito, introdotto dagli interventi del Ministro Giuli, e del Vice-Ministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, parteciperanno Ministri e rappresentanti di Brasile (presidenza G20), India e Grecia e i vertici di UNESCO, ICCROM e Banca Africana di Sviluppo.
A margine delle sessioni di lavoro, il 19 settembre le delegazioni G7 visiteranno il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e assisteranno a un’esibizione di giovani artisti del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, mentre il 20 settembre saranno al Parco archeologico di Pompei, nel cui Anfiteatro si svolgerà un concerto della Nuova Orchestra Scarlatti, diretta dal Maestro Beatrice Venezi.
G7 Cultura: storia e origine
La cultura, da sempre, rappresenta uno dei pilastri fondamentali delle società umane. È attraverso l’arte, la storia, le tradizioni e il patrimonio culturale che si favorisce il dialogo tra popoli e civiltà. E in un contesto globale segnato da conflitti, cambiamenti climatici e trasformazioni economiche, la cultura è spesso minacciata, rendendo necessario un impegno condiviso per la sua protezione e promozione. È in questo scenario che è nato il primo G7 della Cultura, noto anche come il “G7 dei ministri della Cultura”.
Si tratta di un vertice che riunisce i rappresentanti dei paesi membri del G7 con l’obiettivo di discutere tematiche legate alla cultura; avviene nell’ambito del G7 tradizionale, ma con un focus specifico sulle questioni culturali e sul loro impatto nel contesto internazionale. Finora ha avuto un’unica edizione, quella tenutasi a Firenze nel 2017, con l’allora ministro Dario Franceschini.
Nel corso dei lavori, svoltisi a Palazzo Pitti, era stata firmata la “Dichiarazione di Firenze”: al centro del dibattito la cultura come strumento di dialogo, nel contesto di crisi del sistema geopolitico mondiale.
Dopo sette anni, l’Italia torna, dunque, a riunire i responsabili delle politiche culturali dei governi delle nazioni più industrializzate del mondo – Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti – per trovare risposte comuni alle principali sfide del settore sulla base dei princìpi e dei valori condivisi.