Il 12 settembre, il Trono del Palazzo Reale di Napoli va in restauro al Centro della Venaria Reale di Torino. Lo stesso giorno, ritorna l’Arazzo “Il Fuoco” dei Gobelins.
Il Trono del Palazzo Reale di Napoli lascia la città di Napoli giovedì 12 settembre per raggiungere Torino, dove sarà restaurato, all’interno del programma Restituzioni-Intesa Sanpaolo. Il Trono è una pregiata poltrona del 1700 appartenuta ai Borboni, posta come adornamento in sala nei giorni del G7 della Cultura, evento che coinvolgerà tutto l’Appartamento di Etichetta del Palazzo e vedrà quindi gli ospiti transitare anche per la sala del Trono. I lavori sono affidati alla Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali “La Venaria Reale”. La seduta è di manifattura napoletana, in legno intagliato e dorato con rivestimento in velluto color cremisi e un gallone metallico con frange di seta. Sui lati sono presenti due braccioli con teste leonine, inoltre, dopo l’Unità d’Italia, fu aggiunto lo stemma sabaudo sul petto dell’aquila posta in cima allo schienale. Il trono è protetto da un elegante baldacchino in velluto cremisi e galloni argentati, ornato con nastri intrecciati, e si appoggia su un tappeto finemente decorato. Ciò dimostra come il Trono sia un pezzo pregiato e legato alla città di Napoli, dunque è giusto che riceva le attenzioni che merita, in quanto a conservazione, ed è giusto che ritorni a Napoli. Al termine del restauro, sia della parte lignea che della tappezzeria, previsto alla fine dell’estate del 2025, sarà esposto nella mostra temporanea Restituzioni per tornare a Napoli nel febbraio 2026.
Il ritorno dell’Arazzo dei Gobelins
Nella stessa giornata della partenza del Trono è stato riposizionato il secondo dei due arazzi della prestigiosa manifattura francese dei Gobelins, quello che rappresenta “Il Fuoco” (questo anche il suo nome), a completamento dei lavori che hanno interessato la Prima Anticamera, una delle sale in cui si attendeva di essere ricevuti dal re. Dei due arazzi è stato restaurato prima quello esposto sulla parete sud che rappresenta L’Aria, riposizionato nel mese di aprile. Ora, sulla parete di fronte, è tornato anche l’altro, che raffigura la fucina del dio Vulcano a simboleggiare appunto il fuoco. Per il restauro di entrambi si è proceduto all’eliminazione dello strato di sporco particellare in superficie, e per Il Fuoco, è stato possibile addirittura sottoporlo a un lavaggio. Gli arazzi in totale sono quattro e compongono la serie degli Elementi, acquistata nel 1814 dal re di Napoli Gioacchino Murat per arredare le sale di Palazzo Reale. Gli altri due arazzi sono esposti nella Galleria e rappresentano La Terra e L’Acqua. Gli arazzi francesi sono un patrimonio assoluto del Settecento. Sono tessuti del 1703 e costituiscono la settima edizione della serie tessuta a partire dai cartoni che Charles Le Brun, pittore di corte di Luigi XIV, aveva dipinto. Il genere artistico che li caratteristico è prettamente barocco nelle parti figurate e contiene nature morte ornamentali di grande valore che, lungo il bordo, richiamano il tema iconografico.
Queste le parole del direttore del sito Mario Epifani: “Uno degli ambienti più rappresentativi della Reggia, luogo cruciale per la trasmissione di simboli e messaggi politici delle diverse dinastie che si avvicendarono sul trono di Napoli”. E aggiunge: “Grazie a Intesa Sanpaolo possiamo ora avviare il recupero della Sala del Trono, proseguendo il lavoro di restauro e revisione dell’allestimento dell’Appartamento di Etichetta in corso dal 2020, al fine di ricostruire per quanto possibile l’aspetto che Palazzo Reale aveva al tempo della monarchia. Dai documenti d’archivio e dalle foto storiche sappiamo che il trono, realizzato alla metà dell’Ottocento in occasione dell’ammodernamento del palazzo, si trovava ancora al tempo del Regno d’Italia al di sotto di un baldacchino oggi perduto, sostituito da un altro che intorno al 1930 era documentato nel palazzo del Quirinale a Roma. Prossimo passo, il restauro del tappeto, indispensabile prima del rientro del trono”. Si è invece così espresso Michele Coppola, direttore Generale Gallerie d’Italia Intesa Sanpaolo: “Fin dal 1989, grazie a Restituzioni, affianchiamo le istituzioni pubbliche italiane per proteggere e promuovere il patrimonio artistico nazionale. Con la conclusione della ventesima edizione saranno ben oltre 2.000 le opere ad oggi tornate a nuova vita, e tra queste il sontuoso trono di Palazzo Reale”. Infine, Sara Abram, segretario generale del Centro conservazione e restauro “La Venaria Reale” sottolinea: “Il progetto del restauro è frutto di un lavoro congiunto con Palazzo Reale di cui siamo molto orgogliosi”.