La mostra che si è appena aperta al Casino dei Principi di Villa Torlonia, dedicata al variegato mondo delle artiste che operarono a Roma nella prima metà del Novecento, rappresenta un ulteriore tassello di un filone di ricerca avviato da qualche tempo dalla Sovrintendenza Capitolina volto a indagare l’immagine della donna a Roma nella storia dell’arte. Una realtà che è stata a lungo sottostimata dalla storiografia ufficiale, che fatica ad emergere nonostante la loro produzione. Ma che merita grande attenzione non solo in ragione dell’alto numero di persone coinvolte, ma anche perché molte di loro fecero parte delle avanguardie e di quei movimenti che dal Futurismo all’Espressionismo hanno attraversato gli anni del ventennio fino al secondo dopoguerra.
Curata da Federica Pirani, Annapaola Agati, Antonia Rita Arconti e Giulia Tulino, promossa dalla Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata in collaborazione con l’Università di Roma la Sapienza, Dipartimento Saras (Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo), presenta una selezione di circa cento opere fra dipinti, sculture e fotografie realizzate da pittrici, scultrici attive nella vita culturale romana nella prima metà del Novecento.
L’esposizione, accompagnata da un denso e documentato catalogo (De Luca Editori d’Arte), è articolata in sei sezioni ´(“Tra Simbolismo e Secessione”, “L’eredità del colore”, “Linguaggi del quotidiano, tra Metafisica e Ritorno all’Ordine”, “Altri Realismi”, “Nello sguardo di Ghitta Carrel”) che invadono tutti gli spazi dell’incantevole Casino dei Principi offrendo uno spaccato affascinante della produzione artistica femminile del periodo, analizzando nella varietà dei linguaggi la prima metà del Novecento. Qualcosa come cinquant’anni di storia dell’arte in Italia.
Negli anni Dieci con le Secessioni Romane prevalgono stili diversi come l’Espressionismo, il Divisionismo, lo Jugendstil che incontreranno dopo il ’16 anche il Futurismo. Dopo la prima guerra mondiale e il Ventennio prende quota il cosiddetto “Ritorno all’ordine”, gli anni in cui riprendono a valere i temi classici, mediati dal primo Rinascimento, promossi dalla rivista “Valori Plastici” fondata negli anni venti da Mario Broglio e dalla Metafisica di De Chirico. Sempre all’interno del cosiddetto “Ritorno all’ordine” s’inserisce la “Scuola di via Cavour” in “silenzioso disaccordo” con il regime.
Le sezioni della mostra
La prima sezione s‘intitola “Tra Simbolismo e Secessione”. Sono gli anni in cui è possibile osservare importanti confronti fra linguaggi tradizionali e nuove tendenze soprattutto nelle mostre organizzate dalla Società degli Amatori e Cultori delle Belle Arti che predominava a Roma. In quegli anni si tiene l’Esposizione Universale per il cinquantenario dell’Unità d’Italia del 1911 celebrato con l’apertura della Galleria Nazionale d’Arte Moderna con grandi artisti come Klimt in mostra.
Quindi la seconda sezione “Attraverso il Futurismo”, che nasce a Milano nel 1909 col famoso manifesto marinettiano d’impronta letteraria, seguito nel 1910 dai due manifesti “dei pittori futuristi” e “tecnico” della pittura futurista. Roma in quegli anni comincia a configurarsi come nuovo centro d’attività con Giacomo Balla che succede come leader a Boccioni. Fra le numerose artiste che assumono ruoli di rilievo, soprattutto durante la permanenza degli uomini al fronte, da segnalare le bellissime 13 tavole dipinte sui due lati ad acquerello e collages dall’artista boema Rùzena Zátková che illustrano la vita di Re David . Sono esposte per la prima volta dopo la presentazione alla Casa d’Arte Bragaglia nel 1923. Suo anche l’iconico “Ritratto di Marinetti”(luce solare) del ’21-’22.
Segue “L’eredità del colore” con i pittori Capogrossi, Cavalli, Cagli, Sclavi che nel ’32 avevano formato il “Gruppo dei nuovi pittori romani” in un dialogo aperto con Roberto Melli, Francesco Di Cocco e soprattutto Virgilio Guidi che all’inizio degli anni Venti parlava di “tono”, costruendo per gradualità di colore anziché di disegno. E’ la pittura tonale. Quindi il clima arcaizzante e classicista del “Ritorno all’ordine” dei primi anni Venti dominante nella Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma del ’31. “I linguaggi del quotidiano” e “Altri relismi”.
L’esposizione passa in rassegna la produzione artistica delle donne che dipinsero con un certo successo in quegli anni. Come Immacolata Zaffuto che “Aveva posto l’arte al di sopra di ogni cosa e ne aveva fatto lo scopo della sua vita”, come Deiva De Angelis, Maria Grandinetti Mancuso, Marisa Mori, Leonetta Cecchi Pieraccini, Milena Pavlovic Barilli, Wanda Biagini… Molte venivano dai paesi dell’est. Alcune di loro raggiunsero la notorietà, come Antonietta Raphaël, Edita Broglio, Adriana Pincherle , Mimì Quilici Buzzacchi. E Benedetta Cappa moglie di Marinetti che si firmava solo con il nome di battesimo di cui è in mostra “Velocità di motoscafo” del ’22 considerato il suo capolavoro.
Molte di loro si dedicarono all’arte da vere e proprie professioniste lasciando opere di pregio, spesso sottovalutate dalla storiografia ufficiale che era in mano agli uomini, compagni, padri o mariti che fossero. Ma qualche volta accadeva anche il contrario come nel caso di Pasqua Rosa Marcelli di Anticoli Corrado che da modella, grazie a Nino Bertoletti, diventa pittrice. Frequenta Villa Strohl-Fern, sede di una vivace comunità artistica, animata da personaggi come Oppo, Spadini, Melli, Trombadori ed esordisce con successo alla terza Secessione romana del 1915.
L’ultima sezione delle rassegna “Nello sguardo di Ghitta Carrel” è dedicata a una grande fotografa giunta a Roma nel’28. Nel suo studio sono passati tutti gli esponenti più in vista della cultura e dell’aristocrazia. Per la borghesia italiana del tempo essere ritratti da lei era segno di affermazione sociale. Ed ecco Roberto Longhi, Anna Banti, Palma Bucarelli, un giovane e borghese Mussolini e l’amata figlia Edda Ciano abbigliata come una modesta infermiera.
Musei di Villa Torlonia – Casino dei Principi
Via Nomentana 70 Roma
Orario apertura: dal martedì alla domenica 9.00 – 19.00. Fino al 6 ottobre 2024
Fino al 6 ottobre 2024