Valore economico stimato in circa 60 milioni di euro
Sono state presentate martedì 28 maggio a Roma, all’Istituto Centrale per il Restauro, 600 opere d’arte rimpatriate dagli Stati Uniti d’America dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), dal valore economico stimato in circa 60 milioni di euro. L’allestimento temporaneo delle opere è stato curato dalla Direzione generale Musei, insieme ai Carabinieri TPC.
Rimpatriate 600 opere per un valore di 60 milioni di euro
Spiega il Generale Francesco Gargaro, comandante del Carabinieri TPC: “Si tratta di circa 600 opere recuperate lo scorso anno negli Stai Uniti per un valore complessivo di 60 milioni di euro. Noi abbiamo un sistema unico al mondo, che è un software di ricerca che monitorizza il web, il deep web e i social media 24 ore su 24, per cercare opere d’arte tra le immagini che riesce a captare in questi siti e poi effettua il match, il collegamento con la banca dati dei beni trafugati”.
In campo l’Intelligenza Artificiale
Il riferimento del Generale Gargaro va a un innovativo strumento che sfrutta l’Intelligenza Artificiale, denominato ‘Stolen Works Of Art Detection System’ (S.W.O.A.D.S.), che elabora le ricerca nel web e fra i social networks, per poi effettuare il collegamento con la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, che costituisce il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui 1.315.00 da recuperare.
La collaborazione tra Italia e Stati Uniti d’America
I beni presentati a Roma comprendono opere di antiquariato, beni archivistici, numismatici e soprattutto archeologici del periodo che va dal IX secolo a.C. al II secolo d.C., oggetto di scavi clandestini nel centro-sud d’Italia e furti a danno di chiese, musei e privati. Un patrimonio immenso e prezioso, riportato in Italia grazie alle numerose indagini condotte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con diverse Procure della Repubblica nazionali, coadiuvate dal New York District Attorney’s Office e dall’Homeland Security Investigations statunitense. 600 beni oggetto di esportazioni clandestine e ricettazione, testimonianze storico-scientifiche riconducibili alle culture villanoviana, etrusca, magno-greca, sannita, apula e romano-imperiale, provenienti dalle regioni Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Le opere recuperate
Fra i 600 beni recuperati è presente un tetradramma da Naxos in argento, risalente al IV secolo a.C., raffigurante gli dei del vino Dioniso sul dritto e Sileno sul rovescio, provento di scavi illeciti avvenuti prima del 2013 in Sicilia e successivamente esportato clandestinamente nel Regno Unito. Il bene è stato localizzato e sequestrato a New York nel 2023, dove si trovava in vendita a 500.000 dollari.
Non mancano neppure le monete. Si cita una moneta in argento, un contorniato dell’imperatore Traiano, provento del furto avvenuto nel 1978 ai danni del Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro. La moneta è stata individuata dal Comando TPC in una casa d’aste di Lancaster (Philadelphia, USA). Ci sono anche monete archeologiche in oro, riconducibili a varie zecche, provento del furto avvenuto il 3 luglio 2009 ai danni del Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Parma. Individuate in case d’asta di New York, Dallas, Los Angeles, Chicago e Puerto Rico, le monete sono state sequestrate dai rispettivi uffici HSI, per poi essere definitivamente restituite.
Fra le opere presentate, anche una corazza e due teste in bronzo risalenti al IV-III secolo a.C., localizzate dal District Attorney’s Office nella disponibilità di un noto gallerista di New York; beni poi sequestrati, poiché risultati essere provento di scavi clandestini avvenuti in Italia centro-meridionale.
Ancora, un bronzetto umbro raffigurante un guerriero che è stato trovato in un noto museo statunitense, provento del furto avvenuto nel 1962 ai danni di un museo di Bologna. Oltre al recupero del bronzetto, sono stati recuperati anche ulteriori 39 reperti archeologici, risultati essere provento di scavi clandestini avvenuti negli anni Novanta nel sud Italia;
Rilevante anche una scultura bronzea raffigurante un principe ellenistico a grandezza naturale, del I sec. a.C., provento di scavi clandestini avvenuti negli anni Settanta nel Sud Italia, localizzato nel New Jersey (Stati Uniti). L’opera è stata recuperata da Comando TPC insieme ad altri 144 oggetti, grazie alla collaborazione del New York District Attorney’s Office e l’HSI.
Recuperato persino un mosaico raffigurante il mito di Orfeo che incanta gli animali selvaggi con il suono della lira, datato tra la metà del III e la metà del IV secolo d.C., localizzato dal District Attorney’s Office nella collezione privata di un noto collezionista di New York, risultato essere provento di scavi illeciti avvenuti in Sicilia prima del 1991.
Fra le opere presentate, ci sono pure centinaia di capolavori, di elevato valore economico, depredati dai tombaroli in tutta la Penisola: vasi villanoviani, buccheri e lastre dipinte etruschi, anfore e crateri apuli, coppe in argento, teste in marmo e bronzo, interi corredi funerari sradicati dal loro originario contesto.
Non mancano neppure i dipinti. Un dipinto olio su tela raffigurante ‘Madonna Assunta’, attribuito al pittore Giuseppe Pappini e risalente al 1851, provento del furto avvenuto il 2 maggio 2002 nell’Abbazia Benedettina in provincia di Pordenone, che era nella disponibilità di un gallerista di Dallas, dove è stato sequestrato da HSI e restituito al Comando TPC; una coppia di dipinti del Seicento, olio su tela di forma ovale, raffiguranti natura morta (fiori), asportati il 25 febbraio 1997 da un’abitazione privata di Cucciago (Como), localizzati in una nota casa d’aste di Los Angeles, sequestrati da HSI e poi restituiti al Comando TPC; infine, un dipinto olio su tela raffigurante ‘A mediterranean harbor scene’, attribuito all’artista olandese Hendrik Van Minderhout (1632-1696), provento del furto avvenuto nel 2004 in provincia di Salerno ai danni di un privato. Localizzato dal Comando TPC in una galleria di New Orleans.
Per quanto riguarda i beni archivisti e bibliografici, presenti due pergamene, oltre a materiale archivistico e bibliografico di epoca compresa tra il 1800 e il 1979, asportato nel 2004 dall’archivio storico in provincia di Pescara, poi individuato nella collezione di un gallerista di Binghamton (New York), sequestrato da HSI e restituito al Comando TPC.
Nel 2023, recuperati beni per oltre 264 milioni di euro
Questa è una parte dell’intenso lavoro svolto dal Nucleo TPC svolto nel 2023. Secondo l’ultimo rapporto sull’attività svolta nel 2023, infatti, sono stati recuperati 105.474 mila beni d’arte dal valore stimato di oltre 264 milioni di euro.
Il Generale Gargaro: “Beni culturali, valore universale da tutelare”
Commenta il Generale Gargaro: “La naturale vocazione dell’Arma, la cooperazione internazionale ha portato il Comando Tutela Patrimonio Culturale a creare forti legami con i servizi di Polizia e le istituzioni di altri Paesi. Proprio con gli Stati uniti d’America tali rapporti sono da diversi anni particolarmente solidi e fruttuosi e attraverso una straordinaria sinergia è stato possibile raggiungere risultati di altissimo livello con l’intento di proteggere il patrimonio artistico italiano e di contrastare con vigore i traffici illeciti in uno specifico settore nella convinzione che i beni culturali rappresentano un valore universale da tutelare quale testimonianza del passato e guida per il futuro”.
L’importanza della cooperazione
Aggiunge Gargaro: “Questa importante azione di recupero già nel 2021 ha consentito di rimpatriare migliaia di opere d’arte dagli Stati Uniti per un valore di decine di milioni di euro, a testimonianza di quanto sia dilagante il traffico internazionale di opere d’arte, di quanto siano importanti gli strumenti di contrasto di cooperazione investigativa, giudiziaria e diplomatica per ottenere il sequestro e la restituzione di quanto sottratto al patrimonio indisponibile dello Stato italiano attraverso furti e scavi clandestini, per poi essere trasferito illegalmente oltre oceano e successivamente venduto dai grandi trafficanti internazionali a note istituzioni museali, case d’asta, gallerie d’antiquariato e anche collezionisti privati”.
Alcuni esempi dal passato
Solo un paio di anni fa, sono state recuperate sempre dagli Stati Uniti due teste marmoree raffiguranti l’imperatore Settimio Severo del III Sec. d.C. e la e la divinità Dioniso del II Sec. d.C., frutto di un furto risalente al 1985 all’Antiquarium dell’Anfiteatro campano (Santa Maria Capua Vetere, CE), oggi tornate al luogo di origine. Nel 2023, è tornato a Taranto il gruppo scultoreo di ‘Orfeo e le Sirene’, tre statue in terracotta a grandezza quasi naturale del IV secolo a.C., conservato al Museo Archeologico.
Gargaro: “Modello di cooperazione da seguire con altri Paesi”
Sottolinea Gargaro: “Gli importanti risultati raggiunti nel recupero e nel rimpatrio delle opere d’arte testimoniano l’eccellente livello di cooperazione che si è consolidato negli anni tra il Comando Tutela Patrimonio culturale, le Autorità giudiziarie, le Polizie federali e statali americane, divenendo un vero e proprio modello di cooperazione da seguire con altri Paesi europei e non, nell’obiettivo comune di difendere quanto più possibile le testimonianze del passato per proteggere il nostro futuro, i valori di un popolo e l’identità culturale della nostra Nazione”.
Sangiuliano: “Ulteriore successo su questo fronte”
Commenta il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: “Grazie all’insostituibile azione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, una vera eccellenza investigativa della Nazione, insieme alla preziosa collaborazione delle autorità statunitensi, registriamo un ulteriore successo su questo fronte. Riportare in Italia questi beni permetterà anche di sanare tante ferite che si sono aperte negli anni nei territori dove sono stati trafugati, privando le comunità di pezzi importanti della loro identità”.
Mazzi: “Significato importante sotto il profilo della legalità”
Afferma il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi: “È come riportare a casa un frammento della propria storia ed è molto bello. Adesso stiamo valutando dove collocarle, troveremo ovviamente i luoghi migliori perché possano essere viste dal pubblico. Sono opere dal valore inestimabile e direi che ha un valore inestimabile anche questo loro ritorno, perché dà un significato importante sotto il profilo della legalità ed è un segnale a chi svolge questa attività di trafugamento e quindi anche un segnale di forza del sistema culturale italiano, grazie alla collaborazione con gli Stati Uniti d’America”.
Markell: “Stati Uniti impegnati per la salvaguardia del patrimonio culturale in tutto il mondo”
L’Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, Jack Markell, commenta: “L’Italia possiede un incredibile patrimonio culturale e artistico. La sua tutela richiede cura e sorveglianza. Gli Stati Uniti sono fortemente impegnati per la salvaguardia e la conservazione del patrimonio culturale in tutto il mondo. Dal 2001, gli Stati Uniti adempiono a un accordo bilaterale con l’Italia per combattere il traffico di antichità, e insieme continuiamo a lavorare per proteggere, preservare e promuovere la cultura e le arti”.
Osanna: “Stimolare la sensibilità dei giovani”
Massimo Osanna, Direttore generale Musei, aggiunge: “La Direzione generale Musei sarà orgogliosa di poter accompagnare, insieme alla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, il viaggio di queste opere straordinarie fino agli istituti museali che ne saranno la nuova casa. Nei prossimi giorni gli studenti di alcuni istituti scolastici potranno visitare l’esposizione temporanea dei reperti allestita presso l’ICR, per continuare a stimolare la sensibilità dei giovani nei confronti di temi fondamentali quali la legalità e il valore del nostro patrimonio”.
Altri nomi importanti alla presentazione
Alla presentazione sono intervenuti anche fra gli altri: il capo della Procura di Manhattan, Col. Matthew Bogdanos; il Comandante delle Unità Mobili e Specializzate dell’Arma dei Carabinieri, il Gen. C.A. Massimo Mennitti e il Direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MiC, Luigi La Rocca.
Crediti foto: Emanuele Antonio Minerva ‐ Ministero della Cultura