Il direttore del Museo del Prado, Falomir: “Opera eccezionale di uno dei più grandi pittori della storia”
L’Ecce Homo è un dipinto di Caravaggio ritrovato dopo tempo e sarà esposto al Museo del Prado di Madrid dal 28 maggio fino a ottobre, grazie alla disponibilità del nuovo proprietario – del quale non si conosce l’identità – e di una vera e propria rete di esperti che ha identificato l’opera, attribuendola senza ombra di dubbio all’artista. Dopo Madrid, la speranza è che il dipinto possa arrivare anche in Italia.
La prima menzione dell’Ecce Homo
La storia del dipinto, databile tra il 1605 e il 1609, è singolare. L’Ecce Homo è probabilmente menzionato per la prima volta in un documento scritto a Roma il 25 giugno 1605, in cui Caravaggio si impegna a dipingere il quadro per il cardinale Massimo Massimi.
Il quadro alla corte di Filippo IV di Spagna
Successivamente, l’Ecce Homo è comprato dal Viceré di Napoli e incluso nella collezione privata di Filippo IV di Spagna, nel 1664. Inoltre, è anche menzionato come esposto nell’appartamento del figlio Carlo II dal 1701 al 1702.
In eredità alla Real Academia de San Fernando
Nel 1789, risulta che l’opera è esposta nella Real Sitio de la Casa de Campo fino al 1816, quando è documentata al Palacio de Buenavista, a Madrid, nella collezione di Manuel Godoy, segretario di Stato di Charles IV e famoso collezionista d’arte. Dopo la morte di Godoy, il dipinto viene lasciato in eredità alla Real Academia de San Fernando.
La permuta
Nel 1821, Evaristo Pérez de Castro Méndez, diplomatico spagnolo e membro onorario dell’Academia de San Fernando, riceve il Caravaggio in cambio di altri dipinti donati all’Accademia di Belle Arti. È rimasto di proprietà della famiglia fino al cambio di proprietà nel 2024.
La riscoperta del dipinto in un’asta
L’opera è rimasta celata agli occhi del mondo fino al 2021. Il dipinto è comparso alla casa d’aste Ansorena, a Madrid. Attribuita inizialmente a un ‘discepolo’ di José de Ribera, l’opera viene messa all’asta con una base di partenza di circa 1.500 euro. L’interesse dal mondo dell’arte è immediato e inizia a circolare l’ipotesi che il dipinto in realtà fosse di Caravaggio.
L’intervento della Spagna
Nell’aprile 2021, proprio il Museo del Prado avvisa il competente Ministro della Cultura spagnolo della rilevanza del dipinto, che blocca l’asta e lo dichiara bene non esportabile.
La sapiente custodia
L’opera viene custodita dalla galleria d’arte Colnaghi, in collaborazione con Filippo Benappi (Benappi Fine Art) e Andrea Lullo (Lullo Pampoulides). Inoltre, iniziano le necessarie indagini per validare la paternità del quadro. La sua riscoperta è seguita da ben due anni di intensa ricerca e restauro.
Il compratore filantropo
Nel frattempo, l’Ecce Homo viene venduto a una persona della quale non è stata rivelata l’identità ma che si sta dimostrando generosa e amante dell’arte. L’agenzia Efe riferisce che non è stato rivelato neppure il prezzo d’acquisto.
La rete di esperti
Lo studio specialistico dell’opera è stato condotto da Maria Cristina Terzaghi (docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università Roma Tre e membro del comitato scientifico del Museo di Capodimonte di Napoli), Gianni Papi (storico dell’arte e scrittore), Giuseppe Porzio (docente di Storia dell’Arte all’Università di Napoli) e Keith Christiansen (curatore del Metropolitan Museum of Art).
Il contributo degli esperti
Il Museo del Prado fa sapere in una nota resa pubblica che ognuno degli esperti ha fornito prospettive differenti: le circostanze del suo ritrovamento, la provenienza, gli aspetti stilistici, tecnici e iconografici dell’opera, la sua fortuna critica e l’eredità lasciata dal Maestro a Napoli. Quattro tra i più autorevoli esperti di Caravaggio e della pittura barocca condividono tutti la stessa certezza: Ecce Homo è un capolavoro dell’artista italiano.
L’indagine diagnostica
Inoltre, è stata effettuata un’approfondita indagine diagnostica condotta da Claudio Falcucci, ingegnere nucleare specializzato nell’applicazione di tecniche scientifiche allo studio e alla conservazione dei beni culturali.
Il restauro
Il restauro è stato eseguito dallo specialista Andrea Ciprani e dal suo team, specifica il Museo del Prado “in modo rigoroso”, sotto la supervisione di esperti del governo regionale della Comunidad de Madrid. I risultati delle varie indagini hanno confermato che il dipinto è proprio quell’opera di Caravaggio tanto cercata.
La soddisfazione del Museo del Prado
Il Museo del Prado sottolinea nella nota pubblica: “L’opera è una delle circa 60 opere conosciute di Caravaggio esistenti, il che le conferisce un valore straordinario. Fin dalla sua comparsa all’asta tre anni fa, Ecce Homo ha rappresentato una delle più grandi scoperte della storia dell’arte, ottenendo un consenso senza precedenti riguardo alla sua autenticazione”.
Il dipinto
Il dipinto a olio rappresenta uno dei momenti più drammatici della Passione, rappresentato nel Vangelo di Giovanni (19,5) durante il quale Ponzio Pilato presenta Cristo al popolo con le parole “Ecce Homo”. A quel punto Cristo appare con il manto di porpora e e la corona di spine. Si legge nella nota del Museo del Prado: “L’opera è un potente esempio della maestria del processo ideativo di Caravaggio: una composizione sapiente, che presenta una scena tridimensionale e dinamica del tutto innovativa entro i limiti di una tradizione iconografica profondamente radicata”.
Una pubblicazione ad hoc
Come detto, il nuovo proprietario ha permesso la presentazione dell’Ecce Homo al Museo del Prado, almeno fino a ottobre. L’esposizione comporta anche una pubblicazione che riunisce saggi dei maggiori esperti del settore e che si intitola ‘Caravaggio: The Ecce Homo Unveiled’. La pubblicazione comprende l’interpretazione specialistica del dipinto effettuata da Maria Cristina Terzaghi, Gianni Papi, Giuseppe Porzio e Keith Christiansen e sarà divulgata in concomitanza con l’inaugurazione.
L’Ecce Homo sempre esposto?
Nonostante l’esposizione al Museo del Prado sia prevista fino a ottobre 2024, secondo quanto ha riportato l’agenzia Efe il nuovo proprietario del dipinto vorrebbe che l’Ecce Homo resti sempre esposta in collezioni aperte al pubblico, dimostrando una grande generosità e attenzione all’arte come bene pubblico.
Falomir: “A disposizione del pubblico un’opera eccezionale”
Miguel Falomir, direttore del Museo Nacional del Prado, commenta: “Il Prado ha svolto un ruolo importante nel recupero di quest’opera, allertando della sua importanza il Ministero della Cultura, che ne ha impedito la partenza dalla Spagna. Grazie alla generosità del suo attuale proprietario, il Prado mette ora a disposizione del pubblico e della comunità scientifica un’opera eccezionale di uno dei più grandi pittori della storia”.
Coll: “Una delle più grandi scoperte nella storia dell’arte”
Jorge Coll, amministratore delegato di Colnaghi, dichiara: “Negli ultimi cento anni, nessun artista più di Caravaggio, con la sua biografia avventurosa e il suo stile inconfondibile, ha affascinato il pubblico di tutte le età e coinvolto studiosi da mezzo mondo. Quest’opera rappresenta quindi una delle più grandi scoperte nella storia dell’arte. Sono onorato di aver preso parte a questo processo e di aver supportato l’incredibile processo di ricerca e restauro, che ha confermato e rafforzato le nostre impressioni iniziali secondo cui quest’opera è un capolavoro del suo tempo e del nostro”.
Christiansen: “Esperienza straordinaria”
Keith Christiansen, storico dell’arte, commenta: “L’attribuzione dell’Ecce Homo e la sua collocazione all’interno dell’opera di Caravaggio hanno richiesto una dimostrazione dettagliata da parte di molti importanti esperti internazionali. Far parte del team che ha esplorato questo raro capolavoro è stata un’esperienza davvero straordinaria”.
Terzaghi: “Opportunità unica nella vita”
Maria Cristina Terzaghi, studiosa del Caravaggio, commenta: “La velocità del consenso attorno al fatto che l’opera sia un Caravaggio è stata assolutamente senza precedenti nella storia critica del pittore, su cui gli studiosi raramente si sono trovati d’accordo, almeno negli ultimi quarant’anni. Far parte di questo processo è stata per molti versi un’opportunità unica nella vita, di cui sono immensamente grata”.
Una scoperta emozionante
Maria Cristina Terzaghi, durante una video intervista rilasciata a Rai News 24 il 7 maggio 2024, sottolinea come la scoperta “sia stata emozionante” e come “tutti gli esperti che hanno visto il dipinto” abbiano “quasi immediatamente aderito all’ipotesi dell’autografia, perché aveva dei caratteri inconfondibili che rimandavano allo stile del Maestro”.
Modelli dal vivo e un’immagine di Cristo tratta da un allievo di Leonardo
La Terzaghi evidenzia anche come da tempo si aspettasse un Ecce Homo di Caravaggio rilevato da varie fonti, “ma non ci immaginavamo che potesse avere questo aspetto e soprattutto che lui abbia deciso di prendere due modelli dal vivo” per rappresentare le figure di Pilato e del ragazzo sullo sfondo, “mentre per la figura di Cristo si è rifatto in modo davvero toccante a un’immagine che circolava già a Milano quando lui era ragazzo, tratta da un allievo di Leonardo, Giampietrino, che l’aveva formulata. Quindi, proprio all’interno del percorso di Caravaggio, è un quadro davvero significativo”.
L’Ecce Homo in Italia?
Aggiunge la Terzaghi: “Spero che tutti possano davvero ammirare il genio di questo artista. Siamo molto felici che il Prado abbia accettato di esporre l’opera e fino a ottobre sarà visibile da tutti; poi speriamo di averla in Italia da marzo. Noi ci terremmo moltissimo che anche il pubblico italiano possa ammirare questo capolavoro”. Bisognerà attendere per capire se effettivamente possa concretizzarsi questa possibilità.
Immagine in evidenza: Ecce Homo (dopo il restauro), Michelangelo Merisi (noto come Caravaggio), olio su tela, 111 x 86 cm, 1605-09. Immagine gentilmente concessa dalla collezione privata.