A Palazzo Reale di Napoli, la tre giorni dell’evento Unesco «Cultural Heritage in the 21st Century». I rappresentanti dei 194 Stati membri Unesco uniti per trovare risposte comuni per il Patrimonio Mondiale e Immateriale dell’Umanità.
La Conferenza di tre giorni esplora le sinergie tra la Convenzione sul Patrimonio Mondiale del 1972, che ha celebrato il suo 50° anniversario lo scorso anno, e la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale del 2003, che quest’anno compie il suo 20° anniversario. Come primo grande evento che riunisce le Convenzioni sul Patrimonio Mondiale e sul Patrimonio Vivente dopo MONDIACULT, questa Conferenza celebra il patrimonio nelle sue diverse forme, promuovendo nuove e migliori forme di salvaguardia. Le discussioni saranno incentrate sul potenziale del patrimonio come motore di sviluppo sostenibile, pace e stabilità. L’evento è organizzato dall’UNESCO, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il sostegno del Comune di Napoli. Presenti all’evento il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, l’On. Antonio Tajani, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, il direttore Aggiunto dell’Unesco Ernesto Ottone Ramirez, e tante altre personalità nazionali e internazionali.
Tra le priorità della conferenza Cultural Heritage in the 21st Century c’è stata la definizione di un documento, “The Spirit of Naples”, nella quale si sono affrontati i temi del rapporto tra beni materiali e immateriali, dei cambiamenti climatici, della lotta al traffico illecito dei beni culturali che che colpisce significativamente due nazioni in particolare, l’Italia e la Grecia. Tra gli obiettivi della tre giorni anche quello di confrontarsi circa il sovraffollamento di alcune località turistiche. A Palazzo Reale hanno avuto luogo incontri e seminari sulla tutela del patrimonio culturale nei conflitti e nelle aree di crisi, sul contrasto al traffico illegale di beni culturali, sulle sfide poste dal cambiamento climatico alla salvaguardia delle diversità culturali, sulla sostenibilità del turismo e del suo impatto sui territori di riferimento. Inoltre è stato dedicato anche un focus sulla tutela e sulla più ampia valorizzazione del Patrimonio degli Stati extra-europei, soprattutto dell’Africa. Riguardo alla città di Napoli, ospitante l’evento, il tema affrontato è stato quello di promuovere un equilibro tra turisti e cittadini. Lo specifica il sindaco Manfredi che ricorda “la proposta avanzata, che sarà nella dichiarazione conclusiva Unesco, per individuare strumenti di regolazione dell’uso dei centri storici che consentano anche di regolare le attività commerciali e residenziali, anche per fare in modo che le identità territoriali vengano preservate e che le comunità non vengano espulse dai centri storici” […] “Occorre he gli Stati si dotino di strumenti per governare i flussi turistici per evitare la turistificazione globale e mantenere le identità dei luoghi. Questo è un tema molto sentito a Napoli e in tutto il mondo, anche nei Paesi emergenti”.
I fuoriprogramma in calendario sono stati molti, ad esempio un giro alla Sanità per alcuni delegati, e a Donnaregina per ammirare la tela dell’Adorazione dei Magi, al museo Diocesano. Durante la giornata del 29, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani, ha chiuso l’evento insieme al Ministro Sangiuliano e alla presenza della Direttrice Generale dell’UNESCO Azoulay, lanciando la Call for Action “The Spirit of Naples”. E’ questo un punto di partenza nel futuro per avviare un accresciuto dialogo e rafforzate sinergie tra le Convenzioni UNESCO sul Patrimonio materiale ed immateriale, nonché per consolidare il ruolo della Cultura come bene pubblico globale.
La portata dell’evento non è indifferente, per Napoli e per il mondo. Ce lo dimostra un messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in corso di inizio lavori della Conferenza: “La conferenza Unesco costituisce una preziosa occasione per avviare accresciute sinergie per l’applicazione della convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale, di cui si è celebrato il 50esimo anniversario lo scorso anno, e della convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che vede cadere quest’anno il suo 20esimo anniversario. La cornice di Napoli quale sede dell’evento è una scelta felice: poche città rappresentano meglio la proficua interazione stratificatasi nei secoli tra patrimonio materiale e immateriale”. E riguardo all’evento si esprime anche il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano: “Non era scontato si facesse qui – dice mentre saluta i delegati- abbiamo lavorato come ministero molto e ci siamo impegnati” […] “Ricordo l’Albergo dei poveri e il Maschio angioino fra le altre cose. Portare la cultura diffusa sul territorio è la mia sfida”. […] “Napoli è una grande capitale della cultura globale, è la sua storia che ce lo dice. Oggi ne abbiamo una sorta di consacrazione del suo ruolo, soprattutto nella sintesi tra patrimonio materiale, quello cioè fisicamente tangibile, ad esempio questo splendido Palazzo Reale, e il patrimonio immateriale, che è fatto di tradizioni, culture, le prassi che nei secoli si portano avanti”.