Nuove scoperte nell’area archeologica senese di San Casciano. A un anno dal ritrovamento di un gruppo di 24 statue votive in bronzo, il sito del Bagno Grande continua a restituire straordinarie opere. La campagna di scavo 2023 conclusa lo scorso 14 ottobre, ha infatti portato alla luce una statua in marmo alta quasi due metri di un Apollo Sauroctonos (che uccide una lucertola), copia romana di una statua greca attribuita a Prassitele. E ancora un donario (altare) in travertino con iscrizione bilingue etrusco-latino, una citazione che testimonia la convivenza di genti diverse presso il santuario ancora agli inizi del I secolo d.C.
L’Apollo in marmo di San Casciano
Jacopo Tabolli, archeologo dell’Università per Stranieri di Siena, spiega che: “La statua di Apollo probabilmente è stata volutamente rotta e buttata nella vasca al momento della definitiva chiusura del sito, nel V secolo d.C. – a seguito l’Editto di Teodosio – difficile dire con certezza se per un ultimo atto rituale pagano, di protezione o se come volontà iconoclasta dei cristiani”. Il dato rilevante secondo il professore, è che: “Il Dio trova posto in un santuario termale. Nella vasca sacra abbiamo trovato anche delle lucertole in bronzo che vengono offerte molto probabilmente per tutelare, benedire e invocare la protezione degli occhi. Questo perché, nell’antichità, secondo le fonti, le lucertole si usavano per le cure oftalmiche”.
Il ritrovamento dell’Apollo
L’altare monumentale
L’altro importantissimo elemento rinvenuto è un gigantesco donario in travertino con un’iscrizione bilingue, sia in etrusco sia in latino. “Questo ci dice che, presso il santuario, ancora in età augustea, si parlava e si scriveva in etrusco e lo si faceva in modo pubblico” spiega Tabolli. Questo altare è uno dei rarissimi esempi di iscrizione bilingue mai rinvenute. In Etruria infatti ve ne sono una trentina ma per la gran parte si tratta di epigrafi funerarie mentre, in questo caso, il donario monumentale ha un carattere pubblico e cita la fonte sacra e calda, in etrusco e in latino. Una testimonianza straordinaria che confermerebbe la convivenza di genti diverse nei pressi del santuario ancora agli inizi del I secolo d.C. e con l’esigenza che la divinità fosse da tutti compresa.
Presto il nuovo museo di San Casciano
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è congratulato personalmente con il team degli archeologi e sui suoi profili social ha scritto: “Gli scavi di San Casciano ci rivelano nuove meraviglie che testimoniano la forza della storia. Abbiamo già acquistato l’edificio che ospiterà un meraviglioso museo. Grazie a chi, con passione e dedizione, sta lavorando a questo grande progetto”. Nel frattempo i bronzi, esposti al Quirinale fino al 22 dicembre, troveranno uno spazio privilegiato all’interno del Museo archeologico di Napoli. “Una sede importante quella del MANN di Napoli che darà grande visibilità ai nostri bronzi – ha detto la sindaca del Comune senese Agnese Carletti – Spero che il museo qui a San Casciano nasca in tempi brevi e di rivederli presto a casa”.