La crescita spontanea del turismo in Italia. Nonostante tutto

da | 14 Giu 2023 | Istituzioni, Soft Power italico, Turismo

Mai tante risorse finanziarie a disposizione del Turismo. Mai tante iniziative in ordine sparso per un settore trainante per la crescita del Paese

Sì, il turismo cresce in Italia, nelle città d’arte, nei Borghi, NONOSTANTE TUTTO, per nostra fortuna. Non per merito delle poco accorte campagne di comunicazione, non in riconoscimento di miglioramenti dei servizi e dell’accoglienza. E non è certo merito di alcune misure varate, a volte a sproposito, a volte senza competenze specifiche, da varie entità: Ministero della Cultura, Ministero del Turismo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Regioni, e così via. Anche perché si tratta di misure annunciate, in minima parte solo avviate. Diamo uno sguardo ad alcune di queste misure, senza preconcetti ed anzi con la speranza che chi può, essendo ancora in tempo, possa mettere in atto correzioni ed integrazioni.

Il percorso meglio avviato sembra essere quello del Piano Nazionale Borghi Storici lanciato e gestito dal MIC: tante, tante risorse provenienti dal PNRR, per l’esattezza 762 milioni di euro a favore di 309 Comuni sotto i 5 mila abitanti. Ma abbiamo detto sembra, poiché in realtà ad oggi ancora nessuno è in grado di poter affermare che gli interventi previsti si stanno realizzando, per il semplice motivo che ben pochi tra i beneficiari, piccoli comuni con poco personale e poche risorse economiche, hanno cassa per anticipare spese ed investimenti che certo saranno rimborsate, ma appunto vanno anticipate con tanto di firme e garanzie. E ciò vale per tante, tante altre misure di agevolazione, spesso molto frazionate come pure è stato lamentato, ma soprattutto non gestibili in termini finanziari ed organizzativi da piccoli Comuni delle aree interne, mettendo a serio rischio tutto l’impianto di utilizzo delle risorse PNRR.
Nessuno ha pensato, nel lanciare il Bando, ad istituire un “fondo rotativo” ad hoc presso Cassa Depositi e Prestiti, presso il quale i Comuni beneficiari, sprovvisti di “cassa” e quindi impossibilitati ad anticipare spese, potessero attingere temporaneamente. Comunque, il Programma va avanti e si arricchisce di un nuovo strumento a sostegno dell’insediamento di iniziative imprenditoriali nei 294 Borghi della linea B del Bando, 200 milioni assegnati con procedure ad evidenza pubblica per richieste presentabili fino all’11 settembre prossimo.
Invece non ha scelto la strada della trasparenza la Direzione Italiani all’estero del MAECI, nel prevedere che 2 milioni di euro del programma Turismo delle radici, venga assegnata al “sostegno in Italia delle attività connesse alle esperienze di working holidays, quale compenso per le attività organizzate sui territori in favore dei turisti delle radici. Tali soggetti saranno selezionati sulla base delle indicazioni fornite dalle ATS per il tramite dei coordinatori regionali”. Linguaggio che apparirà oscuro ai più, ma certamente ben chiaro a chi da tempo sta seguendo le bizzarre applicazioni del “Bando di idee Turismo delle Radici”, e quindi sa bene che le “ATS” in questione sono 20 “gruppi informali” , uno per Regione, ai quali sono piovuti 200 mila euro ciascuno, a seguito di un processo di selezione contrassegnato da opacità e polemiche non ancora risolte, e sa pure che i “coordinatori regionali” sono dei semplici collaboratori a tempo, al costo di 1 milione e 150 mila euro, anch’essi scelti con una procedura né pacifica né trasparente, e comunque di sicuro non identificabili come “pubblici funzionari”. Con buona pace delle normative sugli appalti pubblici e con gli auguri di buon lavoro ai responsabili dei controlli sulla spesa dei fondi PNRR, ad ogni livello nazionale ed europeo.

Un’altra vicenda che rischia di provocare proteste e malesseri è quella del Bando appena pubblicato dal MINTUR e finanziato dal Fondo per i piccoli comuni a vocazione turistica, al fine di incentivare interventi innovativi nell’ambito dell’accessibilità, della mobilità, della rigenerazione urbana e della sostenibilità ambientale. Il Bando precisa che i requisiti richiesti sono la popolazione sotto i 5 mila abitanti e la classificazione da parte dell’ISTAT come Comuni a vocazione turistica. E qui è il pasticcio. Infatti, il Decreto Interministeriale del 14 aprile 2023 indica come necessaria la presenza del Comune nella “Classificazione Istat come indicato dall’art. 182 legge17.7.2020 n. 77”. Trattasi della legge promulgata in piena emergenza Covid per il sostegno alle aree ad alta densità turistica danneggiate dall’epidemia, dove con perfetto ermetismo linguistico, si prevede che “l’Istat definisce, entro sessanta giorni una classificazione volta all’attribuzione di un codice ATECO specifico, al fine di evidenziarne il nesso turistico territoriale”. In effetti ad inizio 2021 l’Istat ha pubblicato l’aggiornamento delle tabelle redatto alla luce di due parametri: la categoria turistica prevalente e la densità turistica, parametri utili per quantificare l’aiuto necessario alla filiera turistica in periodo di epidemia, ma non certo utile a riconoscere ed incentivare la vocazione turistica.
Facciamo una verifica empirica analizzando un territorio abbastanza noto: la Tuscia viterbese ovvero Alto Lazio. Tra i Comuni sotto i 5 mila abitanti l’Istat ne identifica 15 come turistici, tra i quali Arlena, Bassano Romano e Canepina, ed 8 come non turistici, tra i quali Barbarano Romano, Bassano in Teverina, Carbognano, Faleria, Gradoli, Onano, Tessennano, Valentano. Di questi ultimi, ad eccezione di Onano e Tessennano, tutti gli altri possono essere considerati senza tema di smentita località ad alta vocazione turistica, per la presenza di monumenti significativi, parchi archeologici, tradizione di turismo lacustre, etc. Mentre, senza voler infierire, per quanto riguarda Canepina, ci limiteremo a ricordare un passo dei Commentari di papa Enea Silvio Piccolomini che nel 1463 scriveva: “Pranzammo con i Cardinali in un bel castagneto al confine tra Fabrica e Carbognano, poi ci portarono a dormire a Canepina, un paesino brutto, nero e fuligginoso”. Che dire, se non consigliare al MINTUR di dotarsi di strumenti previsionali e programmatici che, pur tenendo conto delle statistiche Istat permettano di guardare al futuro del turismo e non solo a registrare il numero di trattorie esistenti?

Ma torniamo all’ormai famoso Bando di Idee Turismo delle Radici gestito dal MAECI Digit. L’elenco dei GRUPPI INFORMALI “vincitori” dei 4 milioni di euro stanziati, è stato pubblicato e contiene esattamente…i nomi…. previsti! Ad un servizio di Striscia la notizia che metteva in evidenza strane coincidenze e ripetizioni di nomi e sigle, pare che la stessa DIGIT del Maeci abbia risposto che sarebbe stato richiesto un parere sulla correttezza della procedura, all’Avvocatura dello Stato. E pare pure che il parere sia giunto, ovviamente positivo, redatto non dall’Avvocatura, ma dalla Avvocata dello Stato facente parte della Commissione valutatrice del Bando. Ovviamente saremo ben lieti di ospitare eventuali smentite a tutto ciò. E saremmo pure ben contenti di capire il perché, tanto per fare un esempio, un Gruppo Informale Umbro che si era dotato di vasto e prestigioso numero di partners (comprendente: il Touring Club Italiano- presidenza nazionale, la Regione Umbria, la Soprintendenza Archivistica per l’Umbria, la Federalberghi regionale, l’ANCI Umbria, la Camera di Commercio Umbria, la Confcommercio Umbria, l’Associazione Guide Turistiche Umbria, l’Università Statale di Perugia-Dipartimento Economia, L’Università per Stranieri di Perugia, l’Università Telematica E Campus, L’Unione delle Pro Loco dell’Umbria, la Federalberghi regionale, Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la Fondazione Internazionale Assisi, la Fondazione Sorella Natura, La Fondazione Umbra per l’Architettura, , l’Università dei Sapori, l’Associazione Strada della Ceramica Umbra) abbia ricevuto su ben due criteri di valutazione strettamente legati all’elenco dei Partners: “Attivazione e qualità della Rete dei Soggetti partners istituzionali e non” e “Capacità di garantire offerta sull’intero territorio di competenza” un misero voto 6 , a fronte di un voto 10 assegnato al “vincitore” con sigla “radici umbre”. Strano, ma anche nella scheda di valutazione delle Proposte Progettuali Regione Lazio, un Gruppo Informale che annovera tra i suoi Partners: Touring Club Italiano-presidenza nazionale (il quale tra l’altro mette a disposizione la propria sede di piazza santi Apostoli a Roma per un hub dei Turisti delle Radici che necessariamente passeranno per la città di Roma), Autostrade per l’Italia Spa (la quale mette a disposizione il proprio sistema di informazione e cartellonistica Wonders), l’Università Statale della Tuscia,, Federalberghi Viterbo, la DMO Extra, il Comune di Fiumicino (per l’accoglienza dei turisti in arrivo con aereo), l’Azienda Speciale INFORMARE della Camera di Commercio Frosinone e Latina, il Comune e la Pro Loco di Carbognano (che mettono disposizione gratuita il nuovo Ostello della Gioventù come sede di un Laboratorio creativo permanente, mentre un altro stabile è previsto ad Anagni, ed uno è previsto itinerante nell’intera Regione) Archeoares- organizzazione turistica (che gestisce il Museo del Duomo e Palazzo Papale di Viterbo, il MAXI di Roma, ed altri 10 Siti culturali nella Regione), ed altri soggetti ancora, ha ricevuto una misera valutazione di 6, mentre il “vincitore” dotato della evocativa sigla “radici ciociare” deve aver mobilitato chissà cosa, e vorremmo saperlo, per meritare 8.
E non è tutto.